di Bruna Iacopino
Si è concluso, ieri, il summit di Barcellona che ha visto schierati in bella mostra, ben 40 capi di stato, tutti i paesi membri dellâ??Unione, più, i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Un summit, lâ??ennesimo, dopo quello di Tunisi, in concomitanza con quello di Montreal, in attesa del prossimo G8â?¦ i grandi del mondo non hanno mai avuto così tante occasioni per incontrarsi.
Perché un Summit per parlare di Mediterraneo? Forse perché, il sud dellâ??Europa non arrivi a far parte integrante del sud del mondo, forse, perché, allâ??improvviso ci si è accorti che in un mercato globale e che continua a crescere in maniera vertiginosa non si può stare con le mani in mano a guardare questi grandi flussi di capitali che, di fermarsi nel mediterraneo non ci pensano neanche, prediligendo altre mete. Allora si punta alla strada di un grande, enorme mercato unico entro il 2010 per 800 milioni di persone; un mercato in cui vengano promossi ed incoraggiati gli scambi commerciali sud-sud, che, ad oggi sono scarsi, in cui ci sia dunque, libera circolazione di merci, ma, anche, libera circolazione di idee e di cultura. Una bella prospettiva, o una bella utopia? Non è semplice parlare di liberalizzazione delle idee e della cultura, quando molti dei paesi aderenti allâ??Euromed, continuano a violare, sistematicamente i più elementari diritti umani.
A dieci anni di distanza dal primo vertice Euromed, apertosi nel â??95, i risultati non sono poi così evidenti.
Molti dei leader politici di spicco hanno dato forfait, mancava il premier israeliano Ariel Sharon, al quale si sono poi aggiunte le defezioni più o meno giustificate del presidente egiziano Hosni Mubarak, dei leader di Tunisia e Algeria, Ben Ali e Abdelaziz Bouteflika, dei re di Marocco e Giordania e dei presidenti di Siria e Libano, insomma asse4nze illustri. I temi centrali dovevano essere il problema dei flussi migratori, dunque lâ??immigrazione clandestina, in particolar modo, e il problema terrorismo, rimasto controverso perché non si è riusciti a dare una definizione univoca di cosa si debba intendere per terrorismo.
Uno spiegamento di forze dellâ??ordine di 5000 uomini, molti manifestanti, aderenti ai gruppi no-global, striscioni e proteste anche da parte delle Ong, che non accettano si possa sorvolare così facilmente sul problema democrazia. Un altro fallimento, insomma, una fallimento mascherato dietro i mezzi sorrisi di Blair e Zapatero, che, invece sostengono, si sono raggiunti risultati importanti sul piano della cooperazione internazionale al fine di avvicinare nord e sud. Diventa sempre più ampio e sempre più evidente il divario fra quella che è la politica reale e quella che, invece, è la politica parlata, quella dei summit e dei vertici, sempre più blindati e sempre più chiusi di fronte ad un'opinione pubblica che, nella maggior parte dei casi, ha dimostrato di pensarla diversamente, ma, che, costantemente viene ignorata.
Intano è in fase di svolgimento, a Montreal, il summit mondiale pert discutere del tarttato di Kioto. Gli unici rimasti a difenderlo, ormai, sono soltanto i paesi membri dell'Unione, e c'è sempre qualcuno che non è d'accordo, perchè, le ragioni derll'economia, hanno la precedenza su qualsiasi altra necessità ...