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Articolo 21 - Editoriali
Primo maggio in barba alla censura
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di Andrea Milluzzi

da Liberazione

I sindacati non parteciperanno alla "cabina di regia" che deciderà cosa far vedere o meno. La7 ed Emily Tv seguiranno in diretta il concerto.  Niente da fare per la diretta del Primo Maggio: l'incontro di ieri sera, durato più di un'ora e mezzo fra il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, non ha modificato la decisione di mandare in onda il concerto su Rai3 con una differita tecnica di un'ora, in modo da prevenire alcune frasi che «potrebbero mettere in pericolo la vita degli ostaggi italiani in Iraq, oltre al rispetto per la par condicio».
I sindacati non hanno comunque mancato di sottolineare il loro «profondo dissenso sulla scelta di attribuire a un grande e consolidato evento musicale una caratterizzazione politica che travalica quanto normalmente è accaduto nelle precedenti edizioni del concerto». I rappresentanti dei sindacati hanno fatto inoltre presenti le «crescenti preoccupazioni che la stravagante decisione del Cda Rai può determinare sulla gestione dell'evento». Infine, nessun membro delle organizzazioni sindacali parteciperà a «qualsivoglia cabina di regia che possa vagliare la messa in onda del concerto».

Nel frattempo, non si smorza la delusione per il concerto in due tempi. D'altronde non era mai successo che il concertone di Piazza San Giovanni non avesse l'apporto della diretta televisiva. Ma se non sarà il servizio pubblico a garantire il servizio ai cittadini, altri si stanno muovendo per offrirsi come degni sostituti. La 7 ed Emily Tv si stanno organizzando per garantire la copertura dell'evento e, anche se non c'è ancora niente di deciso, è molto probabile che gli spettatori potranno sintonizzarsi su questi due canali (il primo, per così dire, ufficiale, mentre Emily Tv è una street tv) per godere in pieno delle performance degli artisti sul palco.

Artisti che, appena saputo che tutto quello che diranno passerà al vaglio di un gruppo ristretto di "controllori" scelti ad hoc dagli stessi dirigenti Rai, pur se dovrebbe essere presente anche il direttore di Rai3 Paolo Ruffini, si sono consultati fra loro per decidere il da farsi. «L'abbiamo saputo dai giornali e subito è iniziato un giro di telefonate - racconta Finaz, della Bandabardò - ed è stata una doccia fredda. Qui abbiamo perso il senso della misura. Persino al Mtv Day abbiamo detto quello che volevamo! Ti giuro che il primo impulso è stato quello di non presentarci, ma poi non abbiamo voluto cedere a questa logica della censura preventiva». La convinzione di tutti è però che la differita alla fine ai rivelerà un'arma a doppio taglio: «Hanno dichiarato guerra alle persone sbagliate, finirà che faranno un programma di mezzora invece che di 6 ore - continua Finaz - Non puoi fermare la musica, se la gente sa che hai tappato la bocca ad un musicista sul palco non può non chiedersi il perché».

E' quasi una certezza che nessun protagonista di sabato rinuncerà a sentirsi libero di dire quello che vuole, c'è pur sempre una dignità da difendere e una piazza che ti ascolta: «Il primo maggio è un appuntamento importante e vedrai che con questi tempi tutti affronteranno il tema della pace, io per primo - è l'opinione di Omar Pedrini, che fra l'altro, presentando il suo ultimo disco "Lavoro inutile", parlerà di un altro aspetto molto attuale: le condizioni dei lavoratori italiani- mi spiace molto per la decisione della Rai, ma è ovvio che ormai siamo in clima pre-elettorale. Una censura fa sempre paura, e solo a sentir toccare la parola libertà vengono i brividi a tutti».

A salire sul palco della piazza nelle vesti di presentatore sarà Claudio Bisio che, intervistato su questo tema ha saggiamente fatto notare: «Meglio così, sul palco mi sentirò più libero. Se poi tagliano qualcosa, questo diventerà notizia. Sennò non se ne accorge nessuno». Effetto boomerang, appunto.

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