di Alessandra Vaccari
Nel Paese africano è stato aperto un centro per i piccoli ridotti quasi a scheletri: affamati, disidratati, hanno una pelle ridotta a carta vetrata
Hanno la pancia piena. Ma solo di vermi Sono i bambini malnutriti di Kiremba, in Burundi. Lâ??aiuto delle suore e dellâ??Ascom non basta più
da l'Arena
da Kiremba (Burundi) - Hanno pochi mesi, oppure 11 anni anche se non li dimostrano perché la malnutrizione sâ??è mangiata prima i loro muscoli, poi ha sbiadito i loro riccioli fino a farli diventare castano chiari, quindi, nei casi più gravi, ha distrutto i neuroni del loro cervello. E a questo stadio, semmai il corpo supera la crisi, è la testa che resterà perduta per sempre.
Al centro per malnutriti di Kiremba lavorano le suore Ancelle di Brescia, suor Lucrezia è il loro angelo custode. Ma da fare qui câ??è davvero tanto. I genitori o i fratelli maggiori portano qui dei mucchietti di ossi dallo sguardo vitreo, spesso dalle pance gonfie piene di vermi che producono coliche dolorose.
In due, tre settimane al massimo il bambino malnutrito riesce ad avere un recupero dellâ??equilibrio proteico. Se non ce lâ??ha, andrà a morire. Il protocollo attualmente applicato prevede che ai degenti venga data la «buje», una pappa di farine e olio che spesso, soprattutto i primi giorni, i bambini vomitano.
«Un giorno ce nâ??era uno per terra che vomitava sangue», racconta suor Carla che è a Kiremba ormai da quattro anni, ma che alla tanta sofferenza ancora si commuove, «arrivano in condizioni disastrose. Noi facciamo quello che possiamo, alle volte anche con le nostre offerte comperiamo il riso e i fagioli per le mamme. Ai bambini viene data la farina da mangiare a casa, ma spesso la famiglia è così povera che il pasto destinato ai bambini viene diviso tra i fratelli».
Il centro attualmente ospita una dozzina di bambini, ma ci sono stati momenti di crisi che hanno sfiorato i 300 mettendo in seria crisi la struttura. Al mattino i bambini vengono lavati dalle suore e dalle novizie. Qui non esistono pannoloni, quindi viene loro cambiata la vestina che diventa abito e pannolone per tutto il giorno, e verrà restituita alla struttura una volta che verranno dimessi. Sono corpicini esili, che sembra si possano spezzare a toccarli. Bambine dallâ??apparente età di nove o dieci anni il cui braccio ha un diametro di circa otto centimetri fanno la doccia, si coprono pudicamente le parti intime. Dopo la doccia sulla pelle viene messa della vaselina. I bambini sono disidratati, la loro pelle sembra carta vetrata. La vaselina aiuta un poâ??.
Le giornate al centro nutrizionale passano tutte uguali. I piccoli ingoiano la «buje», a quelli con i vermi si cerca di far ingoiare pastiglioni con estrema difficoltà . Gli infermieri che assitono i piccoli sembrano più rassegnati al loro destino delle stesse vittime. Il protocollo prevede la «buje» e nessuno di loro durante il giorno dà un goccio dâ??acqua ai bambini. Nel protocollo non è indicato perché è probabilmente scontato. Ma qui per scontato non bisogna dare assolutamente niente. La libera iniziativa è una facoltà non contemplata.
Lâ??Ascom, lâ??associazione per la cooperazione missionaria veronese nei prossimi giorni studierà il protocollo, e vedrà se esiste la possibilità di realizzare un progetto «malnutriti», magari inserendo uova o banane nella dieta dei bambini.
«Noi per ora siamo rimasti ai margini dellâ??assistenza dei piccoli malnutriti», ha detto il presidente Enzo Ziviani, «ma il nostro ultimo sopralluogo ci ha fatto riflettere. Abbiamo chiesto al ministero della Salute burundese il protocollo per capire che cosa sia esattamente previsto. Chiederemo lâ??aiuto a medici veronesi, a nutrizionisti che ci indichino che cosa è bene fare per questi bambini. Poi potremmo lanciare un progetto tutto sulla nutrizione».