di Salamandra
Eâ?? rottura senza esclusione di colpi tra i giornalisti e gli editori, impegnati in questi mesi nella difficile trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Nonostante i forti profitti e i remunerativi dividendi agli azionisti, i gruppi editoriali hanno voluto irrigidire le loro posizioni nientemeno che sullâ??ipotesi di un contratto-ponte da loro stessi avanzata, che in pratica avrebbe affrontato la parte del rinnovo salariale per i prossimi due anni e, alla scadenza biennale, si sarebbe poi affrontato il nodo del â??mercato del lavoroâ? e delle regole.
Nella mattinata di ieri, i vertici della FNSI, il sindacato unitario dei giornalisti avevano dato mandato alla delegazione di sondare lâ??effettiva volontà degli editori su quella ipotesi mediatrice, ma in serata è venuto lo stop a qualsiasi forma di trattativa.
Sono stati, quindi proclamati immediatamente due giorni di sciopero, venerdì 30 settembre e sabato 1° ottobre per i quotidiani e le agenzie di stampa: Altri due giorni di sciopero verranno effettuati da radio e Tv pubbliche e private, venerdì 7 e sabato 8 ottobre.
Abbiamo chiesto quindi a Paolo Serventi Longhi, segretario nazionale della FNSI, di riassumerci come sono andate le cose. Questa la sua ricostruzione degli eventi.
â??Siamo rammaricati di essere stati costretti a proclamare pesanti azioni di sciopero che interromperanno lâ??informazione in un momento molto delicato per la vita politica e sociale del paese.
La responsabilità della protesta dei giornalisti va, però, interamente attribuita al sistema delle imprese, la cui organizzazione Fieg, ha ritirato senza alcun motivo la proposta di una soluzione contrattuale transitoria, che avrebbe rinviato di almeno due anni il confronto su due piattaforme inconciliabili.
Perché proprio adesso questo irrigidimento quando i maggiori gruppi editoriali annunciano bilanci in forte espansione?
â??Sarei molto felice di conoscere la risposta degli editori a questa domanda.â?