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Articolo 21 - Editoriali
La guerra a Casa Nostra
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di Bruna Iacopino

1)Eâ?? necessario che il paziente muoia perché il medico si accorga che causa del decesso era un cancro.
Era necessario che Fortugno morisse, perché lâ??Italia si ricordasse di una delle sue tante piaghe e riaccendesse i riflettori su una delle regioni più malate della nostra penisola: la Calabria.
Giornali, Tg, politici, tutti hanno avuto una parola di sgomento, tutti hanno espresso biasimo per lâ??assassinio che ha insanguinato la scena politica calabrese.
La â??ndrangheta non è mai morta, non ha mai smesso di far sentire la sua voce, in maniera più o meno velata, in modo più o meno evidente, ha condizionato  continua a condizionare la vita di questa martoriata regione.
Non dimentichiamo che, lo stesso presidente, Loiero, è stato vittima di numerosi avvertimenti di stampo mafioso, allâ??indomani del suo insediamento: e, questa, è storia recente.
Evidentemente non è bastato, lâ??intimidazione non è stata sufficiente e, dalle parole si è passati ai fatti. Politici sotto assedio, titolano molti quotidiani, mentre arrivano messaggi di cordoglio da tutto il mondo politico. Ma il cordoglio non basta, non serve a niente piangere, versare lacrime, mandare fiori alla famiglia della vittima e cadere dalle nuvole. La Calabria e tutto il Sud, sono realtà dimenticate, abbandonate a loro stesse, lasciate marcire negli stagni melmosi della malavita organizzata, scelti dai vip come luoghi di vacanza, e illuminati solo da fatti di sangue.
Intanto, in Parlamento, le questioni urgenti sono ben altre: câ??è la questione del mega-ponte sullo Stretto, e poi câ??è la questione della devolution, che la Lega ha imposto come punto cardine altrimenti minaccia di uscire dal Governoâ?¦ Ma quali saranno le conseguenze di una simile mossa politica, cosa succederà, se davvero faranno passare anche la devolution come hanno già fatto, del resto, con la riforma elettorale? E, soprattutto, perché non se ne parla, o se ne parla poco?
Molte responsabilità appartengono allo stesso Sud, questo è evidente: lâ??atavico lassismo è un elemento inscindibile, sia alla classe politica che allâ??assetto sociale del Meridione, ma, è pur vero, che, fin quando la malavita avrà pieno controllo e capacità decisionale, non esiste via dâ??uscita, e, sicuramente, la devolution non è una soluzione in tal senso, rappresenta, piuttosto, lâ??opportunità, per un disimpegno nazionale di fronte alle piaghe che affliggono il Sud della penisola. Allora, parliamone, apertamente: che ne parli la stampa, i tg, che ne parli il mondo politico, quello del centro-sinistra, in particolare; facciamo in modo che, i cittadini, tanto al nord, quanto al Sud, abbiano la possibilità di sapere e di capire, (non importa quanto questo possa essere doloroso, lâ??anamnesi di una malattia non è mai cosa piacevole), con lâ??auspicio che a questo non segua una postuma autocensura imposta dalle lamentele di un Cuffaro troppo sensibile e avallata da un direttore Rai eccessivamente malleabile. 

2) Mentre scrivo di queste cose, a nemmeno 24 ore di distanza dall'omicidio Fortugno, altre minacce arrivano al consigliere regionale Antonio Acri (Ds), presidente del Comitato per la Qualità e la Fattibilità delle leggi, sempre in Calabria, e le piste seguite dagli inquirenti portano a scandagliare gli enormi interessi mafiosi nel campo della sanità pubblica, calabrese.
Fra le modifiche costituzionali introdotte dalla devolution vi è anche il principio per il quale l'autonomia delle regioni si attua anche a livello sanitario... un avvertimento in vista di una possibile devolution, o il tentativo di scoraggiare quanti, (attuale giunta regionale), invece, la devolution non la condividono?
Chissà, bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati...

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