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Marchionne fa salire gli operai sui tetti e la Fiom nei “Borsini” dei Tg
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di DENTRO LE NOTIZIE

Marchionne fa salire gli operai sui tetti e la Fiom nei “Borsini” dei Tg

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I TITOLI DEL 14 LUGLIO 2010 - Un caso come quello del sottosegretario Cosentino crea sempre fibrillazioni all’interno dei telegiornali. In alcune testate poi la tensione è palpabile e la notizia delle dimissioni viene annunciata usando il condizionale. Così, Studio Aperto la comunica attraverso una breve dalla redazione, sottolineando  però la mancanza di conferme, mentre un imbarazzatissimo Emilio Fede dice e non dice nei titoli, manda in scaletta  sei servizi sei sulla sua notizia di apertura e cioè il caldo torrido che attanaglia l’Italia e dopo un quarto d’ora scioglie l’amletico dubbio: il sottosegretario si è dimesso.

Per trovare l’intero fatto trattato in modo completo bisogna nella stessa ora sintonizzarsi sul Tg3 che vi dedica ben 4 pezzi: la cronaca del fatto, le reazioni politiche ed anche un servizio sulle reazioni degli esponenti del Pdl campano.

Il caso Cosentino è anche apertura per Tg1, Tg2, Tg5 e Tg La7, quest’ultimo telegiornale che dal primo luglio e diretto da Enrico Mentana, al suo interno sull’argomento ha un bel servizio di Stefano Ferrante che ricostruisce tutta la storia politica di Nicola Cosentino.

Nel pomeriggio una questione riguardante il mondo del lavoro ha trovato spazio nelle testate di tutti i siti online. Tre operai della Fiat sono stati licenziati per aver bloccato un carrello robotizzato durante un corteo interno alla fabbrica di Melfi, in provincia di Potenza. La vicenda è riportata nei titoli dal Tg3 e dal Tg2, mentre Tg1 e Tg5 vi dedicano dei servizi all’interno delle proprie scalette.

Che una notizia riguardante il mondo del lavoro trovi spazio in modo così consistente all’interno dei nostri telegiornali è cosa alquanto rara. Evidentemente questa volta, l’amministratore delegato Fiat Marchionne, l’ha combinata davvero grossa. Approfondiremo l’argomento con il segretario generale della Fiom Landini.
Il richiamo del presidente della Repubblica ad una maggior coesione nazionale ed il caldo afoso, sono gli argomenti che ritroviamo come una costante nella titolazione di tutti i tg.

E da segnalare, infine, un titolo del Tg La7 sulle auto blu. Sono 90 mila, sono guidate da 60 mila autisti e costano ben 4 miliardi all’anno. Brunetta ha promesso che dimezzerà il loro numero. Ci si chiede: e la metà dei 60 mila autisti assunti che fine farà?    


Il Commento di Maurizio  Landini, Segretario  FIOM-CGIL
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Landini, Segretario Generale della Fiom, che giornata è  nella storia dei rapporti Fiom-Fiat? Un licenziamento per un “volantino elettronico”, chiamiamolo così, a Mirafiori ed un licenziamento e due procedure di licenziamento all’impianto di Melfi; tutto questo in poche ore. Che cosa significa?
“ Significa che purtroppo all’interno della Fiat sta prevalendo quella logica che dal ricatto di Pomigliano porta alla rappresaglia ed alle intimidazioni verso i lavoratori. Crediamo che sia una scelta sbagliata, e ci auguriamo che all’interno della Fiat torni la ragionevolezza e prevalga il fatto che per far funzionare le fabbriche c’è bisogno del consenso dei lavoratori, e che bisogna fare i conti con tutte le organizzazioni sindacali che hanno una  reale rappresentanza dei lavoratori.”

Dal punto di vista dei media, questa notizia ( noi mettiamo sotto osservazione i TG) per esempio all’ora di pranzo era completamente assente; adesso comincia ad esserci qualcosa sui siti: che significa questo?
“ Credo che ci sia stato il tentativo di coprirlo e di non far emergere che eravamo di fronte a dei licenziamenti, perché è utile ricordare che nel giro di 10 giorni la Fiat ha fatto 5 licenziamenti: un lavoratore a Pomigliano, uno a Mirafiori e tre rischiano qui a Melfi. Guarda caso sono tutti lavoratori iscritti alla Fiom o delegati della Fiom-Cgil, quindi credo ci sia stato un tentativo di tenerlo coperto. Poi, addirittura, adesso prende notizia perché oltre agli scioperi che in questi giorni hanno continuato ad essere fatti in modo consistente a Melfi, i tre delegati coinvolti nei licenziamenti hanno deciso anche di fare una cosa un po’ eclatante, di salire a Melfi sulla porta Verosina. Forse siamo di fronte al fatto che, a volte, per richiamare l’attenzione su cose gravissime come stanno succedendo, i lavoratori sono costretti anche fare cose che non vorrebbero mai fare, perché  difendere i diritti sarebbe sufficiente che si facesse rispettando i contratti e le leggi nel nostro paese.


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