di Michele Mezza
L??inserto economia e finanza di Repubblica questa settimana spara in prima pagina l??attacco di Soru al governo sul digitale terrestre. L??ex inventore di Tiscali, attuale presidente della Giunta regionale Sarda è stato il più lesto, per ovvi motivi di preparazione e sensibilità, a comprendere come oggi il mercato della comunicazione multimediale, a cominciare dallo stesso moloch televisivo non possa prescindere dal territorio come suo elemento di riorganizzazione. Proprio la flessibilità e la leggerezza introdotte dai processi innovativi rendono i grandi apparati comunicativi più aderenti alle articolazione dei gusti e dei bisogni delle comunità locali. Il territorio è dunque uno dei principali livelli strategici di governo del nuovo sistema multimediale.
E da lì, dalle scelte che Regioni, Provincie e Comuni fanno per rispondere alla domanda dei cittadini di velocità, trasparenza e competitività delle informazioni, che si qualificano i nuovi standard digitali: UMTS, ADSL, DTT, WiFi Wi Max diventano soluzioni e proposte vincenti se il territorio vi si identifica, adottando uno o più formati come linguaggio del proprio sistema di relazione e sviluppo con il territorio.
Anche per la televisione dunque la campagna circonda le città, e dalla periferia vengono nuove domande che non sarà possibile esorcizzare. Proprio il protagonismo degli enti locali dovrebbe offrire un nuovo fronte d??intervento alla politica riformatrice e liberatrice del sistema. Non sono, per altro, proprio gli enti locali ad essere amministrati , in larga maggioranza, dal centro sinistra? Allora perché non si riesce a dare voce a questi nuovi soggetti? Perché la conferenza stato regioni non interloquisce direttamente con il governo, contestandone l??impostazione dirigista e congiunturale njel campo televisivo?
Perché il fronte riformatore, e anche noi stessi come Articolo 21, non abbiamo, fra le altre, anche colto l??occasione del divieto per le amministrazioni locali ad organizzare sistemi di televisioni di servizio territoriali , introdotto dal testo unico del governo in materia radiotelevisiva, per lanciare una battaglia sul nuovo federalismo multimediale? Ci sono anche in casa nostra ritardi e incrostazioni tardo analogiche sulla TV. Lo spirito del tempo che reclama libertà e sviluppo , e che noi invochiamo per le battaglie di principio- Da Celentano ai grandi censurati- è lo stesso spirito che sollecita nuovi linguaggi e nuovi modelli ,nuovi soggettività, che estendano l??uso e l??applicazione dello strumento televisivo per nuovi bisogni sociali.Questo significa che l??intero ragionamento che si parirà sulla riforma del sistema televisivo