di Federico Orlando
DA EUROPA - LE LETTERE
Candidature, energie nuove ed esperienze da conservare
FEDERICO ORLANDO RISPONDE
Cara Europa, sono molto rammaricato che Anna Maria Artoni, vice presidente di Confindustria, abbia rinunciato alla candidatura offertale della Margherita. Al tempo stesso sono incredulo leggendo sul Corriere che i Ds hanno dubbi se ripresentare o no lâ??onorevole Giulietti, che è stato, mi pare, tra i deputati più attivi in questa legislatura. Se le new entry non entrano e i vecchi fusti non tornano, di che qualità saranno i gruppi parlamentari dellâ??Ulivo? ADELINA DI STASI, ROMA
Cara signora, educato al principio che siamo tutti necessari e nessuno indispensabile, lâ??ho seguito alla lettera e sono stato lâ??unico (o quasi) fra i parlamentari della legislatura dellâ??Ulivo a rinunciare a una ricandidatura al Senato, già decisa dallâ??on. Parisi e dai suoi collaboratori, che ancora me ne rimproverano. Ciò detto, sono totalmente dâ??accordo con lei sia sul concetto generale della qualità dei gruppi parlamentari, sia sui casi specifici che lei richiama: Anna Maria Artoni, giovane e stimata vice presidente della Confindustria (perché anche lei scrive â??diâ? Confindustria, come un qualsiasi giornalista?), e Beppe Giulietti, deputato ds, portavoce di Articolo 21 e membro della commissione parlamentare di vigilanza Rai.
Anchâ??io sono rimasto incredulo nel leggere che il partito di Giulietti avrebbe esitazioni a ricandidarlo. Giudicherei una simile esitazione, se confermata, effetto di ripicche interne o di dogmatica applicazione della regola di non ricandidare (salvo eccezioni) chi ha già fatto alcune legislature. Direi ai capipartito, arbitri delle candidature: che la classe politica (compresi voi che avete il merito di tirare la carretta) vada rinnovata, è nelle leggi della storia prima che nei trattati sulla formazione delle élites. Ma il leader saggio, costretto a scegliere quasi in solitudine dopo aver rinunciato alla democratica selezione interna dei nomi, distingue tra il parlamentare che può essere sostituito e il parlamentare che è bene conservare per la qualità del gruppo.
Non vorrei essere accecato dallâ??amicizia per Giulietti, ma credo dâ??aver lottato con lui â?? senza aspirazioni carrieristiche personali â?? per quella che, da Jefferson a Ciampi, è stata ed è considerata la base della democrazia, lâ??informazione.
E siccome siamo anche filoamericani (vede quanti difetti?), concludo con un mio ricordo americano.
Nel 1959 feci giovanissimo il mio primo viaggio negli Stati Uniti, e il capo della maggioranza democratica al Congresso, Humphery, scherzò sul mio cognome chiedendomi se fossi nipote di Vittorio Emanuele Orlando, capo del governo italiano che trentâ??anni prima, a Versailles, aveva partecipato alla conferenza della pace. Humphery lo aveva conosciuto allora, al seguito del presidente americano Wilson. Dunque, il mio interlocutore era sulla scena politica da almeno trentâ??anni. Ma la sorpresa venne parecchio tempo dopo, quando Humphery fu candidato dal partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti.
Voglio dire, senza fare confronti , che in tutte le democrazie ci sono parlamentari di qualità che svolgono il loro ruolo per decenni.
Bisogna che le classi politiche non si chiudano né nella turris eburnea della propria eternità né nella prigione delle regole con cui si autolimitano.