di Bruna Iacopino
Ci voleva un voto da parte del Senato americano per mettere al bando lâ??uso della tortura a danno di prigionieri di guerra e detenuti.
Il Senato degli Stati Uniti ha votato, a grandissima maggioranza (90 sĂŹ e 9 no), la messa al bando di ÂŤtrattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradantiÂť di chiunque si trovi sotto custodia americana, indipendentemente da dove sia e da che cosa abbia fatto. La misura è stata votata anche dallâ??ex segretario di Stato Colin Powell, lâ??uomo che Bush mandò al Consiglio di Sicurezza dellâ??Onu a raccontare bugie sulle presunte armi di distruzione di massa irachene.
Ci voleva un voto per riconfermare quello che la Convenzione di Ginevra aveva stabilito, 50 anni fa, aveva stabilito e i paesi aderenti allâ??ONU, avevano accettato.
Era necessario questo per risollevare le sorti di unâ??America svilita, a causa delle azioni messe in atto dalle decisioni del suo stesso presidente, quello che aveva affermato senza troppi scrupoli, che Guantanamo e Abu Ghraib non ricadevano sotto la Convenzione, pertanto, non avevano diritto a trattamenti umani. Dichiarazioni piuttosto gravi per uno stato che spaccia democrazia e che interviene â??militarmenteâ? per importare democrazia.
Per rinfrescare la memoria:
Titolo II Protezione generale dei prigionieri di guerra (Convenzione di Ginevra)
Art. 13
I prigionieri di guerra devono essere trattati sempre con umanità . Ogni atto od omissione illecita da parte della Potenza detentrice che provochi la morte o metta gravemente in pericolo la salute di un prigioniero di guerra in suo potere è proibito e sarà considerato come una infrazione grave della presente Convenzione. In particolare, nessun prigioniero di guerra potrà essere sottoposto ad una mutilazione corporale o ad un esperimento medico o scientifico di qualsiasi natura, che non sia giustificato dalla cura medica del prigioniero interessato e che non sia nel suo interesse.
I prigionieri di guerra devono parimente essere protetti in ogni tempo specialmente contro gli atti di violenza e dâ??intimidazione, contro gli insulti e la pubblica curiositĂ .
Le misure di rappresaglia in loro confronto sono proibite.