di Massimo Del Papa*
Lunediì 3 ottobre a Radio Città Futura Stefano Corradino di Articolo 21 e David Sassoli, in qualità di presidente della stampa romana, hanno lanciato un allarme senza dubbio condivisibile per quanti fanno il nostro mestiere. Consiste nel tentativo, all'interno di una situazione già perversa per cui gli editori di giornali usano i giornali per produrre non informazione ma soldi, pubblicità , potere, finanza, insomma fanno tutt'altro dagli editori, di estendere ai giornalisti la cosiddetta legge Biagi, che in realtà è un pacchetto per istituzionalizzare il precariato, ipocritamente utilizzato con il nome di uno studioso morto anche e soprattutto per l'inerzia del governo. Le conseguenze di una simile estensione, contrastata dall'ultima ondata di scioperi, sarebbero davvero devastanti: porterebbero al fenomeno dei giornalisti in affitto, per cui uno che scrive, mettiamo, nel gruppo Espresso, potrebbe essere temporaneamente assegnato al gruppo Mondadori. � un paradosso, come diceva Sassoli? Sì, ma non è il solo. Anzi rischia di essere superato da un altro paradosso, che questa volta ci siamo scavati noi cronisti (e contro il quale non sciopereremo mai): il fenomeno dell'autoaffitto, secondo il quale molti, troppi che lavorano nel gruppo Espresso o altrove pubblicano per Mondadori, cioè Berlusconi cioè il capo di un partito attualmente al potere. Anche questo è un paradosso che finisce con tutta evidenza per minare l'autonomia e l'etica del giornalista, perchè non puoi fare le pulci come giornalista al politico che poi ti scegli come editore quando ti trasformi in scrittore.
Anche su questo occorrerebbe, se non scioperare, almeno riflettere. Perché ne resta in gioco la democrazia del Paese e la sopravvivenza stessa del nostro mestiere, ancor più che per la cosiddetta legge Biagi.
Peccato che nella trasmissione, altrimenti interessante (si è parlato anche di legami tra Rai e politica, che, è stato detto quasi fatalmente, "dovrebbe fare un passo indietro", proprio ciò che non accadrà mai) questo aspetto sia rimasto del tutto ignorato. I giornalisti chiedono di poter fare il loro mestiere in autonomia; ma non hanno anticorpi, cioè non hanno schiena dritta e non si indignano, non si accorgono nemmeno del doppio gioco di tanti colleghi. Comincia da qui la fine della democrazia. Civile, del Paese e dell'Informazione.