di Montesquieu
Come i duelli del passato, anche i conflitti istituzionali hanno delle regole che vanno rispettate. Se il capo del governo ritiene che il capo dello Stato non sia stato o non sia, anche in un solo caso, al di sopra delle parti â?? che equivale a dire non rispettoso del suo ruolo istituzionale - nulla gli vieta di comportarsi di conseguenza. Sia che voglia alzare il livello dello scontro ai limiti previsti dalla Costituzione, sia che voglia puntare ad un chiarimento con la massima autorità di garanzia. Ma, per carità , lasci a riposo per una volta i suoi cecchini con la pallottola sempre in canna: tanto, a quelli, il lavoro non manca comunque. La pratica di tenere le mani belle pulite, mandando avanti personaggi di secondo piano politico â?? e di nessun piano istituzionale -, non può essere accettato in un caso delicato come quello che si profila, e che probabilmente non è ancora giunto al suo livello di conflitto più alto . Non può presumibilmente accettarlo, in primo luogo, il capo dello Stato, né come persona né come istituzione. Né come garante del diritto dei cittadini, prossimi elettori, a conoscere e giudicare. Forse oggi proprio il capo dello Stato, che sembra essere lâ??unico riferimento istituzionale riconosciuto da tutti gli italiani, rimpiangerà di non aver inchiodato il capo del governo alla propria responsabilità : quella di aver indicato lui medesimo, non richiesto, una data per lo scioglimento. Lâ??avesse fatto, le Camere sarebbero già sciolte, e il problema risolto. Ma la ricerca, che il Capo dello Stato ha sempre privilegiato, di una buona convivenza istituzionale, ha già dato tutti i suoi frutti. Oggi non basta più. Lâ??unica cosa che va evitata, è costringere il paese ad assistere attonito e ignaro ad una guerriglia come quella che si sta costruendo nei confronti del Quirinale da alcuni giorni a questa parte.