di Roberto di Nunzio
Da molte parti si leggono e si levano critiche ai giornalisti e alle testate locali e nazionali per ??aver lasciato soli Ilaria Alpi e Miran Hrovatin? non seguendo, come si sarebbe dovuto e potuto fare, i lavori (ormai alla conclusione) della Commissione parlamentare d??Inchiesta che porta il nome dei due giornalisti del Tg3 uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Commissione presieduta dall??onorevole Carlo Taormina .
Non butterei la croce addosso ai giornalisti che hanno seguito poco (e quel poco malvolentieri) i lavori della Commissione. Era infatti impossibile seguire le sedute e richiedere documenti alla segreteria dell??organo parlamentare: contro la stampa (fatta eccezione per Il Giornale e Libero) vigeva un ostracismo dichiarato, plateale, di pancia...
Un ostracismo che si è manifestato altrettanto platealmente persino contro i tre giornalisti che svolgevano il compito (istituzionale e di nomina politica) di consulenti della Commissione: fatti fuori tutti e tre.
Credo inoltre che la ??timidezza? con la quale la stampa ha seguito i lavori della Commissione nasca dalla difficoltà di avere a che fare ??a prescindere? con l??onorevole Carlo Taormina: il Corriere della Sera non ne vuole neppur sentir parlare, con un inviato di Repubblica ?? ascoltato in Commissione Alpi ?? si è sfiorata la rissa...
Taormina non ama la stampa e i giornalisti, non possiede la pur vaga cognizione di cosa sia una notizia, il rigore (deontologico) delle fonti. L??avvocato Taormina da il meglio di se nell??intrattenimento (genere ??Porta a Porta?), quando a uscir fuori, a bucare lo schermo, a sfondare nei titoli è il ??personaggio Taormina? che l??onorevole-avvocato-ex magistrato-ex viceministro lascia correre a briglia sciolta...Questo rende impossibile per qualsiasi giornalista circoscrivere un fatto, porre delle domande, aspettare delle risposte dal politico Taormina, dal giurista, dal presidente di una Commissione parlamentare...Ad avere il sopravvento è il personaggio Taormina: urticante, respingente, esagerato, ricco di affermazioni perennemente (e pericolosamente) in bilico tra sensazionalismo, tragedia e farsa.
Prendiamo piuttosto atto che la Commissione ha nei fatti concluso i propri lavori già da oggi considerato che la proroga alla chiusura dei lavori è stata portata dalla presidenza della Camera al 31 dicembre 2005. Tempo questo che va considerato del tutto virtuale visto che le Commissioni parlamentari rimangano inattive durante gli impegni di Aula dove la presenza dei deputati è d??obbligo: e tra ??salva Previti?, Cirielli varie, devolution, di tempo ne rimane davvero poco, oltretutto lavorando e seguendo i ritmi parlamentari che vedono la settimana fatta di soli tre giorni pieni (martedì, giovedì e venerdì).
La data per la consegna della relazione finale è stata fissata da Casini al 28 febbraio 2006. Quindi si può ben dire che la missione è compiuta. Sappiamo dalla stesso presidente della Commissione che, inusualmente e persino incredibilmente, ha già annunciato urbi et orbi quale saranno le conclusioni della relazione finale: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi durante un tentativo di rapina finito male o un tentativo di rapimento finito peggio. Punto.
E questo in spregio alle elementari norme di riservatezza che sono dovute a una ??Relazione finale? di una Commissione parlamentare d??Inchiesta insediata dal Parlamento. In spregio al lavoro dell??Ufficio di presidenza dove sono collegialmente rappresentati i deputati della maggioranza e dell??opposizione che ?? sempre collegialmente ?? dovrebbero redigere la relazione finale. Con l??unica opportunità, concessa istituzionalmente ai rappresentanti dell??opposizione, di non firmare la realazione finale congiunta ma redigere una propria relazione, detta appunto di ??minoranza?. In spregio alla logica stessa dei fatti (dei ??fatti? non delle ??opinioni?...) ricostruiti dalle procure della repubblica di mezza Italia e dall??impegno di quei 4 o 5 giornalisti che per undici anni si sono spesi senza alcun interesse personale nella ricerca delle cause e dei mandanti del duplice omicidio.
Il caso Alpi-Hrovatin è rock (per dirla con un??espressione che va per la maggiore...), Taormina è lento.
Della vicenda della morte di Ilaria Alpin e Miran Hrovatin si sono occupati i magistrati di mezza Italia (da Aosta a Trapani), praticamente tutti gli uffici di polizia giudiziaria, i servizi di sicurezza civili e militari, l??intelligence delle Nazioni Unite, i nostri comandi militari all??epoca presenti in Somalia, producendo negli anni (per 11 anni) una mole spaventosa di carte, documenti e fascicoli ciascuno contenente una traccia di verità, ma senza che gli uffici, che quelle carte avevano prodotto, comunicassero mai tra loro. Un??enormità di lavoro (in alcuni casi un lavoro di grande intuito e qualità investigativa) rimasta dispersa e mai collegata da un filo di analisi comune. Un??effervescenza di nomi, fatti, date, circostanze, testimonianze e riscontri che non hanno mai trovato un luogo comune di incontro e di analisi.
Taormina (con piglio apparentemente rock) è riuscito nel compito (unico nella storia delle Commissioni d??Inchiesta italiane) di far convergere tutti i risultati di tutte le indagini nell??archivio della Commissione da lui presieduta. Una partenza fulminea dei lavori che lasciava intuire l??importanza di quel lavoro di analisi che è tipico dell??impegno delle Commissioni parlamentari d??Inchiesta che ?? pur essendo equiparate come poteri a quelli di una ??autorità giudiziaria? ?? rimangono pur sempre organismi politici, di nomina politica e con membri e rappresentanti di nomina politica. Luoghi di analisi, quindi, con tutti i riti e gli strumenti democratici della politica.
Un??occasione formidabile, esplosiva, quella che si sono trovati per le mani i deputati e i consulenti della Commissione per poter finalmente ordinare e analizzare quelle carte così importanti, fondamentali e inedite, per 11 anni coperte da segreti più o meno giustificabuili, e ora disponibili integralmente per la ricostruzione della vicenda origine della missione costitutiva della Commissione.
Un??opportunità rock, potremmo dire.
Ma ecco che Taormina diventa ??lento?, e riesce in un??impresa apparentemente impossibile, degna del ??personaggio?: riuscire a cambiare l??ordine dei fattori cambiandio nel contempo anche il prodotto, sovvertendo così anche una legge matematica che sembrava resistere nel tempo.
In pratica gli armadi blindati dell??archivio della Commissione rimangono ??congelati?, tutti i documenti (quei documenti e quelle carte di eccezionale valore documentale e testimoniale che il Taormina versione ??rock? era riuscito a conquistare) non vengono analizzati e pochissimi di questi presi in considerazione. Ribaltando la logica stessa del lavoro che vedeva in primis la scoperta, la conoscenza e l??analisi di quelle carte tanto importanti prima di stilare - collegialmente ?? l??agenda dei lavori che la Commissione avrebbe dovuto svolgere.
Il presidente ??lento? decide di ripartire da zero nelle indagini, e mostrando un passo (lento) alla Maigret: per mesi la Commissione è impegnata a ricostruire meticolosamente il luogo dell??agguato a Mogadiscio, la marca e il modello dell??auto sulla quale erano Miran Hrovatin e Ilaria Alpi, il numero dei colpi sparati e da quale arma provenivano, la traiettoria dei proiettili, l??angolazione dell??ingresso nel parabrezza del piccolo pick-up bianco, le condizioni meteoroligiche di quel 20 marzo 1994... Partendo dal presupposto che far luce su queste informazioni avrebbe portato alla scoperta dei colpevoli degli omicidi. Come se si trattasse, appunto, di un atto criminale portato a termine da qualche banda della malavita locale di Mogadiscio contro due cittadini stranieri. E nulla di più.
Zero ricerche sull??ambiente nel quale è maturato il crimine, nessuna analisi sui mandanti che quegli omicidi hanno ordinato, soprattutto nessuna analisi di quella poderosa documentazione originale e inedita chiusa negli archivi blindati.
Insomma l??input investigativo è quello della ??caccia all??assasino?, esattamente come avviene dopo una rapina finita male da parte degli agenti e degli investigatori della squadra mobile di una qualsiasi nostra città. Senza minimamente prendere in considerazione, neppure concettualmente, che la morte di due giornalisti in un teatro di guerra come la Somalia del 1994, durante un??occupazione militare (operazione ??Restor Hope?) decisa dalle Nazioni Unite possa essere qualcosa di diverso da un??azione voluta da un paio di briganti locali.
Una scelta questa delle derubricazione dell??esecuzione della quale sono stati vittime i due giornalisti del Tg3 a ??tentativo di rapina finito male? che ha portato ad oggi quale unico risultato dopo due anni di lavori quello di indicare nei giornalisti allontanati dal compito di consulenti della Commissione dei??depistatori (perchè ??osavano? porsi delle domande e cercare delle rispote in quegli armadi blindati); altri giornalisti che erano, a ragione, considerati memorie storiche del ??caso Alpi? additati come ??occultatori?; altri ancora, i colleghi del Tg3 di Ilaria Alpi ridotti a ??inquinatori?.
E da qualche giorno, perfino i genitori di Ilaria Alpi ?? Giorgio e Luciana - bollati come ??diffamatori?, dopo la minaccia di Taormina di querelarli per diffamazione, colpevoli - a giudizio dell??onorevole-avvocato - di aver ??osato? criticare il metodo e le procedure che il presidente applica ai lavori della Commissione.
[A questo proposito leggere l??appello di solidarietà con Giorgio e Luciana Alpi firmato da oltre 8mila cittadini, giornalisti, politici locali e nazionali, eurodeputati, intellettuali... - http://www.articolo21.info/appelli_form.php?id=51 -].
Si chiude quì il caso (??rock?) della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la verità rimarrà sepolta negli archivi di Palazzo San Macuto per sempre sepolta dalla polvere e dalla classificazione di ??segreto? che compulsivamente il presidenete ??lento? ha applicato e imposto a quelle migliaia di carte che contengono ?? al di là di ogni ragionevole dubbio - la verità sull??esecuzione dei due giornalisti, la descrizione dell??ambiente nel quale è maturato il duplice omicidio oltre al profilo e a tutte le indicazioni per risalire ai mandanti.
Solo un intervento (istituzionale) in extremis del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini potrebbe in questi ultimi giorni, in queste ultime ore, impedire che questo accada, solo un intervento forte della stampa potrebbe aiutare a non buttare la chiave dei quegli armadi.
Ma questa ?? temo - è solo un??illusione troppo rock...
Roberto di Nunzio
direttore di ??Reporter Associati International?
[ex consulente della ??Commissione parlamentare d??Inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin?]