di DENTRO LE NOTIZIE
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I TITOLI DEI TG DEL 4 GIUGNO 2010 - Mentre tutti i telegiornali della sera nelle loro aperture ci fanno sapere che il Pil italiano ha la maggiore crescita in Europa, nonostante la crisi, Legambiente ci dice che c’è una industria che la crisi invece non l’ha mai conosciuta, ed è quella delle ecomafie. Ce lo fa sapere attraverso l’annuale rapporto “Ecomafie 2010” presentato oggi, dove si evidenzia che per la criminalità organizzata il giro d’affari nel settore è aumentato in maniera esponenziale. Su questo aspetto sono stati incentrati i servizi all’interno dei telegiornali della Rai.
La 7 invece dedica al documento la copertina di apertura. Nessuna citazione nei telegiornali Mediaset. Questo sarà anche l’argomento che noi dell’osservatorio approfondiremo nello spazio commento di questa sera, con l’intervista a colui che coniò negli anni ’90 fa il termine “Ecomafie”. E cioè Enrico Fontana, responsabile dell’osservatorio sulle ecomafie di Legambiente.
Tra le altre notizie che troviamo nei titoli di tutti i Tg vi sono il viaggio del Papa a Cipro, apertura per l’ecumenico Tg4 di Fede e per il Tg1, mentre Tg5 e Tg2 concentrano le loro aperture sull’economia, esaltando la crescita del Pil, parlando invece poco della crisi delle borse e dei nuovi report che mettono l’Ungheria sullo stesso piano della Grecia. Una scelta forse dovuta, se è passata, anche nelle altre testate, la linea espressa da Minzolini qualche giorno fa in un’intervista al Corriere della Sera, e cioè che non bisogna stancare i telespettatori con notizie negative. Quindi occultiamole. E se non ci penserà Minzolini a seppellirle provvederà il prossimo decreto sulle intercettazioni.
A proposito se fosse in vigore tale legge questa sera non avremmo potuto conoscere i nuovi sviluppi sul caso Anemone o ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti alla tragedia di Viareggio dello scorso anno, proposte quest’ultime dal Tg5. E siamo certi che a ringraziare, per tale provvedimento, sarà anche l’industria dell’ ecomafia.
Il Commento di Enrico Fontana, Osservatorio ECOMAFIE di LEGAMBIENTE
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Enrico Fontana: dal 94, anno in cui hai coniato il termine Ecomafia, molta acqua è passata sotto i ponti; anche la sensibilità del mondo dell’informazione rispetto a questo tema è sensibilmente aumentata, con molte eccezioni; lo vediamo anche nei TG di oggi.
“ Beh, c’è stata una crescita di attenzione di chi lavora nei media; nel tempo io ricordo la scarsa eco che avevano questi rapporti nelle primissime edizioni; poi è anche compito nostro trovare ogni anno una chiave di lettura nuova, un punto in più, uno stimolo in più perché l’attenzione dei giornali sia sempre alta. Noi siamo molto orgogliosi di un dato, - al di la dell’evento in se della presentazione del rapporto - : le attività di inchiesta giornalistiche, ma anche la grande produzione culturale che sta accompagnando il lavoro sull’Ecomafia. La collana di libri, di VerdeNero, con Edizioni Ambiente; i film, - penso a “ Biutiful cauntri”; anche questo ci aiuta molto: fa comunicazione, fa cultura in senso lato.”
La cultura in senso lato è sensibile e risponde, la politica un po’ di meno,visto che poi certe zone dell’Italia molto chiacchierate, anche recentemente, vedi il Lazio ed il basso Lazio, si trovano al vertice delle classifiche del malaffare legato agli eco-crimini.
“Con qualche eccezione, perché non bisogna mai generalizzare, - anche perché ci sono persone, anche tra quelle che sono intervenute oggi alla nostra conferenza stampa, che hanno mostrato attenzione e costanza -, la politica non c’è proprio. La classe politica italiana ha gravissime responsabilità per quanto riguarda la diffusione di questi fenomeni, ed il fatto che non sono stati ancora introdotti i “delitti contro l’ambiente” nel nostro codice penale la dice lunga, così come che si debba discutere, che ci si debba sforzare per convincere qualcuno che i traffici illegali di rifiuti sono un delitto grave, per il quale non è il caso introdurre limiti per l’uso d’intercettazioni telefoniche. Ma soprattutto il dato che non si siano fatte le bonifiche ambientali; anche nel governo dei territori c’è una grande responsabilità della classe politica italiana. Ripeto, fatte le … dovute eccezioni … sia nel centro destra, che nel centro sinistra.”
Enrico: per concludere; rifiuti e cemento facile, anzi … troppo facile: questi i due canaloni principali in cui avanzano le Ecomafie.
“Sono questi da tempo: un fatturato di oltre 20 miliardi di Euro; ciclo illegale di rifiuti significa discariche abusive, esportazioni illecite di rifiuti, concorrenza sleale nei confronti delle imprese sane che esistono e che fanno recupero e riciclaggio, e lo stesso discorso vale per il ciclo illegale del cemento; dall’abusivismo edilizio al calcestruzzo depotenziato: non ci rimette solo l’ambiente, ma ci rimette la buona economia, le buone imprese italiane; è anche per loro che facciamo il rapporto Ecomafia.”