di Enzo Biagi
L'editto bulgaro continua: Berlusconi occupa tutte le tv e le radio ma Santoro ancora una volta è escluso dal video
da l'Espresso
Ho sempre pensato che si può ingannare qualcuno una volta, non tutti per sempre. Quando sento parlare in televisione o alla radio Silvio Berlusconi, credo che questa massima americana si adatti perfettamente al personaggio. I suoi interventi sono incomprensibili per la gente comune: un elenco sterminato di numeri a dimostrazione delle cose che il suo governo avrebbe fatto in questi anni, elenco smontabile buttando un occhio alla borsa, quella della spesa, e al portafoglio. Gli interventi del premier sono un misto griglia di non verità e avanspettacolo, senza offesa ai grandi Macario, Dapporto, Totò. L'intento del Cavaliere è quello di risultare simpatico a tutti i costi. Questo suo modo di fare mi ricorda che, quand'ero ragazzo, con gli amici andavamo alle feste ed era l'occasione per conoscere qualche coetanea. Ma c'era sempre uno che faceva la parte del gradasso: ostentava i soldi che aveva in tasca, offriva da bere a tutti e sapeva raccontarne una più del diavolo. All'inizio era convincente e affascinava ma alla terza festa lo ascoltavano solo quelli che volevano bere gratis. Questo è quello che sta facendo oggi il presidente del Consiglio.
Berlusconi ha trasformato il nostro Paese in un assedio mediatico al motto 'O si vince o si muore e con me tutti i miei'. I suoi sono anche quelli che ha piazzato in Rai, che gli 'consentono' di invadere quasi tutti i programmi. Quando il Cavaliere chiama, loro rispondono: "Pronto", mai una volta un telefono occupato. A testimonianza dell'occupazione, in questi giorni la Commissione parlamentare di vigilanza ha votato a maggioranza una delibera che impedisce a Michele Santoro di tornare in onda prima delle elezioni. Spiegazione: le persone che sono riconducibili ai partiti non devono andare in video prima del voto, trascurando che la tv di Stato è piena di dirigenti con alte responsabilità strettamente legati a un partito che hanno la possibilità , dato il ruolo, di intervenire sui contenuti delle trasmissioni. Qualche esempio: Fabrizio Del Noce, direttore di RaiUno, è stato parlamentare di Forza Italia e responsabile dell'informazione; Agostino Saccà , ex direttore generale, oggi direttore di Rai fiction, ha dichiarato che lui e la sua famiglia votano Forza Italia: perché nei loro confronti l'istituzione parlamentare non si è espressa? � una vergogna, l'Editto bulgaro continua.
Tornando all'occupazione dei programmi tv del premier, sarebbe un errore per il centro-sinistra sottovalutare il 'ragazzo di Arcore'. In questi ultimi anni è molto cresciuto, quando si presenta in un programma, sa bene come deve parlare e quale tipologia di pubblico guarda quella trasmissione. Si capisce che è andato a lezione e ha studiato con profitto. Un consiglio a Prodi: se mai avrà la possibilità di avere con lui un confronto in tv, faccia attenzione, sarebbe un errore non prenderlo sul serio. C'è chi sostiene che la presenza televisiva del Cavaliere è un boomerang, per lui e per la maggioranza. Io non ho mai dubitato della sua intelligenza, ma soprattutto della sua furbizia. La sua strategia è chiara: lavorare su quella percentuale, ampia, di indecisi, che potrebbe fare la differenza il 9 aprile, poi tentare di aumentare l'astensione al voto di quella parte della sinistra che si sente delusa per la storia Unipol-Consorte, pranzi vari inclusi.
Penso che ci siano cose che non funzionano nello schieramento di centro-sinistra, ma nessuno dei leader dell'Unione ha mai messo in discussione il rispetto per il presidente della Repubblica e per il suo ruolo. Quello che è accaduto la settimana scorsa, e nell'arco dei cinque anni di governo del centrodestra si è ripetuto più volte, è un vero e proprio 'strappo istituzionale', 'assalto al Colle', cioè la volontà del presidente del Consiglio di decidere quando sciogliere le Camere con il ricatto di cambiare la data delle elezioni, compito che la Costituzione affida al capo dello Stato. Nel tentare di capire perché accadono certi fatti, si deve sempre tener presente la storia delle persone. Per il Cavaliere, che nel passato ha frequentato Licio Gelli iscrivendosi nel 1978 alla loggia P2, tre anni prima che scoppiasse lo scandalo, quella tessera è la dimostrazione della condivisione dei principi e degli obiettivi della loggia, di sicuro antidemocratici. Da qui, probabilmente, nasce l'allergia di Berlusconi nei confronti della presidenza della Repubblica. Il capo di Forza Italia, quando la lista degli affiliati diventò pubblica, tentò di negare la sua iscrizione, giurando il falso a un giudice di Verona, quindi fu condannato dalla Corte di Appello di Venezia nel 1990, reato poi amnistiato il 12 aprile dello stesso anno. Oggi nessuno, neanche i leader dell'opposizione, associa più il suo nome al 'Piano di rinascita democratica' del Venerabile. Voglio ricordare una curiosa dichiarazione del Cavaliere fatta all'epoca: "Licio Gelli si limitava a frequentare personaggi potenti e, tra l'altro, di me disse: 'Se in Italia ci fossero stati almeno dieci Silvio Berlusconi, saremmo stati fortunati'". Se così fosse, quante televisioni in più avrebbe dovuto avere il nostro Paese per contenerli tutti?