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De Magistris: "L'Italia oggi rischia l’istituzionalizzazione delle Mafie, non solo quella di Riina ma quella imprenditoriale"
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di Ylenia Di Matteo

De Magistris: "L'Italia oggi rischia l’istituzionalizzazione delle Mafie, non solo quella di Riina ma quella imprenditoriale"

Diventare “Partigiani della nuova Resistenza”, nel senso di cultori della legalità e della giustizia, è l’obiettivo che Antonio Mancini, Presidente della Confederazione Uni On ed Emanuele Mancinelli (Espressione Libre) hanno posto, oggi, alla platea della Facoltà di Giurisprudenza di Teramo. Un convegno dal titolo “Da Tangentopoli a Why not” in cui è intervenuto l’ex magistrato Luigi De Magistris, emblema di quella delegittimazione del potere giudiziario che una volta si realizzava attraverso le stragi, ora attraverso l’isolamento (umano e professionale).

Dal ’92 ad oggi l’Italia è cambiata. Quel che prima era devianza ora è normalità. Leoluca Orlando scrisse l’elogio della vecchia tangente, che inquinava sì un affare ma da essa potevi difenderti. Dalla corruzione delle coscienze no.Oggi non c’è normalità ma normalizzazione democratica”, afferma De Magistris, poiché “la corruzione (il cancro del nostro Paese) è diventata parte del sistema e della gestione della cosa pubblica”. Un sistema corruttivo ampio, caratterizzato dalla trasversalità negli affari  intreccio tra politica, imprenditoria, criminalità organizzata e massoneria deviata), dalla fusione tra controllori e controllati e dalla sistematica intimidazione verso chi vi ponga attenzione (dai magistrati ai giornalisti).

Negli anni siamo passati dalla “culla alla bara fino ai bari del diritto”,  alla giustizia infatti non vengono più dati i mezzi (umani ed economici) per realizzarsi. Un esempio concreto? “La sua privatizzazione e quella della sicurezza, dal processo breve alla colpa d’autore di hitleriana memoria (il reato di immigrazione clandestina), dalle ronde al legittimo impedimento”.La manipolazione mediatica contribuisce all’assuefazione delle coscienze. L’“assoluzione” di Mills e i colpi inferti alla Mafia dal governo (merito negato a magistrati e forze di polizia, demerito taciuto circa la vendita all’asta proprio dei beni confiscati alla criminalità organizzata) ne sono un triste e desolante esempio.Nel 2003 il Presidente del Consiglio definì i magistrati “antropologicamente diversi dal resto della razza umana”… Secondo De Magistris  l’unico atto intellettualmente onesto di Berlusconi”, avendo riscontrato nel potere giudiziario quell’autonomia e indipendenza da ogni altro potere (art. 104 Cost.).

Cosa rischia oggi l’Italia? “L’istituzionalizzazione delle Mafie, non solo quella di Riina ma quella imprenditoriale, che dobbiamo contrastare attraverso una complessiva rivoluzione culturale”. A partire dalle scuole e università, in cui esercitare la propria cittadinanza e il più importante dei beni comuni, il diritto all’istruzione.


"È normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. [...] deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità." Paolo Borsellino.


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