di Salamandra
L??arrivo di Mario Draghi al timone di Bankitalia segna una tappa fondamentale nel cammino della corsa ai nuovi assetti politico-finanziario-sociali del sistema Italia. Si chiude un lungo periodo infelice per il sistema bancario nazionale, guidato e controllato dal massimo esponente della finanza cattolica, Antonio Fazio, se ne apre un altro che vede il ritorno dopo questa parentesi disastrosa di un esponente della cosiddetta ??finanza laica internazionale? alla testa della Banca centrale, così come fu ai tempi di Baffi e Ciampi.
A questo capovolgimento degli interessi finanziari ( sempre più fondamentali per lo sviluppo industriale e sociale del paese, visto il tramonto dell??economia ??pesante? e la trasformazione del capitalismo occidentale verso un?? economia ??cartacea e di servizi? ), fa da contraltare la crisi del nostro sistema politico, che dura con alti e bassi da almeno 13 anni, dall??inizio dello scoppio del fenomeno criminoso Tangentopoli.
Il tramonto del progetto neocentrista cattolico
Alla base del ??risiko bancario? che ha coinvolto, con differenti destini, capitali e uomini, Antonveneta- Banca Popolare di Lodi ( poi BPI), da una parte, e BNL-Unipol, dall??altra, vi sono interessi finanziari e politici diversi, separati, ma ineluttabilmente uniti dal destino della sorte e della giustizia.
Non c??è stato insomma, un ??grande vecchio? (Fazio?, Casini? Berlusconi? Vaticano? Fantomatici poteri forti giudaico-massonici?) che guidava le fila degli avvenimenti, come anche Eugenio Scalari ha giustamente analizzato sull??ultimo numero del Venerdì di Repubblica ( come fece pensare invece lo scandalo della Loggia massonica segreta ??P2?, o la stessa Tangentopoli).
Ma la concatenazione dei fatti, la casualità, la ??consorteria umana? e la contemporaneità degli eventi hanno fatto sì che quelle stesse mosse di alta finanza e di riposizionamento politico si mischiassero nell??evolversi delle vicende politico-giudiziarie, dando così vita all??equivoco mass-mediatico di ??complotto? e del ritorno in scena di un ??grande vecchio?.
In realtà, i protagonisti del moderno dramma pirandelliano, alla stregua di ??Sette personaggi in cerca d??autore?, giocano ruoli indipendenti tra loro pur se convergenti.
In principio, agli inizi del 2000, c??è la tentata scalata di MPS ( il Monte Paschi di Siena, la ??banca della sinistra? per antonomasia) nei confronti di BNL, la ex- banca pubblica del Tesoro, guidata dall??ex-presidente di Confindustria Luigi Abete (cattolico di sinistra, ulivista della prima ora) in collaborazione con i potenti spagnoli del BBVA.
MPS era reduce dal ??dissanguamento? finanziario per l??acquisizione della Banca del Salento, poi ribattezzata ??121?, fortemente voluta dall??entourage di D??Alema ( Velardi e De Bustis, poi direttore generale di MPS e, una volta dimesso dai senesi, arrivato ai vertici della Deutsche Bank italiana). Si trattava di una ??scalata amichevole?, un riposizionamento all??interno del sistema politico-finanziario del centrosinistra: da una parte gli amici dei diessini d??alemiani, dall??altra le margherite di Abete, Diego Della Valle, guardati con simpatia da Luca Cordero di Montezemolo ( patron di Fiat-Ferrari e, più tardi, presidente di Confindustria) e da Francesco Rutelli.
Ma nel corso del 2003, ci si mette di traverso Fazio, che non vede di buon occhio l??alleanza della finanza laica, seppure tra esponenti di origini cattoliche e di sinistra.
Naufragata la scalata, inizia la telenovela degli immobiliaristi romani, guidati da Gaetano Francesco Caltagirone ( patron della Vianini e del gruppo editoriale Caltanet, che controlla Il Messaggero e diversi altri quotidiani interregionali, oltre che di fatto essere il suocero di Pierferdinando Casini, leader dell??UDC, presidente della Camera, e massimo esponente del progetto neocentrista cattolico), insieme agli altri ??furbetti del quartierino?, come Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto e Danilo Coppola.
Nume tutelare della controscalata alla BNL, in funzione anti-spagnola e contro l??accoppiata Abete-Della Valle è il governatore Fazio, cui sta a cuore il progetto politico neocentrista. Fazio ha due alternative, se tutto va in porto, entro le politiche del 2006: diventare il capo di un governo di garanzia di una grande coalizione (nell??ipotesi di un pari e patta dei due poli); oppure sostituire Ciampi al Quirinale ( nel principio non scritto dell??alternanza tra un laico e un cattolico, e nella difficoltà di trovare i numeri, i due schieramenti avrebbero potuto indicarlo).
E poi per Fazio c??è l??idea covata da anni dai circoli più ristretti della finanza cattolica ( emanazione del Vaticano) di fermare il prestigio di Giovanni Bazoli e Corrado Passera ai vertici di Banca Intesa, l??istituto bancario del Nord legato agli ambienti del cattolicesimo progressista e politicamente schierato con Prodi e il suo progetto neo-Ulivista. Non solo, ma in Fazio e i suoi referenti è cresciuta la preoccupazione nei confronti di altri istituti , come l??Unicredit di Alessandro Profumo e il SanPaolo-IMI di Rainer Masera anche loro ormai tendenzialmente pro-ulivisti e sganciati dalle pressioni sia della finanza cattolica, sia del governo berlusconiano.
Ma per far marciare il suo progetto, Fazio ha bisogno scompaginare le acque dentro al centrosinistra e dentro la stessa maggioranza di governo. Quindi, apre la strada all??Unipol, che si allea con il ??contropatto? di Caltagirone ( i centristi cattolici), per creare una frattura tra l??ala riformista dei DS più sensibile a Prodi e quella di D??Alema-Fassino. E così, mentre MPS si ritira e rompe l??alleanza storica con Unipol e parte della dirigenza diessina, anche nella Lega delle Coop rosse si incrina il rapporto privilegiato tra l??ala riformista e quella ??pragmatica? incarnata da Giovanni Consorte, vertice supremo di Unipol.
Nel frattempo, Fazio lancia la sua sfida nella ??galassia del Nord?: dispone tutto quanto è in suo potere per bloccare gli olandesi della ABN Amro che vorrebbero prendersi l??Antonveneta e spalancare le porte ?? del paradiso finanziario? al cattolicissimo ragionier Gianpiero Fiorani, intenzionato a papparsi con la piccola Popolare di Lodi il grande istituto concorrente nel mondo cattolico ad Intesa di Bazoli.
La tattica dei due fornici, però, non tiene conto della politica concreta né della finanza reale!
Da una parte, la crisi del governo di destra, quella economica del paese, e la stessa drastica caduta di consensi di Berlusconi, dall??altra la fiducia ritrovata nel centrosinistra verso Prodi e il suo progetto neo-ulivista, che lo vedrà trionfante alle Primarie di metà ottobre, provocano scossoni negli assetti politici e sociali del paese. Quindi, la debolezza patrimoniale e le oggettive bassezze-scaltrezze istituzionali al limite dell??illecito ( come la magistratura sta scoprendo), provocano le reazioni della finanza laica europea.
Si rischia per l??ennesima volta, la figuraccia sui mercati internazionali, come ai tempi di Sindona, prima, e di Calvi, poi. Entrambi espressione degli ambienti finanziari cattolici e vaticani, entrambi negli Settanta e Ottanta accarezzanti idee megaloniche di supremazia incontrastata nella finanza italiana, tanto da allearsi con ambienti massonici deviati e malavita. Si sa come finirono i protagonisti di quelle vicende oscure.
In questo caso, per fortuna, non ci si è imbattuti in ambienti malavitosi, ma le leggi, a quanto risulterebbe dalle prime indagini giudiziarie, sono state infrante.
Per ora pagano Fazio, Fiorani e Consorte, mentre i loro alleati, come Ricucci e Gnutti, escono malinconicamente di scena dal palcoscenico dei ??vippaioli?. Si blocca il progetto neo-centrista cattolico, che avrebbe potuto far proseliti e aprire delle brecce tra i nostalgici democristiani della Margherita e tra i loro ??confratelli? di Forza Italia ( il terziario francescano Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, e il ligure ??voltagabbana? Luigi Grillo).
Certo, il prestigio, l??autorevolezza e l??autonomia di Bankitalia ne hanno fatto le spese. Per la terza volta in 30 anni, un esponente della finanza cattolica ha creato solo danni di immagine al sistema finanziario italiano sulla scena internazionale.
Restano alla finestra, in attesa dell??evolversi degli eventi politico-giudiziari, altri due personaggi finora defilati: Caltagirone e il suo ??genero? Casini. L??editore-immobiliarista è stato il patrocinatore della scalata di Unipol su BNL, in funzione anti-BBVA e MPS, non solo ma è la ??quinta colonna? di quanti all??interno del centrodestra desiderano impossessarsi del gruppo editoriale RCS- corriere della Sera ( fa parte del cosiddetto ??patto di sindacato?), tanto da vedere di buon occhio l??acquisto di oltre il 20% di azioni da parte del ??giovane palazzinaro? romano Ricucci, che faceva parte a suo tempo del ??controbatto? dentro BNL.
Il ruolo dei ??poteri forti?
Chi sono i fantomatici ??poteri forti? che soprattutto da destra vengono di volta in volta evocati come uno spauracchio, tanto da far avanzare l??ipotesi da parte del braccio destro di Berlusconi, il ??don Abbondio? ex-comunista Bondi di un accordo bipartisan con la sinistra?
Di certo il Vaticano ancora lo è, anche se sconta la sua capacità di penetrazione con l??allearsi secondo le occasioni con esponenti non proprio cristallini della maggioranza di centrodestra. Ha perso smalto invece la sua forza di ??moral suasion? negli ambienti finanziari e imprenditoriali, per non parlare delle istituzioni internazionali, accentuatasi dopo la morte del grande pontefice Giovanni Paolo II.
La Confindustria è talmente indebolita dai quattro anni di gestione collaterale e subalterna a Berlusconi, dovuta all??ex-presidente ??Masianello? Antonio D??Amato, che stenta ancora a trovare una sua collocazione di primo piano nelle scelte determinanti del paese. E poi Montezemolo è troppo preso dall??evitare il precipitare della crisi della FIAT, per potersi smarcare con la dovuta determinazione dagli interessi governativi ( non riesce a firmare il contratto dei metalmeccanici e dei giornalisti, deve contrastare gli attacchi finanziari al ??Corriere della sera? ha bisogno degli aiuti statali per la mobilità lunga, fa accordi monopolistici tra la sua Juventus e Mediaset!). Lo stesso dicasi dall??altro ??dioscuro? Marco Tronchetti Provera, patron della Pirelli e dell??indebitatissima Telecom ( a proposito come se la mette con le frequentazioni societarie avute con ??Chicco? Gnutti, il raider bresciano ora nell??occhio del ciclone per l??affaire- Antonveneta?).
La Confcommercio, dopo l??incriminazione del suo presidente, il pasticciere siciliano Sergio Billè, ha perso lo smalto dei tempi in cui si batteva contro il governo Prodi e l??euro ( ricordate l??invenzione delle manifestazioni oceaniche ??Tax Day?, benedetta da Berluscooni?). La categoria è percorsa da fermenti antigovernativi e colpita nei portafogli e nell??animo della recessione dei consumi, che nell??immaginario collettivo della popolazione ( peraltro non proprio tanto immaginario!) ha contribuito a fomentare con gli aumenti indiscriminati a partire dall??introduzione dell??euro in poi. Chi è causa del suo male?!!!
La Massoneria italiana tradizionale è ormai ??missing in action? dopo le batoste giudiziarie seguite allo scandalo P2 negli anni Ottanta, anche se molti dei suoi affiliati siedono ancora negli scranni del Parlamento e dello stesso governo, oltre che in molti consigli di amministrazione di banche, assicurazioni e imprese varie.
Restava Bankitalia, ma Fazio la talmente legata alle sorti del governo, prima, con il suo palese ostracismo nei confronti dell??ingresso dell??Italia nell??Euro, e, poi, con il suo strombazzato ??nuovo miracolo economico?, appena insediatosi Berlusconi a Palazzo Chigi. Per non parlare della sua particolarissima gestione del ??risiko bancario?, che l??ha costretto alle dimissioni!
Un nuovo centro di potere, a ben guardare, si è affermato in questi ultimi dieci anni. Si tratta dell??Aspen Institute, presieduto nell??ordine da Giuliano Amato, Mario Monti e Giulio Tremonti. Tre diversi aspetti del potere politico-finanziario internazionale.
Amato, esponente di punta del centrosinistra, già ??dottor sottile? con Craxi, già presidente del consiglio e ministro del tesoro, nonché vicepresidente della Commissione incaricata di redigere la nuova Costituzione europea, uomo di punta dell??Unione e ai vertici della fondazione dalemiana ??Italiani europei?, indicato anche lui a sostituire Fazio in Bankitalia.
Monti, moderato repubblicano, di certo non berlusconiano, già al vertice della prestigiosa Università privata Bocconi, già vicepresidente della Commissione europea con delega al mercato interno e ai regolamenti finanziari, attualmente nel board della banca di affari Goldman Sachs ( dove si sono affermati anche Prodi e,da ultimo il neo-governatore Draghi), più volte indicato come possibile capo del governo di una ??grosse coalitionen? o anche governatore di Bankitalia, al posto di Fazio, o ancora probabile superministro dell??economia nell??eventualità Prodi e l??Unione vincessero le elezioni del 2006.
Tremonti è l??attuale presidente dell??Aspen ( nel board vi siedono, tra gli altri, i presidenti onorari Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio, quindi John Elkann, Enrico Letta, Paolo Savona, Lucio Stanca, Ennio Presutti, Giuseppe Cattaneo e Marta Dassù), ma da giovane frequentava gli ambienti socialisti con Amato e Craxi, prima di convertirsi al berluscanesimo imperante, diventando in pratica il ??commercialista? di fiducia del Cavaliere di Arcore, superministro dell??economia e vicepresidente del consiglio.
A lui si deve l??affondo contro Fazio e sempre lui, il Tremonti/Treconti, ha menato la danza dei nomi per la scelta del neo-governatore. Non a caso i nomi che sono caduti dai petali della sua particolare margherita avevano le sembianze di Monti, Amato e Draghi. Tre personalità di alto livello certo, con indubbie capacità tecniche e grande frequentazione delle istituzioni politiche nazionali ed internazionali. Sicuramente dei laici, europeisti e liberali.
Che sia l??Aspen il nuovo centro dei ??poteri forti?, con i suoi soci celati dentro un elenco riservato ( vedere il sito internet ufficiale!), con i suoi convegni ad alto livello, come quello più esclusivo sul lago di Como nella fantasmagorica Villa D??Este, dove si incontrano tutti i bei nomi della finanza, dell??imprenditoria e del mondo politico europeo e mondiale, ogni inizio di settembre?
Scenari fantapolitici?
In attesa di capire come si evolveranno le indagini della magistratura dentro e fuori i confini italiani, dentro e fuori i conti segreti custoditi nelle banche svizzere e dei ??paradisi fiscali?; nell??attesa di vedere il regolamento dei conti all??interno dei DS tra i dalemiani, i fassiniani e tutti gli altri, dopo le intercettazioni maligne strombazzate (guarda caso!) dal Giornale, ovvero il quotidiano della famiglia Berlusconi; in attesa di quali saranno le prime mosse di Draghi per ridare slancio, autorevolezza, prestigio e autonomia alla ferita Bankitalia e per sbrogliare l??intricata matassa dell??OPA Unipol verso BNL ( visto che la banca d??affari che assiste gli spagnoli del BBVA, avversari di Unipol, si chiama Goldamn Sachs!).
In attesa di questi eventi, va avanti la trama tessuta dal nuovo ??cavalier sottile? di Palazzo Chigi, Giulio Tremonti/Treconti.
Ha incassato un successo internazionale con la cacciata di Fazio e la scelta bipartisan di Draghi. Forse dalle ??sue fiamme gialle? sono partiti i ??soffietti? con le intercettazioni telefoniche su Fassino e consorte ( come ipotizza quello scaltro esperto di ??affaires segreti? che è l??ex-presidente della Repubblica, Francesco Cossiga).
Messo all??angolo Berlusconi, ritenuto non più all??altezza delle sfide politiche, e tenuta sotto scacco la Lega di Bossi (preoccupata per il fallimento della banca CrediEuroNord, sostenuta proprio dalla BPI di Fiorani), il nostro cavalier sottile si sta giocando la ??partita della vita?.
Se le elezioni di aprile vedranno una lieve maggioranza all??Unione, potrà proporsi come mediatore per cercare una soluzione alla ??grosse coalitionen? ( con le ali estreme staccate e Forza Italia ridotta al lumicino), che accontenti anche i partner europei e i ??poteri forti? internazionali: una presidenza del consiglio con Monti e una presidenza della Repubblica con Amato, ad esempio.
E così Prodi sarebbe messo in cantina definitivamente, Berlusconi uscirebbe di scena non troppo malconcio, con i portafogli delle sue aziende stracolmi di soldi e senza pericoli per il futuro imprenditoriale, mentre i DS si vedrebbero ridimensionati e il ??grande centro neodemocristiano? verrebbe gettato nel
dimenticatoio per sempre.
Solo fantapolitica?
Finora a pensar male,e a scrivere di scenari futuribili sul nostro sito, ci abbiamo preso. Il resto, ed è la parte più importante e determinante del nostro futuro, è nelle mani dei milioni e milioni di elettori che non ne possono più del regime berlusconiano e dei cosiddetti ??poteri forti?!