Stragi da prima pagina e stragi da seconda

La rubrica di Augias, su la Repubblica, di questa mattina, ospitava una lettera firmata da un cittadino inglese da tempo residente in Italia.
A prescindere dal taglio più o meno polemico, che il nostro gentleman utilizza, quello che sottolinea è la mancata equidistanza, da parte della stampa europea nel trattamento delle â??stragiâ?�.
Alcuni drammatici eventi hanno segnato, in termini negativi, questâ??ultima settimana, ma gli attentati di Londra hanno monopolizzato totalmente lâ??attenzione dei media, relegando, in secondo e terzo piano, altri eventi non meno drammatici (e mi riferisco alla strage di 24 bambini, avvenuta lâ??altro giorno a Baghdad, la riapertura del conflitto armato tra Israele e Palestina, il nuovo scenario Libanese).
Ieri, anche lâ??Italia, ha rispettato i due minuti di silenzio in omaggio alle vittime londinesi: per due minuti, ancora una volta, lâ??Europa, si è fermata a riflettere e a piangere per i suoi figli innocenti.
Nessuno si è fermato per ricordare quei 24 bambini.
Eppure, anche loro erano innocenti, anche loro vittime del terrorismo, anche loro, morti senza una ragione. Per qualche ragione, e neanche tanto oscura, non hanno meritato lo stesso trattamento.
Esistono, forse, morti di serie A e morti di serie B? o, magari, siamo così abituati allâ??orrore quotidiano in questi luoghi da non riuscire neanche più a vederlo, o a spendere una parola in più anche per loro?
Ovvio, sarebbe assurdo pensare di bloccare tutto, anche solo per un minuto, ogni qual volta un kamikaze si fa saltare in aria in territorio israeliano, oppure quando un missile israeliano colpisce un campo profughi palestineseâ?¦ sarebbe un convivere forzato con i fantasmi che noi stessi abbiamo generatoâ?¦ e ciò non va bene alla macchina produttiva dellâ??occidenteâ?¦
Concediamogli, se non altro, lo spazio e lâ??attenzione che meritano.

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