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Articolo 21 - Editoriali
Lo sciopero è riuscito. Ma denunceremo chi ha promesso doni e soldi
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di Natalia Lombardo

PAOLO SERVENTI LONGHI
Segretario della Federazione nazionale Stampa

da l'Unita'

Se accerteremo che sono stati fatti regali o dati premi a chi non ha scioperato si potrà arrivare alle denunce penali: sarebbe un comportamento illegale, non solo antisindacale. Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione nazionale della Stampa, è soddisfatto per la riuscita dello sciopero ma segnala alcuni episodi negativi.
Lo sciopero è riuscito, se lo aspettava?
«Un risultato incredibile essendo al settimo giorno di sciopero da giugno a oggi. Abbiamo parlato di partecipazione al 90%, ma in qualche caso, come a Mediaset o in molte redazioni Rai è stata del 100%; hanno scioperato i grandi giornali, i quotidiani politici, le agenzie di stampa, e stavolta anche il giornale della Cils, Conquiste del Lavoro. E chi è uscito in edicola, come il Quotidiano Nazionale del gruppo Riffeser, lo ha dovuto fare in edizione ridotta. Ci sono stati alcuni tentativi assurdi di evitare gli scioperi con promesse di ricchi premi e cotillon».
Sta scoppiando un caso Panorama.
«Ci sono state segnalazioni, è importante che il comitato di redazione e gran parte della redazione abbiano respinto il tentativo di Mondadori di regalare televisioni al plasma a chi non scioperava».
Il settimanale è comunque uscito in edicola.
«Sì, e già questo è gravissimo. Ma sarebbe ancora più grave se le offerte tecnologiche fossero avvenute tramite il direttore Calabrese. Personalmente lo stimo e spero che ciò sia smentito. Perché se lo fa un editore è un comportamento antisindacale, ma se lo fa un direttore viola la deontologia professionale».
Come Fnsi prenderete provvedimenti?
«Accerteremo i fatti. Ma potremmo arrivare alle denunce penali se davvero sono stati regalati degli home theatre o, come sarebbe successo al Giornale di Sicilia, a chi non ha scioperato sia stati dati premi in busta paga. Questo non è solo antisindacale, ma è illegale».
Sky non ha rinunciato alla diretta sul sorteggio dei
mondiali. Che ne pensa?
«Mi fa riflettere questa identificazione con lâ??azienda o che una parte scioperi senza far troppo male allâ??editore. Dire che non si vogliono penalizzare gli abbonati non sta né in cielo né in terra. E chi paga il canone Rai? Anche i tg Mediaset trainano pubblicità. Non condivido queste scelte, né le finestre dellâ??Adn Kronos».
Perché non si sblocca la trattativa con gli editori?
«I due punti della vertenza riguardano i collaboratori precari e lâ??applicazione non contrattata della legge 30. Noi rispettiamo anche le leggi che non ci piacciono molto, abbiamo chiesto il rinvio di due anni ma per la Fieg si dovrebbe applicare lo stesso in questo tempo».
Quali sarebbero le conseguenze?
«Una situazione devastante, il lavoro ripartito, il domenicale appaltato allâ??esterno, contratti a termine. Persino nel contratto delle Tlc ci sono dei paletti alla legge 30, ma gli editori non li concedono. Il ministro del Welfare Maroni ci ha chiamato per discutere della legge e ha sollecitato un accordo sulla previdenza, ma gli editori non rispondono».
Il successo dello sciopero è un bel risultato per il sindacato.
«Beâ??, il successo dimostra che non câ??è un sindacato rivoluzionario o antiriformista e arroccato, piuttosto difendiamo i colleghi anche sulla qualità e lâ??autonomia dellâ??informazione. Anche il sistema previdenziale della categoria câ??è perché è un mestiere delicato, non perché siamo una corporazione. Insomma, un giornalista tutelato ha una chance in più per essere libero. Però vorrei che la politica, lâ??opposizione, ci desse qualche risposta in più».
Ma lo sciopero è stato trasversale.
«Certo, vedere scioperare Il Secolo dâ??Italia e il Manifesto è importante. Il governo Berlusconi difende le sue leggi, è ovvio, ma lâ??opposizione che vuole fare sulla legge 30, sulla Rai e il servizio pubblico? O sulla Gasparri? Insomma, qual è la prospettiva sullâ??informazione?
Cosa accadrà adesso?
«Il 20 dicembre abbiamo il consiglio nazionale della Fnsi, entro il 15 gennaio la conferenza dei comitati di redazione. Centellineremo gli scioperi, ma non escludo che si possa scioperare anche in campagna elettorale. Il contratto è scaduto da oltre un anno, se la Fieg non fa passi avanti, prepariamoci».
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