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Articolo 21 - Editoriali
Intervento al Forum sulla Comunicazione di Articolo 21
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di Aldo Ferrara*

Sul solco della bozza della Carta dei Diritti dellâ??Informazione, due punti appaiono cardini ai fini di un processo di sviluppo integrativo della Comunicazione in Italia: a) lâ??integrazione dei media in un offerta sinergica e b) il recupero di fasce di esclusi.
a) Il primo punto riguarda il ruolo centrale della Comunicazione nella Società odierna, evoluta ed in sviluppo rispetto agli anni passati, che quindi esige cambiamenti ed adattamenti dinamici. Dobbiamo concepire una Comunicazione come offerta di un processo integrato di multiformi attività (radiofoniche, televisive, editoriali, scientifiche e interattive) ad una domanda posta continuamente dalla nostra stessa società. Da quanto sopra non è disgiunto un secondo elemento, la necessità di raggiungere il territorio con ogni strumento mediatico e recepire le istanze che esso propone. Dunque una sorta di rivoluzione copernicana: il cittadino non più oggetto della Comunicazione che si propone di raggiungerlo ma soggetto attivo nella proposta che il mondo della Comunicazione deve recepire e sviluppare con adeguate risposte.
Ed in questo ambito occorre valorizzare tutti quei strumenti dei media conferendo ad essi una valenza integrata : non più dunque solo TV ma sviluppo dell'editoria, della carta stampata ( basti pensare che mentre 52 milioni di italiani posseggono un televisore, solo 6 milioni leggono i giornali), dell'editoria scolastica e scientifica, del sistema internet, in crescita esponenziale,e soprattutto della Radio.

Lo strumento radiofonico, opportunamente adeguato alle attuali esigenze con nuove offerte tecnologiche come il DAB ( Digital Audio Broadcasting), ha peculiarità di raggiungere in modo capillare il territorio, magari con il supporto e lâ??integrazione delle emittenze locali, di dargli un assetto culturale uniforme ed, in buona sostanza, di implementare quel processo di integrazione socio-politica, oggi messa in discussione da numerosi dispositivi legislativi disgregativi. Dal dopoguerra fino ad oggi, la radio ha sempre assolto questo compito e contributo più di ogni altro mezzo mediatico ad unire il paese.

Facendo un poâ?? di conti, in Italia la Radio raggiunge, tra lâ??altro, un target di ben 30 milioni di veicoli privati, cui si deve aggiungere il mezzo pesante di trasporto. Dei soli veicoli privati, ben il 65% è dotato di autoradio, ergo abbiamo circa 19 milioni di autoradio. Ammettendo che almeno il 50% sia sempre sintonizzato, otteniamo circa 10 milioni cui si sommano le radio in ascolto costante utilizzate nelle sedi di lavoro o più frequentemente a casa, quindi dopo la TV, la più ampia area di ascolto è data dalla radio. Se poi analizziamo le fasce dâ??ascolto, quelle radiofoniche sono prevalentemente mattutine e nel primo pomeriggio mentre il maggior ascolto TV si ottiene a partire dalle ore 19,30. In linea di massima la radio è più seguita per circa otto ore al giorno versus TV che focalizza, salvo eccezioni statistiche, il massimo dellâ??audience dalle 19,30 alle 23,30, quindi per quasi solo quattro ore. Ed ancora la diversificazione dei palinsesti è così completa da coprire il ventaglio della domanda: dalla musica classica a quella rock, basti pensare al numero di trasmissioni dedicate allo sport, attualità e commenti sulla società. Ed inoltre la gran parte delle fasce di età giovanili segue con interesse i programmi radiofonici di musica e sport.

b) Il secondo punto è dato dalla necessità di un recupero culturale di una larga fetta della Società, potenzialmente escluda dal mondo della Comunicazione Radio-TV. Essa è costituita dagli audio lesi che in Italia sono quantizzati in circa 7,5 milioni. in Italia sono circa 250.000 i bambini al di sotto dei 10 anni che hanno disturbi della comunicazione per deficit uditivo di vario grado e circa 6500-7000 i bambini le cui famiglie richiedono ogni anno il sostegno scolastico per problemi uditivi. A ciò si aggiungano le sordità neuro-degenerative dellâ??anziano e quelle da sordità rinogena ( per problemi respiratori). Questa fetta della nostra popolazione è virtualmente esclusa dalla Comunicazione Radio-TV, eccezione fatta per alcuni TG dotati di interprete che usa il linguaggio dei segni ed alcuni altri il linguaggio orale. Ma molti programmi, come i talk show, i film ed i documentari senza sottotitolazioni, non possono essere seguiti. Nuove tecnologie vanno acquisite per la traduzione digitale simultanea che consente allâ??audioleso di seguite tutti i programmi. Ma dette tecnologie non sono attualmente disponibili in Italia.

Anche in questo caso il Pianeta Comunicazione deve raggiungere queste realtà dimenticate e dare così impronta sociale al Servizio Pubblico.

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