di Roberto Zaccaria
Delega sullâ??universitĂ : sono state calpestate le aspirazioni dei giovani e le norme della Costituzione. Diciamo cinque volte no.
La maggioranza di centrodestra ha approvato in via definitiva la legge delega sulla riforma dello stato giuridico dei professori universitari e sul loro reclutamento.
Si tratta di un provvedimento fortemente negativo per lâ??universitĂ che va respinto per cinque ragioni principali.
1) IncostituzionalitĂ :
si calpesta lâ??autonomia degli atenei, stabilita in Costituzione allâ??art. 33, sesto comma, assegnando un potere al Ministro che non trova limiti nella legge stessa, nĂŠ nei decreti legislativi che seguiranno. Si calpestano secoli di storia circoscrivendo lâ??autonomia delle universitĂ â??nel quadro degli indirizzi fissati con decreto del Ministroâ?.
2) Mancanza di copertura finanziaria:
risulta essere totalmente priva di copertura finanziaria, scaricando in toto gli oneri sulle singole universitĂ anche a causa della frettolosa approvazione proprio nel corso della sessione finanziaria. Il Ministero acquista un ruolo preponderante ed invasivo nella gestione delle universitĂ e contemporaneamente si defila dal punto di vista del finanziamento.
3) I titoli vuoti sono inutili:
gli oneri della riforma sono aggravati da unâ??operazione che trasforma ope legis unâ??intera categoria di ricercatori, assistenti e tecnici, creando la nuova figura del professore â??aggregatoâ? e, contemporaneamente, prevede che, il conseguimento dellâ??idoneitĂ per il passaggio da una fascia allâ??altra di insegnamento non sia diritto di accesso alla docenza.
4) Precarizzazione della ricerca:
si allarga a dismisura il precariato nelle universitĂ , inserendo contratti a tempo determinato che, alla loro scadenza, non possono essere rinnovati oltre i sei anni, rendendo impossibile la costruzione di programmi di ricerca strutturati e durevoli, e rendendo incerto il futuro di chi volesse intraprendere la carriera di ricercatore, proprio in un momento in cui lâ??innovazione è unanimemente considerato un fattore chiave per lo sviluppo del Paese. Si reintroduce un istituto antiquato e discriminatorio come gli incarichi di insegnamento gratuito.
5) Ostacoli ai giovani:
si ignorano i giovani, inserendo garanzie per lâ??accesso alle fasce superiori di insegnamento in base allâ??anzianitĂ e non in base al merito. Allo stesso tempo sparisce il meccanismo di valutazione dei docenti. Su questo câ??è stata una manovra tattica ed ambigua da parte della maggioranza: si è stralciata al Senato la parte relativa alla valutazione con la prospettiva di un suo inserimento nella legge finanziaria e proprio durante lâ??esame di questa ne sono state eliminate le parti riferite alla valutazione dei docenti universitari, ancore declassate a mero disegno di legge. Sempre piĂš in basso.