Articolo 21 - Editoriali
DTT: la Ue indaga sull'Italia
di Bruna Iacopino
Che fine ha fatto il DTT? ovvero il passaggio obbligato dalla Tv analogica al digitale terrestre? Che fine ha fatto la sperimentazione avviata a forza e finanziata con i soldi dei contribuenti italiani, in regioni come Sardegna e Val dâ??Aosta? Una fine alquanto pietosa, è proprio il caso di dirlo.
220 milioni di euro che in questi anni sono stati spesi per finanziare l'acquisto dei decoder della Tv digitale terrestre da parte degli italiani, soldi sottratti all'allargamento della copertura della banda larga, buttati (è il caso di dirlo) allâ??ariaâ?¦
La commissione europea, nella giornata di oggi ha formalizzato un procedimento di indagine a carico dellâ??Italia per lâ??uso improprio di finanziamenti statali, in questo caso per promuovere lâ??acquisto di decoder digitali, in netto contrasto con le direttive europee in materia di concorrenza. Difatti, ad oggi, sono ancora pochissime le famiglie che dispongono di set-box per accedere alla tv digitale, e pochissimi i canali visibili, tutti riconducibili ai grossi magnati della Tv italiana, con pochissimo spazio per altre emittenti private.
Così slitta alla fine del 2008 il cosiddetto switch-off, ossia il momento del passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, previsto per la fine del 2006.
Nel frattempo si fa sempre più evidente e concorrenziale la realtà della tv via internet la IPTV, che Telecom sta testando già dallo scorso luglio, e che, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare a conquistare circa 4 milioni di utenti nel prossimo futuro.
Il ministro Landolfi continua a sostenere la necessità del passaggio obbligato al digitale terrestre, che â??è tra gli obiettivi europeiâ?: dunque continuerà la sperimentazione già avviata nelle due regioni e, in seguito, verranno individuate anche altre aree in cui effettuare la conversione.
Nel frattempo, quello che forse il ministro Landolfi ignora, è che, proprio in Italia, la tv via internet, in mano ai grandi colossi delle telecomunicazioni, ha già un grosso seguito e Fastweb ne è la testimonianza migliore.
220 milioni di euro che in questi anni sono stati spesi per finanziare l'acquisto dei decoder della Tv digitale terrestre da parte degli italiani, soldi sottratti all'allargamento della copertura della banda larga, buttati (è il caso di dirlo) allâ??ariaâ?¦
La commissione europea, nella giornata di oggi ha formalizzato un procedimento di indagine a carico dellâ??Italia per lâ??uso improprio di finanziamenti statali, in questo caso per promuovere lâ??acquisto di decoder digitali, in netto contrasto con le direttive europee in materia di concorrenza. Difatti, ad oggi, sono ancora pochissime le famiglie che dispongono di set-box per accedere alla tv digitale, e pochissimi i canali visibili, tutti riconducibili ai grossi magnati della Tv italiana, con pochissimo spazio per altre emittenti private.
Così slitta alla fine del 2008 il cosiddetto switch-off, ossia il momento del passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, previsto per la fine del 2006.
Nel frattempo si fa sempre più evidente e concorrenziale la realtà della tv via internet la IPTV, che Telecom sta testando già dallo scorso luglio, e che, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare a conquistare circa 4 milioni di utenti nel prossimo futuro.
Il ministro Landolfi continua a sostenere la necessità del passaggio obbligato al digitale terrestre, che â??è tra gli obiettivi europeiâ?: dunque continuerà la sperimentazione già avviata nelle due regioni e, in seguito, verranno individuate anche altre aree in cui effettuare la conversione.
Nel frattempo, quello che forse il ministro Landolfi ignora, è che, proprio in Italia, la tv via internet, in mano ai grandi colossi delle telecomunicazioni, ha già un grosso seguito e Fastweb ne è la testimonianza migliore.
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