di Piero Ricca
Nel silenzio di stampa e tv, ieri è stata presentata a Milano l'agenda 2006 di Magistratura Democratica. Sono intervenuti l'ex procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli, il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e il magistrato-romanziere Gianrico Carofiglio.
Illustrata da vignette di Altan, Staino ed Ellekappa, e arricchita da articoli di testimoni come Beppe Grillo, Don Ciotti, Gino Strada e Corrado Stajano, l'agenda è fatta di "flash, di fatti, di avvenimenti, di riflessioni, di chiavi di lettura, di ricordi, di progetti...", tutti all'insegna della legalità , come scrive nell'introduzione Livio Pepino.
Il costo è di 11 euro, e ogni utile verrà devoluto all'associazione Libera. Per informazioni ci si può rivolgere all'editore, al sito www.angolo-manzoni.it o a Magistratura Democratica, al sito: www.magistraturademocratica.it.
Gli interventi alla presentazione milanese di ieri (in particolarre quello di Borrelli) meritano di essere sintetizzati in un apposito articolo.
Qui riporto la dichiarazione di maggiore attualità di Borrelli e di Stella.
Leggi da cancellare
"Alcune leggi approvate in materia di giustizia sarebbero da eliminare subito, nei primi mesi della prossima legislatura, se ci sarà un cambio di maggioranza parlamentare.
Intanto mi auguro che la riforma della Costituzione venga respinta dal referendum. Tra le leggi ordinarie da cancellare ne cito almeno tre:
- La riforma dell'ordinamento giudiziario
Tra i vari guasti che introduce, questa legge appesantirà le procedure di verifica della professionalità dei magistrati e predispone alla separazione delle carriere fra pubblico ministero e giudice, primo passo per la collocazione della pubblica accusa sotto il controllo dell'Esecutivo, con la conseguente selezione politica dei reati degni di arrivare a processo.
- La ex Cirielli
Non ha senso ridurre i tempi della prescrizione quando non si fa nulla per accelerare la durata dei processi. Ne esce un incentivo alle manovre dilatorie, che portano vantaggio a quegli imputati che possono permettersi difese agguerrite. La prescrizione penale dovrebbe invece essere equiparata alla prescrizione civile: si interrompe all'inizio del processo.
- Falso in bilancio
La modifica delle sanzioni per le false comunicazioni sociali rappresenta la tipica traduzione in termini normativi della cultura dell'illegalità . Di fronte agli scandali finanziari di questi anni, altrove sono state inasprite le pene, mentre da noi si è di fatto depenalizzato il reato di falso in bilancio. Occorre una disciplina molto severa, per due motivi:
1 non deve essere permesso di rubare
2 la falsificazione dei bilanci produce gravi danni economici. Il capitalismo ha bisogno di regole ferree.
Ma câ??è la concreta possibilità di un cambiamento?
Ecco il ragionamento di Stella.
Il prezzo dellâ??illegalitÃ
Per lavoro vado in cerca delle illegalità italiane. E ne ho viste davvero di tutti i colori. Dalla maxi-truffa sulle quote latte allo scandalo dei concorsi truccati a Catanzaro, dove solo sei persone risultarono non aver copiato il compito per diventare procuratore legale. Quasi sempre i furbi se la cavano, in un modo o nellâ??altro. Dal 1973 al 2003, da Visentini a Tremonti, è stato calcolato che i condoni hanno fruttato 52.000 miliardi di lire. Ho fatto un calcolo: sono 14 euro a testa per ciascun cittadino, ogni anno. Ecco il prezzo della devastazione della legalità . Si è creata lâ??abitudine a un vero e proprio voto di scambio: la politica ha chiuso gli occhi sulle piccole illegalità dei cittadini, e i cittadini hanno chiuso gli occhi sulle grandi illegalità della politica, al culmine delle quali câ??è la pratica delle leggi su misura. Ma forse si è tirata un poâ?? troppo la corda, se un ministro come Frattini ha dichiarato senza imbarazzi: â??I cittadini si preocupano per gli scippi, nessuno grida per strada: oddio câ??è il falso in bilancio!â?. SI è poi visto che i piccoli investitori truffati sono scesi in piazza a gridare allo scippo... Sarà difficile ricostruire la cultura delle regole. Ma è necessario. Nel breve periodo non non ho molte speranze. In giro per lâ??Italia si nota che le scelte più discutibili sono operate da amministrazioni di destra come di sinistra. Dal punto di vista dellâ??attenzione alla legalità e allâ??etica pubblica non vedo una grande differenza. Tranne questa: a sinistra câ??è almeno la coscienza del peccato. Cosa che a questa destra manca. Non è una gran differenza, ma è sempre meglio di niente.