di Buno Luverà e Andrea Montanari
Un ??molleggiato? fa primavera? La ri-apertura di uno spazio di satira, il libero accesso a parole scomparse, agli epurati eccellenti aiutano, ma a patto che favoriscano una riflessione vera. A partire dall??informazione politica, sottoposta in questi anni ad una radicale trasformazione. Lo spazio mediatico è stato sovrapposto a quello politico, li si è fatti combaciare quasi completamente, ritenendo che le forme tradizionali della politica fossero ormai un ferrovecchio del ??secolo breve?. Mentre per i partiti della prima Repubblica, alfieri del primato della politica, l??essenziale era ??governare e comunicare?, oggi la tentazione dei fautori della postpolitica è di ridurre tutto al principio mediatico. Lo slogan diventa: ??comunicare è governare?.
Le conseguenze sull??identità giornalistica sono profonde. Per rendersi conto di come le regole dell??informazione siano state surrogate da quelle della comunicazione-marketing basterà ricordare l??ultimo episodio di sistematica manipolazione: in occasione del giorno del voto alle primarie dell??Unione non è stato realizzato, da nessuno dei telegiornali del servizio pubblico, un servizio di approfondimento sul ??popolo dei gazebo?. Non è andata in onda una intervista agli elettori che pazientemente attendevano il loro turno ai seggi. Decine di (inutili) interviste per strada vengono, invece, quotidianamente realizzate e trasmesse, a supporto della cronaca bianco-rosa, quella che accendendo i ??riflettori sulle tendenze?, serve a dipingere un quadro ??happy hour? della società italiana, lontano dal vero, ma verosimilmente vicino al sogno.
E?? l??informazione ??matrix?, un sapiente impasto di reale e irreale, vero e manipolato, che serve a costruire il Mondo Parallelo, quello in cui ??tutti viaggiano in prima, con il drink in mano?.
La tentazione di ridurre l??informazione a mera comunicazione ha stravolto il racconto della politica. Ad un ??format? antiquato, il cosiddetto ??pastone?, è stato applicata una gabbia teatrale, il ??panino?, con il risultato che la cronaca politica ormai assomiglia ad una rappresentazione di marionette: la maggioranza annuncia, l??opposizione attacca, il governo replica arrogandosi sempre e comunque il diritto all??ultima parola. I contenuti, la sostanza, contano poco o nulla.
Conta la gabbia, precostituita, con cui si confezionano notizie e servizi imprigionando la realtà in uno schema artificiale e sempre uguale a se stesso. E?? il trionfo della forma, mediatica, e al cambiare dei modi in cui si fa informazione cambiano anche le figure che la fanno. Se prima il (difficile) rapporto tra giornalisti e politica creava fenomeni discutibili come il collatelarismo, oggi la domanda della politica-marketing è di giornalisti ??camerieri?. Un modello contrastato dai colleghi che si richiamano all??appello del Presidente Ciampi a tenere ??la schiena dritta?. Un modello di comunicazione formattizzata che piace trasversalmente, in cui la paura delle domande rischia di essere l??unica realtà bipartisan.
Cosi?? il ritorno di Celentano e di Michele Santoro, di una satira che sempre più abbia il coraggio di graffiare ??ecumenicamente? di qua e di là, farà primavera se aiuterà quanti, ai vertici del servizio pubblico, nell??informazione e nella politica, credono che ristabilire un confine etico, professionale e aziendale a difesa dell???habeas corpus? della Rai sia importante per frenare lo scivolamento del giornalismo (e della politica) verso una ingloriosa deriva populista. Solo con un nuovo codice etico e normativo potranno rivedere la luce le virgole blu, che abbiamo gelosamente conservato nell??astuccio durante gli anni dell??informazione senza tastiere. Solo con una severa riflessione sulla corruzione dell??anima giornalistica che è stata prodotta dalla politica-marketing potremo restituire dignità ad una professione che cocciutamente continuiamo ad amare. Rimanendo fedeli all??unica Patria in cui crediamo: la notizia.