di Stefano Marcelli*
??Mio marito mi ha rivelato nel nostro ultimo incontro di aver ricevuto minacce di morte?, l?? ultimo messaggio inviato da Teheran dalla moglie del giornalista e scrittore incarcerato nel 2000 Akbar Ganji , ha il sapore di una sentenza capitale. La minaccia proviene dagli uomini del famigerato Procuratore Generale di Teheran Saiid al Mortavi, accusato, proprio da Ganji nei suoi articoli, di portare la responsabilità di decine di omicidi ai danni di intellettuali dissidenti del regime.
Lo stesso procuratore aveva recentemente spiegato alla signora Massoumeh che ?? Ganji resterà in carcere finché non avrà ritrattato le sue posizioni?.
Ganji è gravemente ammalato di asma e ha perso 25 chili in uno sciopero della fame è chiuso in isolamento nel carcere di Evin ,sottonutrito e privo di cure.
Isf (Information Safety and Freedom) che recentemente ha assegnato a Ganji il Premio Internazionale di giornalismo ISF-Città di Siena lanciando in Italia una campagna per la sua liberazione, fa appello ora a tutti coloro, politici, associazioni e giornali , hanno preso a cuore la vicenda umana di questo intellettuale iraniano che rischia la vita per difendere la libertà di espressione nel proprio Paese.
In particolare ISF rivolge un appello alle istituzioni toscane che si sono impegnate a sostenere concretamente la causa di Ganji e al Consiglio Regionale della Toscana che ha adottato il suo caso e che domani, giorno della Festa della Toscana, in cui si celebra l??eliminazione della pena di morte, ricorderà il giornalista iraniano assieme ai rappresentanti di tutta Europa.
?? La morte di Akbar Ganji graverebbe sulle nostre coscienze?- conclude il presidente di ISF Stefano Marcelli ??La solidarietà adesso è un dovere per chiunque abbia a cuore valori come la vita umana e la libertà di pensiero?.
*segretario di Isf