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Articolo 21 - Editoriali
Locri: chissà quanti saranno e da dove arriveranno
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di Sandro Ruotolo

Chissà quanti saranno e soprattutto da dove arriveranno.Napoli e la Campania si stanno mobilitando. Così Cosenza, Reggio Calabria. L'attenzione è rivolta a domani. Sono appena arrivato a Locri, la capitale della locride. Qualche manifesto. Uno mi ha colpito. Ha l'immagine del Presidente Ciampi. Lo ringraziano per le sue parole di sostegno alla battaglia contro la mafia calabrese. Già si vedono i mezzi per le dirette Rai di domani mattina quando alle 11,30 partirà la marcia per la legalità.  Rispetto alla settimana passata, si vede più polizia. Quando scatta l'emergenza - e l'omicidio del vicepresidente del consiglio regiornale della Calabria, Francesco Fortugno ha fatto scattare l'emergenza - arrivano i rinforzi. Così è stato l'anno scorso a Napoli, nel quartiere  Scampìa quando, tra novembre e dicembre, è scattata la mattanza nel clan Di Lauro - ma poche settimane dopo i rinforzi erano andati via. Chissà questa volta quanto tempo resteranno. 

Nel Tg3 delle ore 19 di oggi ho raccontato una storia. La storia di un piccolo, grande sindaco dell'Aspromonte. Si chiama Domenico Luppino, è un imprenditore agricolo. E' una persona perbene, che rispetta e vuol far rispettare le regole nel suo paese, Sinopoli, 3000 abitanti. Ma quello che è normale in un qualsiasi paese d'Italia qui, in Calabria, diventa eccezionale. Questo signore di quarant'anni, eletto più di due anni fa, per le minacce, gli attentati subìti, è stato costretto a trasferire  la sua famiglia a Reggio Calabria.  E' un sindaco che non ha paura di pronunciare la parola andrangheta. e l'andrangheta nel suo paese significa il clan Alvaro coinvolto e poi prosciolto per l'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il prefetto di Palermo assassinato il 3 settembre del 1982. Ha paura ma da quando si è ribellato allo strapotere della criminalità organizzata si sente finalmente libero. Ha coraggio. 

All'indomani dell'omicidio Fortugno, io avevo scelto di raccontare la storia del sindaco di Villa San Giovanni blindato e minacciato. Ballarò aveva raccontato invece la storia  di Domenico Luppino. Il giorno dopo la messa in onda della sua intervista,  hanno ucciso il suo cane con un potente veleno. In questi ultimi due anni lo hanno preso di mira più volte. Gli hanno  distrutto più di 600 ulivi, hanno mandato lettere con proiettili, hanno messo una bomba sulla tomba del padre. Quando l'ho chiamato al telefono gli ho chiesto se voleva parlare e lui non ha avuto dubbi. L'andrangheta vive in silenzio e di silenzi vuole il suo silenzio. Bisogna che i riflettori siano sempre accesi. Domani, Domenico Luppino sarà anche lui qui, a Locri, città d'Italia.

http://sandroruotolo.splinder.com 

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