di Santo Della Volpe
“Il mio è un allarme che riguarda tutto il Cinema Italiano, per cercare di modificare le scelte del governo”. Parla chiaro Marco Bellocchio nella sua prima intervista dopo il trionfo ai David di Donatello (il suo “Vincere” ho attenuto ben 8 statuette, tra le quali la miglior regia,proprio a Bellocchio): “parlo da regista e da uomo di Cinema, affiancandomi alle battaglie dei Centoautori, del Movem09 e delle altre associazioni che vogliono ridare slancio alla Cultura e quindi al Cinema, nel nostro Paese. ‘Incompetente’ nella battaglia politica, parlo da regista: una volta si usava la parola ‘lotta’, oggi forse in disuso, anche se Montaldo la usa ancora… Ma certo di fronte ad un governo che, per tutta una serie di motivi come la crisi o altro, ci dice ‘non vi diamo nulla’, è chiaro che bisogna inventarsi anche delle forme nuove di unità, di solidarietà per cercare di ottenere non solo il rispetto, ma anche ormai la possibilità di creare, di fare cinema e cultura…lo diceva così bene Tonino Guerra con i suoi modi poetici…”
Forse c’è il problema di costruire questa unità, gli artisti di solito tendono ad essere individualisti, o sbaglio?
“No, guarda il problema del Cinema da quando lo faccio e forse anche prima, è sempre stato quello di gestire in maniera unitaria e compatta, la contrattazione…di fronte alla controparte, al governo. Anche perché, bisogna dirlo con chiarezza, noi non rubiamo niente, lo ha scritto l’Anac in un suo libro, lo ha riconosciuto persino il sottosegretario, per ogni Euro speso nel Cinema ,lo Stato ne ricava due sotto forma di tassazione o altro. Noi quindi non chiediamo l’elemosina: dal punto di vista fiscale il governo dovrebbe sapere che investendo nel Cinema incassa e porta nelle casse del Tesoro dei bei soldi….”
Allora viene da chiedersi perché questi attacchi al Cinema, dicendo che certe pellicole o fiction Tv fanno male all’immagine dell’Italia, oggi poi il ministro Bondi ha declinato l’invito del Festival di Cannes perché “Draquila” di Sabina Guzzanti, a suo dire, non dovrebbe essere presentato fuori concorso, a Cannes…Un governo insomma che da un lato taglia i fondi per la Cultura ed il Cinema, dall’altro non legifera in Parlamento ma con dei decreti legislativi: ha fatto una riforma della TV con il decreto Romani, ora ha riformato l’intera Cultura italiana con il decreto Bondi…
“Beh si, credo proprio che sia così…In più noi viviamo una situazione paradossale,perché noi non riusciamo a fare fronte unito con i piccoli produttori, le nostre ‘piccole imprese’, che rischiano di scomparire dopo il decreto Bondi. Noi dovremmo fare fronte comune con i piccoli produttori che ormai sono nelle mani di due grandi ‘gestori’ che sono Rai e Mediaset. E poi parliamo del famoso FUS, il Fondo unico dello Spettacolo: si era scesi a 5 milioni di Euro con la promessa di aumentarlo sino a 20 milioni. Non ci sono: né quelli promessi, né quelli iniziali. Io non voglio fare un discorso ipocrita: è chiaro che c’è una parte ,piccola, del Cinema che riesce a sopravvivere, quindi non voglio qui fare il retorico difensore dei più deboli o fare ideologia. Qui,in Italia, il problema è che tutte le nuove generazioni ,in questa situazione, sono avviate ed incitate alla pura sopravvivenza,ad andare solo con il cappello in mano dai grandi produttori a chiedere la possibilità di fare qualcosina…Diventa un fortissimo condizionamento a fare le cose che si possono fare per puro mantenimento…mi spiego meglio. I giovani registi ed autori con questa mancanza di finanziamenti e incentivi, sono spinti ad adeguarsi alla mediocrità,alla sopravvivenza anche creativa, a un lavoro di routine, di ripetizione, nella quale la genialità, l’estrosità,la fantasia, la ricerca espressiva, vengono forzatamente messe da parte. E’ un modo di abbassare il livello della espressività, della bellezza, dell’arte”.
Ma allora , visto che questi interventi governativi vanno a colpire l’arte e la Cultura in generale, non sarà necessario mettere insieme il mondo del Cinema, del Teatro, delle forme artistiche, degli scrittori e della Musica, così come già avviene nel Movem09, e rilanciare una azione comune,contro questo tipo di prospettiva? In fondo lo chiedevano anche nella riunione dei Centoautori di giovedì scorso, Liliana Cavani ed altri registi….
“Si, si, ormai mi sembra di capire che ci sia una tendenza in questo senso…raccogliere in un fronte unito associazioni diverse…un tempo c’era solo l’ANAC…ora c’è il Cinema, la Televisione, il Teatro, la Lirica…a me sembra che la cosa più preziosa in questo momento sarebbe la capacità di organizzare, mettere insieme le forme più diverse dell’arte e della espressività, perché senza l’unità e l’organizzazione non ce la possiamo fare, mentre l’insieme di queste associazioni e persone possono diventare una forza reale per pretendere rispetto e attenzione…senza dover aspettare che l’interlocutore ti chiami ,per avere una forza maggiore ,insomma per non essere ricattabili da grandi produttori o dal governo, cosa che succede quando si è divisi, quando ognuno va per conto suo, la lirica a chiedere per loro,i musicisti er proprio conto, il Cinema a trattative che non finiscono mai. Insomma dobiamo svegliarci ed unirci…”