di Babel
Siamo alle solite: non è ancora arrivato ,che il nuovo direttore generale della Rai prepara la sua uscita dallâ??azienda.Il caso Masotti, a ben vedere, non è che lâ??avvio della trattativa sulla liquidazione di Meocci. Che lâ??ex membro dellâ??Autority delle comunicazioni si sentisse quanto mai provvisorio a Viale Mazzini non è un segreto per nessuno. Già le congreghe del settimo piano â?? guidate da Comanducci e Nardello- ne stavano organizzando lâ??ibernizzazione . Lui stesso del resto aveva ben chiaro il percorso, avendo strappato , come liquidazione, lâ??assicurazione di poter essere candidato a sindaco di Verona. Quale migliore vetrina della Rai per una campagna elettorale tutta sotto i riflettori ? Ma anche gli scenari più improbabili diventano cronaca corrente alla Rai. Soprattutto se Berlusconi moltiplica gli ordini di scuderia, non avvertendo sempre tutti i suoi dipendenti. Con Masotti più di qualcuno non ha ricevuto la circolare del contrâ??ordine azzurri. E Meocci ha colto subito lâ??occasione per introdurre un elemento più gradito al cavaliere, il doroteismo di Anna La Rosa in luogo dello spocchioso dilettantismo di Kalimero, negli armamanetari propagandistici della Rai,e soprattutto per assicurarsi una sua fisionomia rispetto alla maggioranza del consiglio di amministrazione , che vorrebbe permanentemente tenerlo sotto tutela . Il risultato è di una Rai sempre più allo sbando, dove ogni centro di governo si sbriciola di fronte alle logiche elettorali del cavaliere. Si apre poi con la candidatura La Rosa la fase del â??milazzismoâ? professionale, ossia di quel filone dove figure anche estreme della passata gestione si ricostruiscono una propria verginità professionale grazie ad occasionali gradimenti raccolti in campo opposto, come è il caso di Bertinotti per Anna La Rosa.La candidata alla conduzione del contenitore di Rai 2 arriva infatti al vertice proprio in nome di quel movimento di trasformismo che da tempo sta investendo i volti noti dellâ??azienda. Per le forze che mirano al rilancio dellâ??azienda, ora che il consiglio di amministrazione è finalmente â??perfettoâ?,sarebbe forse il caso di ridare spazio ad una riflessione di sistema, che ridia alla Rai una missione e un destino al di fuori di questâ??agonia da basso impero che il governo Berlusconi le sta imponendo.Riaprire il dibattito strategico è lâ??unico modo per non bruciare inutilmente questi prossimi mesi di â??posizionamentoâ? in vista delle elezioni. E soprattutto si alzerebbe lâ??asticella per chi voglia cimentarsi nel salto in alto della quaglia.