di Ermanno Anselmi
Intervento di Ermanno Anselmi, Segretario Generale SINAGI aff. SLC CGIL
Primo Forum sulla comunicazione di ARTICOLO21 â?? Roma, 13 dicembre Dirò più o meno come spesso intendo rappresentare lâ??edicola, metaforicamente, per far capire a chi mi ascolta lâ??importanza di questo antico strumento, un primo antico strumento di democrazia. Lâ??edicola mi piace rappresentarla come una sorta di televisore, un grande televisore messo in strada, dove il cittadino ha un telecomando formato da 1 euro. Va a questo grande televisore e acquista ciò che più gli piace, ciò che più desidera. Io spero che acquisti sempre più quotidiani; ma quello delle vendite è un dato sempre in discesa.
Così lâ??edicola è una prima forma di garanzia del pluralismo dâ??informazione, si può realizzare attraverso lâ??acquisto di un quotidiano, che rappresenta il parere, il pensiero, le idee di una parte o di più parti, attraverso lo scritto, secondo quanto sancisce lâ??articolo 21 della Costituzione.
Che cosa sono allora le edicole? Sono una rete capillare presente sul territorio, siamo 38.000 punti vendita, praticamente dove câ??è un paese, câ??è una chiesa, câ??è un avamposto di carabinieri, câ??è unâ??edicola.
Ã? una rete a disposizione del cittadino, le edicole stanno aperte mediamente 12/15 ore al giorno, lo sapete, tutti conoscete lâ??edicolante che sta sempre aperto, quindi dà lâ??opportunità di approvvigionarsi di stampa, di notizie, di contenuti in maniera illimitata. Ã? una rete che tenta di ammodernarsi, anche se con fatica per problemi strutturali. Penso alle dimensioni del chiosco, penso allâ??età media di chi gestisce lâ??edicola; ma che comunque, attraverso un progetto di informatizzazione che sta muovendo i suoi primi passi, è un mondo che cerca di mettersi in rete, cerca di essere utile a 360 gradi nel campo della comunicazione, a partire dai problemi della produzione e della distribuzione del prodotto editoriale.
Una rete che ha portato una grossa novità nella distribuzione e nella vendita del libro, pensate che negli ultimi tre anni si sono venduti più di 200 milioni di copie di libri, con tutte le iniziative del libro allegato al quotidiano. Un dato eccezionale, e questo ha prodotto anche un effetto volano. Penso alla kermesse sulla piccola editoria svolta a Roma in questi giorni e al boom di visitatori di questi ambienti.
Lâ??edicola è un luogo dove si può diffondere cultura a 360 gradi. Quindi una rete che ha la sua importanza nellâ??ambito economico e sociale, una rete che ha fatturato nellâ??ultimo anno, nel 2004, 4,5 miliardi di euro, Una rete che occupa mediamente 100.000 addetti, noi stimiamo che sono circa 50.000 famiglie quelle che lavorano allâ??interno delle 38.000 edicole presenti sul territorio. Quindi 100.000 addetti viene ad essere un comparto di settore abbastanza importante. Una realtà difficile da ignorare, difficile non considerarla nel contesto del mondo della comunicazione. Una realtà che, oggi più di ieri, e credo di non dire un eresia, è stata uno dei pochissimi baluardi di garanzia dellâ??articolo 21 della Costituzione, proprio per quel fatto che allâ??interno dellâ??edicola possiamo sempre trovare più pensieri, più parole, più giornali che rappresentano idee e culture diverse. Quindi un elemento della nostra società che va tutelato, non protetto, ma salvaguardato senza evitare lâ??apertura e il confronto verso il mercato. Una rete che ha fatto della garanzia del pluralismo e della parità di trattamento in fase di vendita del prodotto editoriale il suo cavallo di battaglia.
Oggi non vogliamo abbandonare quel ruolo assunto e grazie al quale siamo modello di rete a livello europeo per la tutela del pluralismo. Ma con altrettanta determinazione voglio dire che non possiamo più assumerci i pesanti oneri che comporta la garanzia della parità di trattamento, quando gli altri canali di vendita devono â??garantire la parità di trattamento nellâ??ambito della tipologia sceltaâ? e di fatto sono liberi di scegliersi il prodotto più commerciabile, e più pubblicizzato.
Diviene ineludibile avviare un ragionamento nuovo con le Istituzioni di nostro riferimento sullâ??obbligo di parità di trattamento delle testate in vendita, una volta onere dellâ??unica rete di vendita; oggi da valutare sia nei confronti di una rete composta da due canali di vendita (esclusivi e non esclusivi), sia nei confronti di tutto lâ??universo dei mezzi di comunicazione oggi in uso.
Senza voler abbandonare assolutamente il principio e la difesa del pluralismo dâ??informazione, alcune serie riflessioni sono dâ??obbligo per capire che tipo dâ??impatto provoca sulla rete tradizionale, unico soggetto obbligato alla vendita generale del prodotto, quella mole indistinta di prodotto editoriale, che nella pratica è solo oggettistica, pornografia, e così via. Una mole indistinta di prodotti editoriali che, assieme ai prodotti della piccola e media editoria di qualità , sistematicamente non entrano e non entreranno mai negli altri canali di vendita e tanto meno nei supermercati.
Lâ??assetto economico della rete diviene strategico ed importante al fine di non espellerne quelle pubblicazioni che pesano sui nostri conti, poiché non hanno possibilità di una pubblicità televisiva, o poiché si rivolgono ad una nicchia di mercato ristretta. In buona sostanza la correlazione tra aspetto finanziario della rete e parità di trattamento è inscindibile.
Ecco allora perché sono convinto che lâ??Accordo Nazionale tra Fieg, Organizzazioni Sindacali dei rivenditori e Distribuzione, da pochi mesi siglato con grandi innovazioni, possa diventare una traccia anche per le Istituzioni, affinché si avvii un tavolo di concertazione con i soggetti rappresentativi della filiera, volto ad affrontare tutti i nodi veri della carta stampata.
Occorrerà , pertanto, impegnare Governo e Parlamento in un ragionamento più vasto per affrontare il problema dellâ??attività di distribuzione del prodotto. Occorrerà far comprendere alle istituzioni che in unâ??evoluzione del mercato editoriale con unâ??aggiunta di offerta di prodotto a prezzi elevati sempre più crescente, sarà sempre più necessario riequilibrare la garanzia di pluralismo che di fatto fino ad oggi è stata sostenuta solamente con lâ??anticipo finanziario fornito dai rivenditori, grazie ai metodi di pagamento delle pubblicazioni della rete delle edicole.
Proprio per questo si rendono più necessarie definizioni legislative, in una legge di sistema, concrete ed urgenti in ordine alla garanzia del pluralismo in fase di distribuzione. Una legge di sistema che comprenda la distribuzione. Occorre adesso una definizione attuale, che dia dignità alla configurazione giuridica di una categoria come la nostra, così come a quella dei distributori. Continuare a tenere il mondo della carta stampata in una sorta di limbo virtuale tra commercio e servizio, oltre che creare una confusione istituzionale senza precedenti, tra stato e regioni, rischia di togliere sicurezze e prospettive alla rete tradizionale.