di Paolo Martini *
Di Che il campionato della tv non abbia una classifica ufficiale, incontrovertibile, è evidente anche dal fatto che ogni giornale si può scegliere il suo vincitore, magari anche all??interno della stessa rete, fosse pure La 7. Per il Corriere della Sera Daria Bignardi con le sue Invasioni barbariche è addirittura ??la nuova signora del prime time?, per la Repubblica sono invece le Markette di Piero Chiambretti ??il vero fenomeno di stagione?. E se i giornali d??opinione pescano in una rete come La 7, non propriamente tra le maggiori, i vincitori di stagione, un primo risultato è evidente: nonostante l??enorme eco mediatico e sociale che ha avuto quest??anno la tv, nonostante titoli su titoli dedicati all??Isola dei famosi o a Rockpolitik, nonostante il nuovo scontro sulla seconda serata, nonostante persino la guerra sui diritti del calcio di serie A, non brillano affatto né le reti Rai, né quelle Mediaset. Tanto tuonò che piovve, insomma.
CRESCE LA TV VIA SATELLITE La tenuta complessiva delle tv satellitari ( Sky raggiunge la media stagionale in prima serata del 4,8 per cento, ma in altri orari, come la domenica pomeriggio, raccoglie oltre il 10 per cento), e la vittoria perlomeno morale de La 7 parlano appunto indirettamente anche dello stato dell??arte tra Rai e Mediaset. E?? stata una pessima stagione, indiscutibilmente, quella delle grande reti pubbliche e private: fatta eccezione per alcune buoni segnali della terza rete (per esempio, l??ottimo risultato di Report di Milena Gabanelli in prima serata), Rai e Mediaset risentono al massimo della ??crisi di fine legislatura?, caratteristica di ogni possibile cambio di stagione politica. Canale 5 ha clamorosamente fallito l??assalto alla corazzata Rai, la tv pubblica si è talmente appiattita in una formula ??di regime? che Adriano Celentano è potuto sembrarci un rivoluzionario, con il suo trionfale Rockpolitik, il varietà di maggior successo dell??anno.
LA TV NEO-REALITISTICA Nel lontano ??83 Umberto Eco coniò la celeberrima definizione di Neo-Tv, la cui caratteristica primaria sarebbe l??autoreferenzialità, il parlare prima di tutto di tv. Come tutti possono notare da questo punto di vista, di ??tv che si parla addosso? (Aldo Grasso) siamo arrivati a fine corsa: più di così è impossibile. L??ultima stagione è stata dominata dai personaggi dei reality show come l??Isola dei famosi ma quello che è ancora più significativo è che la tv nel suo insieme, soprattutto nei tanti talk-show più o meno travestiti, assume i toni stessi dei reality: conta ormai la ricerca a tutti i costi dell??evento, dell??annuncio privato, del colpo a effetto. Edmondo Berselli ne ha parlato come ??dell??invasione degli ultra-reality?, Renzo Arbore, che il Mulino non lo dirige e finge di non saperne niente della cosiddetta ??realiticità?, parla semplicemente di ??tv paracula?. Le grandi storie genere Al Bano-Lecciso, insieme con una sterminata teoria di fiction sui santi, i papi e i carabinieri (e ovviamente anche poliziotti e persino Guardie costiere, e poi ancora buone professoresse da prima della lettera di don Milani, e così via), contribuiscono a creare un mondo che potremmo definire ??neo-realitistico?, che non ha niente a che spartire con la realtà vera, puntualmente espulsa dalla tv o confinata nelle nicchie genere Report, L??Infedele di Gad Lerner, C??era una volta.
LA TERZA CAMERA FA DA SALOTTO In questo quadro si comprende anche la nuova, straordinaria evoluzione di Porta a Porta, che resiste alla grande ad ogni tentativo di concorrenza perchè Bruno Vespa ha trasformato la sua Terza Camera televisiva nel Salotto per eccellenza della ??tv neorealitistica?, inserendo dosi massicce di Isole dei famosi, di problemi di sesso, di cibo, di bon ton, insomma svoltando dalla politica all??indistinto, non senza dimenticare la cronaca con Cogne. Fallita per ora la sfida di Matrix , s??avvicina appena appena a Vespa il solo Paolo Bonolis con lo strano varietà jazz-umanistico Il senso della vita , ma è un po?? presto per giudicare la nuova formula che deve molto anche allo stato di grazia del comico Luca Laurenti. Ma certo, è stata una stagione di esperimenti non proprio riusciti, soprattutto rivolti al pubblico più appetibile per i clienti pubblicitari (vedi riquadro a parte). I programmi di parola che sono stati considerati migliori dalla critica, dalle Invasioni bignardiche e le Kiambrette de La 7 ai salotti di Fabio Fazio e di Serena Dandini su Raitre, hanno tutti potuto godere di una buona stagione di prova. Come dire che in tv non s??inventa nulla.
*editoriale di News n.30, in edicola dal 15 dicembre 2005