Articolo 21 - Editoriali
WTO: tra numeri e questioni irrisolte
di Bruna Iacopino
Hong Kong, 13 dicembre 2005. Si sono aperti, oggi, i lavori dellâ??assermblea internazionale del WTO. Al centro, il rilancio del cosiddetto â??Doha Roundâ? ovvero la riduzione delle tariffe e delle altre restrizioni esistenti al commercio globale. Imponenti i numeri di questo mega-vertice: 149 gli stati membri, con 6.000 delegati, che fanno capo alle Nazioni Unite, 9.000 i membri delle forze dellâ??ordine, 10.000 i no-global che dovrebbero sfilare per le vie della cittĂ .
Dopo i fallimenti rappresentati dai due vertici precedenti di Cancuun, del 2003, e di Seattle, del â??99, rimangono in tavola numerose questioni aperte. Da una parte, i paesi ricchi che vorrebbero la totale liberalizzazione di merci e servizi per inondare i mercati emergenti, dallâ??altra, invece, i paesi poveri, legati ad unâ??economia sostanzialmente agricola che vorrebbero lâ??abbattimento dei dazi doganali sui prodotti agricoli in questione a favore dellâ??esportazione e di un piĂš equo commercio interno, unitamente allâ??abbattimento dei sussidi agricoli che favoriscono solo una piccola parte della produzione locale e solo quella finalizzata allâ??esportazione verso i paesi industrializzati.
In particolare, i paesi africani, denunciano, con un documento ufficiale, la sleale concorrenza di prodotti agricoli importati dallâ??estero e immessi sul mercato a prezzi competitivi; lâ??Africa si ritrova cosĂŹ, a dover importare generi alimentari di prima necessitĂ alla stregua di qualsiasi altra merce industriale e a discapito di unâ??economia che non riesce a trovare il modo per decollare, soffocata da quelle straniere.
Accanto alla questione agricola rimane scottante il problema dellâ??accesso ai farmaci, che, ancora una volta, vede lâ??Africa paese protagonista con i suoi milioni di malati di AIDS. Lâ??emendamento precedentemente approvato, secondo il quale, i paesi meno sviluppati hanno la possibilitĂ di produrre in proprio farmaci generici senza lâ??obbligo di rispettare il brevetto, appare, agli occhi di molti, come una sorta di palliativo, â??giacchè questi paesi non sono in grado nĂŠ di fabbricare, nĂŠ di produrre, farmaci genericiâ?.
Fra i tanti manifestanti, oltre a figure ben note, come il francese Josè Bovè, o lâ??italiano Agnoletto, tantissimi contadini in marcia contro lo sfruttamento a cui sono sottoposti, di questi molti sono sud-coreani.
Dopo i fallimenti rappresentati dai due vertici precedenti di Cancuun, del 2003, e di Seattle, del â??99, rimangono in tavola numerose questioni aperte. Da una parte, i paesi ricchi che vorrebbero la totale liberalizzazione di merci e servizi per inondare i mercati emergenti, dallâ??altra, invece, i paesi poveri, legati ad unâ??economia sostanzialmente agricola che vorrebbero lâ??abbattimento dei dazi doganali sui prodotti agricoli in questione a favore dellâ??esportazione e di un piĂš equo commercio interno, unitamente allâ??abbattimento dei sussidi agricoli che favoriscono solo una piccola parte della produzione locale e solo quella finalizzata allâ??esportazione verso i paesi industrializzati.
In particolare, i paesi africani, denunciano, con un documento ufficiale, la sleale concorrenza di prodotti agricoli importati dallâ??estero e immessi sul mercato a prezzi competitivi; lâ??Africa si ritrova cosĂŹ, a dover importare generi alimentari di prima necessitĂ alla stregua di qualsiasi altra merce industriale e a discapito di unâ??economia che non riesce a trovare il modo per decollare, soffocata da quelle straniere.
Accanto alla questione agricola rimane scottante il problema dellâ??accesso ai farmaci, che, ancora una volta, vede lâ??Africa paese protagonista con i suoi milioni di malati di AIDS. Lâ??emendamento precedentemente approvato, secondo il quale, i paesi meno sviluppati hanno la possibilitĂ di produrre in proprio farmaci generici senza lâ??obbligo di rispettare il brevetto, appare, agli occhi di molti, come una sorta di palliativo, â??giacchè questi paesi non sono in grado nĂŠ di fabbricare, nĂŠ di produrre, farmaci genericiâ?.
Fra i tanti manifestanti, oltre a figure ben note, come il francese Josè Bovè, o lâ??italiano Agnoletto, tantissimi contadini in marcia contro lo sfruttamento a cui sono sottoposti, di questi molti sono sud-coreani.
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