di Walter Skerk
Oggi i cittadini della Slovenia saranno chiamati a confermare o bocciare la nuova legge sul servizio radiotelevisivo pubblico che la maggioranza di centro destra ha votato in luglio. A volere la nuova legge è stato il premier Janez Jansa, leader del partito democratico dâ??ispirazione nazionalista.
Secondo lâ??opposizione la nuova legge introdurrebbe un controllo politico pressochè totale sulla RTV Slovenije, la TV e radio pubblica. Grega Repovz, presidente della SocietĂ dei giornalisti: â??Con la nuova legge il centrodestra di Jansa vuole controllare la TV pubblica. Il problema però non è contingente, non è Jansa. Una volta che la politica mette le mani sulla TV pubblica, nessuno riuscirĂ piĂš a scacciarla via. Non è un problema di colori. Nessun politico rinuncerĂ mai alla TV pubblicaâ?.
Fino ad ora ad amministrare la RTV Slo era un consiglio dâ??amministrazione di 25 membri formato in gran parte da rappresentanti della societĂ civile. La nuova legge invece prevede che il nuovo Consiglio del programma â?? di nomina prettamente parlamentare e governativa â?? abbia piĂš ampi poteri di controllo sui programmi e servizi dâ??informazione. Inoltre con la nuova legge i poteri del direttore generale sarebbero praticamente illimitati.
Eâ?? interessante notare che la vecchia legge approvata nei primi anni Novanta veniva indicata dal Consiglio dâ??Europa come un esempio di democrazia e controllo popolare da seguire per le nuove democrazie dellâ??Europa orientale e dellâ??Asia centrale. La legge sulla Tv pubblica afgana â?? ad esempio â?? è stata copiata dal modello sloveno. Lâ??elenco di chi entrava nel vecchio consiglio di amministrazione è interessante anche per un paragone con la realtĂ italiana. Secondo la vecchia legge nel consiglio dâ??amministrazione câ??erano cinque membri di nomina parlamentare (quindi maggioranza ed opposizione), un rappresentante delle comunitĂ nazionali ungherese ed italiana, tre rappresentanti dei dipendenti della RTV Slo, poi i rappresentanti delle UniversitĂ , della SocietĂ dei lavoratori del cinema, della SocietĂ dei compositori e musicisti, dei giornalisti, delle organizzazioni culturali, della lega degli invalidi, dei sindacati, degli imprenditori, delle comunitĂ religiose. In tutto, come detto, 25 persone. Eâ?? importante sottolineare che i rappresentanti dei soggetti collettivi venivano scelti direttamente dalle organizzazioni stesse.
La nuova legge â?? con un Consiglio di programma di 29 membri â?? invece introduce un meccanismo secondo cui a scegliere i rappresentanti dei soggetti collettivi è il Parlamento. In questo modo â?? secondo gli oppositori della legge â?? viene introdotto un meccanismo diretto di controllo della politica sullâ??ente pubblico.
A volere il referendum è stato un gruppo dâ??intellettuali sia progressisti che conservatori, a promuoverlo formalmente sono stati invece trenta parlamentari del centrosinistra. Ad appoggiare la nuova legge è la Chiesa cattolica. Contrari sono la SocietĂ dei giornalisti e quella degli scrittori. In Slovenia non esiste il quorum, per cui il referendum sarĂ valido in ogni caso.