di Marco Travaglio
« Sarò scomodo», aveva promesso Enrico Mentana nelle tre dozzine di interviste su "Matrix" con foto in copertina che, essendo scomodo, aveva strappato a tutti i giornali, settimanali e bollettini parrocchiali. Perché lui è sempre stato scomodo per i politici: fin da quando, scomodamente segretario della gioventù Psi, entrò scomodamente in Rai. Nel '92 Berlusconi lo issò sulla scomoda poltrona del neonato Tg5. Un tg scomodo, il suo. Infatti il padrone, quando nel '93 decise di scendere in campo, cacciò Montanelli ma si tenne stretto Mentana. Montanelli alle riunioni di Arcore non metteva piede, lo scomodo Mentana ci andava e, scomodamente, taceva. Poi, prima delle elezioni '94, esalò: «Comincio a sentirmi a disagio». Infatti restò per altri 11 anni al Tg5.
Memorabile il suo scomodo scoop sull'imminente arresto di Dell'Utri, che - come disse Dell'Utri - salvò Dell'Utri dall'arresto. Leggendaria la scomoda intervista a Tarak Ben Ammar per discolpare Craxi e Berlusconi al processo All Iberian. Immortale la campagna del Tg5 sugli sbarchi di immigrati e le rapine nelle ville, misteriosamente interrotta nel giorno del ritorno del padrone al governo nel 2001. Indimenticabile e dunque dimenticata la censura a un'intervista a Sabina Guzzanti per tagliare le frasi di solidarietà a Luttazzi. Strepitosa, nel maggio 2002 a Sciuscià , la promessa di occupare la Rai in caso di epurazione di Biagi, Santoro e Luttazzi.
Una scomodità oggi, una scomodità domani, e lo scomodo Mentana restò felicemente al suo posto fino al novembre 2004. «Mai ricevuto una telefonata da Berlusconi», ripeteva. Ci sono persone che obbediscono agli ordini ancor prima di riceverli. Poi Bellachioma, incassata la Gasparri e in delirio di onnipotenza, decretò la caduta delle foglie di fico, e rimpiazzò lo scomodo Mentana col visagista personale Carlino Rossella. Che peraltro, al Tg5, non ha dovuto cambiare granchè: andava bene così. Mentana levò qualche squittìo contro un fenomeno appena scoperto: il conflitto d'interessi. Fu persino colto dallo scomodo sospetto che Berlusconi s'interessi ancora di Mediaset. Ma fu un attimo. Poi Mediaset lo promosse allo scomodo ruolo di direttore dei direttori dei tg («vigilerò», minacciò lui prima di prender sonno). E gli affidò tre scomodissime serate a settimana su Canale 5 per un programma tutto suo: «Matrix».
Lunedì, scomodamente, ha esordito sul caso Fazio. Per metter subito le cose in chiaro, ha omaggiato due scomodi per definizione: Costanzo e Vespa. Bell'applauso. Poi ha auspicato il pronto e scomodo rientro degli epurati. Nell'ordine (suo): «Socci, Biagi, Santoro, Vigorelli». Resta da capire chi mai abbia epurato Socci (a parte il pubblico, s'intende) e Vigorelli (che dirige Parlamento In su Canale 5 ogni week end). Altro bell'applauso del pubblico in studio, formato da similcostantini e similveline (il casting dev'essere di Maria De Filippi). Molto scomoda la candid camera addosso a un vuccumprà che cerca di piazzare asciugamani sulla spiaggia di Capalbio: a Rutelli e signora («cheddici, scolora?»), a Petruccioli («non c'ho 'na lira»), a Bassanini («mi lasci in pace»). Scomodissime le interviste delle Iene e di qualche giornalista infiltrato: Briatore ai box, Agag a una festa, Panariello e Gigi d'Alessio al concerto per Ricucci e Falchi. "Verissimo", al confronto, pare la Bbc.
Poi, parlando di cose serie, visita alla sede di Unipol e alla festa dell'Unità per scandagliare la finanza rossa. Ci starebbe bene una capatina pure a casa Livolsi, lo sherpa della scalata all'Rcs, membro del Cda Fininvest (ma presentato come «ex manager di Berlusconi»). O magari alla Credieuronord, la banca del buco della Lega salvata da Fazio & Fiorani. Ma non c'è tempo. In studio Mentana ha invitato Bersani, Abete e il mattatore Tremonti, l'unico su due dozzine di ministri che è da sempre nemico di Fazio. Così il governo fa un figurone e la gente crede che gli amici del governatore stiano a sinistra. Il sondaggista è lo scomodo Piepoli, lo stesso del Cavaliere. Così si risparmia. Tutt'intorno è perfetto.
Scenografia, grafica, luci, fotografia, musiche, sigle e siglette, colori, ritmo, poltroncine. Mancano solo le notizie. Uno si mette davanti alla tv, passa due ore liete, gli pare di capire tutto, e invece alla fine ne sa quanto prima. Cioè nulla. Missione compiuta. Dimenticavo: uno scoop c'è stato. Una domanda di Mentana: «Chi c'è dietro a Berlusconi?». Ma era un lapsus: voleva dire Ricucci. Molto scomodo.
di Marco Travaglio da www.unita.it