Lo chiamano â??Auditingâ?� per mascherarsi dietro lâ??inglese, e vuol semplicemente dire Polizia interna. Più o meno come il netturbino che diventa â??Operatore ecologicoâ?�, il becchino che adesso fa â??Polizia mortuariaâ?� e lâ??Ufficio Personale che continua a maltrattarti nel nome delle â??Risorse umaneâ?�. Ogni grande azienda ha il suo â??auditingâ?�, anche se non lo pubblicizza. Un mix fra Carabinieri, Corte dei Conti e un poâ?? di Sisde.  Lâ??ufficio Occulto della Rai si nasconde in via Monte Santo 52, in Roma, a pochi passi dallâ?? istituzionale Viale Mazzini 14. Lâ??ufficio che vigila sulla correttezza dei comportamenti interni Rai, dovrebbe essere a sua volta vigilato, ma i Vigilantes, questa volta, erano distratti e non vigilavano.

Nella notte di mercoledì degli sconosciuti penetrano senza scasso (?) dentro i locali dei segreti Rai e segretamente aprono la cassaforte, disdegnano quel poco di soldi che câ??erano a si abbuffano di fascicoli segreti o almeno riservati. Infine si portano via anche due computer. Dubitando del valore da ricettatore di simile refurtiva, è lecito immaginare che lâ??interesse di tanta abilità criminale fosse rivolto alla memoria elettronica delle due modeste apparecchiature da ufficio. Notizia curiosa e inquietante che trova spazio soltanto sul Corriere della Sera.

Colpo davvero sospetto, professionale, selettivo, di chi sa cosa prendere e dove cercarlo: più da Watergate che da banda di scalcinati â??Soliti ignotiâ?�. Come da repertorio del giornalismo di quaresima, ora ci dicono che â??la polizia indagaâ?�.

Per condire la notizia e renderla più appetibile, sempre il Corriere avanza due sospetti. Fra i fascicoli sottratti, quello sullo scandalo Bonolis che qualche dirigente Rai si era â??dimenticatoâ?� di avere ancora a contratto quando il conduttore miliardario ha iniziato ad esibirsi sui teleschermi Mediaset, e lo scandalo del figlio della segretaria del Maestro Venerabile della Loggia massonica P2 Licio Gelli, assunto direttamente come alto funzionario da un ufficio personale improvvisamente celere e generoso.

Due â??pisteâ?� fra loro non paragonabili. Quella di Bonolis è storia ormai sostanzialmente nota. Il dirigente Rai â??smemoratoâ?� che ha favorito Mediaset, si chiama Alessio Gorla, responsabile dellâ??ufficio contratti, alto dirigente importato in Rai in era Berlusconi  proprio da Mediaset. Uno a questo punto è portato a pensare male, e secondo me câ??azzecca. Lui comunque ha chiesto scusa per la sua â??dimenticanzaâ?� e câ??è da contare che il neo direttore generale Alfredo Meocci lo perdonerà prontamente.

Più intrigante la pista â??P2â?�. Un signore di possibili buone qualità professionali ma di sicure aderenza personali, collabora con Rai Uno per qualche anno, quando il 31 maggio di questâ??anno, vigilia dellâ??insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione, il direttore generale uscente Flavio Cattaneo decide di sistemare definitivamente il prezioso collaboratore assumendolo con la invidiabile qualifica di â??F1â?�. Lâ??uomo, di cui non ritengo utile fare il nome, ha come referenza certa il Venerabile Gelli, di cui la madre è stata la fedelissima segretaria personale da sempre, quella che si è sempre rifiutata di rendere testimonianza ai magistrati. La mai pentita.

Famiglia di duri, insomma. Il lascito testamentario e piduista di Cattaneo alla Rai non convince il neo consigliere Rizzo Nervo, che chiede alla nova direzione generale spiegazioni e infine lâ??intervento dellâ??Internal Auditing. Mercoledì il singolare furto con tanta, troppa destrezza. A voler essere sospettosi a tutti i costi, verrebbe quasi da immaginare di un ritorno (o unâ??uscita dal sonno) dei fantasmi della Loggia fantasma. Cordata sempre potentissima quella, sia nelle protezioni che nelle vendette. Se la firma di quella assunzione sospetta è di Cattaneo, di chi è stata la copertura interna ad una operazione di questa portata? Difficile immaginare lâ??impiegatuccio delle Risorse umane che forza le procedure per far piacere a un amico.

Ufficiosamente aggiungono altri, più che di P2 e di Bonolis, lâ??Auditing si stava occupando di appalti e acquisti. Comunque sia, lâ??idea che si ricava è quella di un verminaio che qualcuno sta cercando di coprire, costi quello che costi.. I quesiti e i dubbi si moltiplicano di fronte alla reazione di alcuni uffici della Rai. Sempre il Corriere ci propone la minimizzazione di Viale Mazzini sul grave episodio. â??Quelli che hanno preso, erano tutti documenti in copia, e non certo gli originali conservati altroveâ?�. Tombola investigativa! Complimenti.

1.     La gravità ed il rischio affrontato per quella effrazione e furto ci dicono dellâ??importanza che aveva per il/i committenti arrivare a quei documenti, fossero pure una semplice copia.

2.     Il possesso di documenti, sia pure in copia, non permette di cancellarli, ma consente di conoscere cosa sia a conoscenza e in possesso dellâ??Auditing. Banalmente chiamasi â??spionaggioâ?�.

3.     Il conoscere gli elementi in mano altrui, è la base per qualsiasi difesa o intorbidimento delle acqua attorno ad un evento al centro di una indagine pericolosa per gli indagati. 

4.     La sottrazione di â??copieâ?� non ottiene lâ??occultamento definitivo soltanto se ad essa non coincida la contemporanea sottrazione od occultamento degli originali finiti chi sa dove, magari per â??dimenticanzaâ?� di qualche altro alto dirigente.