di Giuliano Santelli
â??Sono un perseguitato politicoâ?, ha detto. Anno di grazia 2005, 5° del governo Berlusconi. La lagnanza non farebbe notizia. Ma lâ??accorata denuncia non viene dagli epurati più o meno eccellenti della Rai di questi anni. A lamentarsi è niente meno che Giovanni Masotti. Sì, il vicedirettore di Raidue con la responsabilità sullâ??informazione della rete. Sì il conduttore, lâ??anno scorso, di un programma dagli ascolti asfittici in prime time, â??Punto e a Capoâ?, per questo retrocesso in seconda serata. Lo stesso, per intenderci, che due anni fa aveva scaldato (male) i motori con una anemica (per lâ??auditel) striscia quotidiana di 10â?? nel tardo pomeriggio, sempre su Raidue. Lo stesso che (si) era stato (auto)prescelto per guidare la nuova macchina da guerra di Raidue per lâ??approfondimento politico di questa stagione preelettorale, â??Kalimeroâ?. Masotti denuncia i vertici della Rai per avergli dato un mandato a tempo: se il programma va bene, in linea con lâ??ascolto della rete, prosegui. Altrimenti no.Troppo zelo di autoconservazione per lâ??azienda, deve aver pensato il Nostro. Memore, probabilmente, delle memorabili voragini negli ascolti di Raidue tenacemente consentite per unâ??intera stagione al collega Socci.
Denunciare lâ??epurazione in corso, per uno come Masotti, è paradossale. Ma lâ??uomo è fatto così. Quando ha unâ??idea fissa non si accorge di tutto il resto. Se ne accorse perfino Craxi, che in diretta, in una serata elettorale, lo corresse chiamando col suo nome, â??leggera flessioneâ? del Psi quella che Masotti aveva spudoratamente chiamato â??sostanziale tenutaâ? del Psi. Molti anni dopo Masotti dà prova della stessa sicumera. Quando viene mandato a Bruxelles, ad esempio. Dopo lâ??editto bulgaro contro Biagi, Santoro e Luttazzi, Berlusconi ne emise un altro, appena sussurrato ma altrettanto esecutivo: cambiare i corrispondenti da Bruxelles con gente â??fidataâ?. Al tempo, 2002, a Bruxelles câ??erano Badaloni (Tg1) e Cassieri (Tg3), più la Sattanino, in sostituzione di Cantore, ammalato. Badaloni e Cassieri erano considerati ulivisti e quindi da allontanare. In vista del semestre di presidenza italiana, decorrenza 1° luglio 2003, Berlusconi non voleva cronisti esperti di Unione europea e poco inclini a omaggiarlo. Per quel ruolo andava invece benissimo proprio lui, Masotti. Che a Bruxelles sbarca addirittura con la sua assistente personale. Alla quale, ovviamente, la Rai ha provveduto a pagare per sei mesi albergo, vitto, viaggi e indennità di trasferta. Allâ??arrivo Masotti cerca di accreditarsi in una veste a cui solo lui (ancora una volta) ritiene agevole credere. Quella di giornalista politico navigato ma anche moderato: a più di qualcuno del gruppo dei colleghi e dei diplomatici presenti a Bruxelles dice, o fa capire, di sentirsi vicino allâ??Udc, alla politica moderata di Casini. Escamotage che a Bruxelles non incanta nessuno. Il suo feeling con palazzo Chigi e lâ?? insistenza con cui Mimum lo ha imposto a Bruxelles per normalizzare lâ??ufficio Rai erano noti anche agli uscieri dellâ??europarlamento.
Del resto lui, alla prova della verità , non ha mentito e non si è smentito. Alla fine di giugno 2003 Badaloni viene dirottato sul Tg3, Cassieri viene addirittura trasferito a Mosca. Al comando della sede Rai si insedia Masotti con lâ??onore di coprire il Tg1, affiancato dalla Sattanino per il Tg2. Nemmeno una settimana più tardi, lâ??inizio del semestre italiano è nel segno del duo Berlusconi-Masotti. Berlusconi alla prima uscita da presidente di turno dellâ??Unione Europea, a Strasburgo, esce clamorosamente dal seminato attaccando il capogruppo socialista tedesco allâ??europarlamento. Eâ?? la gaffe del â??Kapòâ? che indigna mezza Italia e tutta Europa. Ma mentre Fini, quel giorno seduto accanto a Berlusconi, si mette le mani nei capelli, Masotti ignora nel suo servizio la polemica dirompente seguita alle parole di Berlusconi. Anche in questo caso, come tanti anni prima con Craxi, è lo zelo in eccesso a guidarlo. E il Tg1 deve precipitosamente allestire un collegamento in diretta con Strasburgo per compensare il maxi buco scientemente perseguito da Masotti. Forte di questo esordio, il Nostro procede con altrettanta determinazione fino alla conclusione del semestre italiano. Allâ??inizio del 2004 fa sapere di voler raccogliere il frutto di tanto impegno: tornare a Roma, da promosso. Viene accontentato con la nomina a â??numero 2â? di Raidue e con un programma tutto suo; cui seguirà un secondo, poi un terzoâ?¦Fino alla sparata dellâ??altro giorno. Una botta di vittimismo che chi lo conosce sa da cosa nasce: paura di un altro flop e autopromozione, in quanto â??perseguitatoâ?, in vista di una candidatura alle politiche che gli sarebbe stata assicurata dalla Cdl.