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Articolo 21 - Editoriali
Muro di Fini e Casini. Prodi: nel governo ci saranno ministri di Rifondazione. Polo, stop ai neofascisti in lista
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di Corriere

Berlusconi sul caso Tilgher: ho trattato solo con la Mussolini, che è democratica Ricorsi contro l'uso dei sondaggi in campagna elettorale, interverrà l'Authority
  
dal Corriere

Il Polo dice «no» agli «impresentabili amici» di Alessandra Mussolini. Berlusconi, Fini e Casini chiudono la porta ai neofascisti Adriano Tilgher e Roberto Fiore. Fini e Casini fanno muro e il Cavaliere conferma l'alleanza solamente con la fondatrice di Alternativa sociale: «Abbiamo trattato con la signora Alessandra Mussolini ?? ha detto ?? che è un onorevole italiano e una figura democratica».
E Prodi conferma: nel governo ci saranno ministri di Rifondazione.
Intanto i sondaggi finiscono nel mirino dell'Authority per le comunicazioni. Se ne occuperà la prossima settimana dopo un esposto dell'associazione Articolo 21, firmata da Giuseppe Giulietti, in cui si segnala come nei suoi interventi Silvio Berlusconi faccia costante riferimento a sondaggi che vanno diffusi con modalità precise.

POLITICA E SCHIERAMENTI. IL POLO E LE ALLEANZE
Berlusconi: i neofascisti fuori dalle liste
Fini: no a chi non crede nella democrazia. La Mussolini: si sapeva con chi stavo. Alemanno: decide lei
Lorenzo Fuccaro

ROMA ?? Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini sbattono la porta in faccia agli «impresentabili amici» di Alessandra Mussolini, i neofascisti Adriano Tilgher e Roberto Fiore, dopo avere escluso qualsiasi accordo anche con Gaetano Saya. Non li vogliamo nelle liste collegate con la Cdl, dicono, altrimenti salta il patto. Ma se il Cavaliere conferma l'alleanza solamente con la fondatrice di Alternativa sociale, il leader di An sottolinea che per raggiungere un'intesa, la destra radicale deve sottostare a due condizioni precise: non candidare persone che possono gettare motivato discredito a livello internazionale alla Cdl e sottoscrivere un rifiuto inequivocabile del totalitarismo, dell'antisemitismo e del razzismo. Casini riassume così la questione: non ci saranno impresentabili tra i candidati del centrodestra.
IMBARAZZO ?? Il cerino passa ora nelle mani della nipote del duce che oggi dovrebbe annunciare l'accordo con la Cdl. Che sia per lo meno imbarazzata lo si desume da come commenta le parole di Berlusconi e Fini: «Tutti sapevano che cos'è Alternativa sociale, cioè un cartello con i soggetti che si conoscono...». Una possibile soluzione, secondo quanto trapela da ambienti di Forza Italia, è che la Mussolini divida i destini suoi da quelli di Fiore e Tilgher e presenti un nuovo simbolo. Ciò la costringerebbe a raccogliere le firme necessarie per presentare le liste ma la Cdl l'aiuterebbe.
Letti i giornali, Berlusconi detta prima una nota e poi, in un'intervista a Radio Capital,
chiarisce il suo punto di vista. Ed è un aut aut, motivato anche dalla rimonta in corso che potrebbe essere ostacolata dalla presenza dei neofascisti. Gli ultimi sondaggi, dirà ai deputati azzurri, ci danno al 24,6%. «? esploso un caso inesistente ?? commenta ?? fino a ieri sera (martedì, ndr) non sapevo che esistessero queste persone». E ai microfoni della radio aggiunge: «Abbiamo trattato con Alessandra Mussolini che è un onorevole italiano, eletto al Parlamento europeo, con cui abbiamo lavorato bene per molti anni. Lei è una figura democratica e quindi con lei soltanto abbiamo trattato». Ed ecco il punto: «Chiederemo alla signora Mussolini di non avere in lista persone che siano così discutibili e che facciano sorgere casi come questi. Non c'è alcun caso. ? solo una montatura della sinistra».
BARRIERA ?? Gianni Alemanno (An) invita alla prudenza, mosso soprattutto da preoccupazioni legate alla sua candidatura a sindaco di Roma: «Non spetta agli altri partiti il compito di fare epurazioni dentro le liste. Sia la Mussolini a offrire tutte le garanzie». Fini, al contrario, come gli suggerisce Francesco Storace, erige una «barriera» tra An e questi personaggi. Per questo, spiega, «Alleanza nazionale pone come pregiudiziale l'adesione ai lavori fondamentali della libertà, della democrazia, del rispetto della dignità di ogni essere umano, della solidarietà occidentale e transatlantica». Insomma, «non riaffermare il rifiuto inequivocabile del totalitarismo, del razzismo, dell'antisemitismo rappresenterebbe un'ambiguità che nessuna spregiudicata tattica elettoralistica potrebbe giustificare».

IL PERSONAGGIO
Vizzini, il recluta-mostri del Cavaliere: Saya e sua moglie mi hanno inseguito
Aldo Cazzullo

Un ruolo ingrato. Il reclutatore di mostri. Carlo Vizzini è uomo dalle molte vite: ministro dei Beni Culturali, artefice con Orlando della primavera di Palermo, segretario del Psdi («l'unico segretario del pentapartito incensurato»), senatore di Forza Italia, e ora plenipotenziario di Berlusconi nella trattativa con i potenziali alleati: Rauti, la Mussolini, Tilgher, Fiori, e pure Saya, il fondatore della polizia parallela che si dice la reincarnazione di Heydrich, con la moglie signora Cannizzaro invitata da Berlusconi a Palazzo Grazioli nel giorno del genetliaco, il 29 settembre.
Lo sguardo di Vizzini è quello un po' stralunato ma fermo di sant'Antonio Abate in certe tele della pittura nordica, da Bosch a Bruegel, dove l'eremita è trascinato in volo da incubi, lemuri e altre creature dall'aspetto inquietante. «No guardi, non mi faccia dire ?? si schermisce lui ??. Io non esisto. Sto facendo un lavoro da cui dipende la stima e la fiducia del presidente, che me l'ha affidato. In questi giorni non vedo non sento non parlo. Glielo dice uno di cui ai suoi tempi scrivevano: "Vizzini, dichiarare è meglio che fottere". Posso solo ripetere quanto ho dettato all'Ansa ed è stato ignorato da tutti: la candidatura del dottor Saya e della sua signora non è mai stata presa in considerazione da Forza Italia». La signora, però, Berlusconi l'ha incontrata. Ci sono le foto. «Ma sono di cinque mesi fa! Non c'era neppure la nuova legge elettorale! Comunque, da quando ho questo incarico, tutte le persone che Berlusconi ha visto sono state filtrate da me. Non solo la signora Cannizzaro in Saya non ha più visto il premier, ma non è neppure riuscita ad arrivare nel mio studio. Ho le prove: come presidente della commissione bicamerale per gli Affari regionali, ricevo a palazzo San Macuto; ho anche un ufficio in via dell'Umiltà, ma per motivi di sicurezza personale preferisco l'altro. Chi entra qui deve lasciare il documento e avere un passi. Non ne troverà intestati a quei signori». Però c'hanno provato. «Come no. Ma non gli sono mai venuto al telefono. E dire che tra chiamate, fax e mail sono decine e decine le persone che mi hanno cercato. Una valanga».
Non si ha idea di quanti italiani abbiano fondato un partito e desiderino allearsi con Berlusconi. «Pensionati, ambientalisti, consumatori. Più gli eredi della Prima Repubblica. Ma i coniugi Saya no. Ho diretto un partito, so come si fanno queste cose. Ho preso le mie informazioni. Saya, se non vado errato, fu anche testimone al processo Andreotti, si denudò in aula per mostrare un tatuaggio, fu allontanato dal giudice. Con uno così noi non vogliamo avere a che fare». La signora dice di aver parlato con Villari, il suo segretario. «Va be', al telefono potremo rispondere, o no?». Il prefetto di Roma ha offerto la scorta a Furio Colombo dopo le loro minacce. «Io vivo sotto scorta dal '94. Tra i tanti messaggi, in questi giorni ho ricevuto pure minacce di morte. Si riconoscono perché cominciano tutte allo stesso modo: "Cornuto!". La prima dopo aver partecipato a una trasmissione di Diaco. La seconda dopo aver detto in Sicilia che il 41 bis deve diventare il sistema carcerario permanente per i mafiosi. Un messaggio esplicito: "Ti spareremo in bocca". Comunque sono solidale con gli amici dell'Unità insultati; nell'auspicio che loro lo siano con Berlusconi, che sopporta di peggio ».
Private della reincarnazione di Heydrich, le liste di Forza Italia e le Camere ospiteranno almeno i «cavalieri neri» Tilgher e Fiore? «La trattativa l'abbiamo fatta con la Mussolini. Lei stessa ha voluto ricordare che grazie a Berlusconi e a me ha evitato di partire per Bruxelles e ha potuto rivedere per l'ultima volta suo padre. Tilgher e Fiore li ho visti una sola volta in vita mia: sono venuti con Alessandra per presentare le loro proposte». Divieto di aborto e fuoriuscita dall'euro, come hanno scritto i giornali? «Ma va. Questa è la musica che sentiremo dalla gente che va in giro a bruciare le macchine altrui e poi ci chiama estremisti. Famiglia, Mezzogiorno, accesso al credito delle coppie monoreddito, democrazia paritaria. Insomma, le pari opportunità. Una cosa di sinistra. Che fare di loro? Non lo so, ci sto lavorando. E ora scusi, ho in linea Berlusconi».
Dall'alto vengono nuovi chiarimenti. «Il presidente mi ha detto che non solo non ha mai incontrato questi due, Tilgher e Fiore, ma non sapeva neppure che esistessero. Né li incontrerà in conferenza stampa: la sala a Palazzo Marini l'ho chiesta io, specificando che serve per Berlusconi e per la Mussolini, e nessun altro; per noi Alternativa sociale è Alessandra. Di candidature non si è mai parlato. Escludo che possano essere ospitate da Forza Italia. Si vota con il sistema proporzionale: ci interessano i simboli sulla scheda, non i nomi in lista. La discussione riguarda l'apparentamento con la Casa delle Libertà; le liste se le faranno loro. Magari consultandoci». Vizzini reclutatore e scrutatore. «Ho qui una mail del segretario della Fiamma tricolore Luca Romagnoli che si impegna a rivedere con noi le liste per evitare nomi imbarazzanti». E Rauti? «? diverso. Rauti non ha un partito, avrebbe bisogno di raccogliere le firme. L'ho incontrato, abbiamo parlato, stiamo valutando l'opportunità di un accordo». Secondo lei? «Queste sono scelte politiche che spettano ai leader. So che alcuni hanno avanzato perplessità. Io non giudico. Io faccio un altro lavoro. Lavoro istruttorio».

POLITICA E SCHIERAMENTI. IL POLO E LE ALLEANZE
Sfida di Tilgher e Fiore: altri sono impresentabili
«Taccia chi ha guai con la giustizia. Alessandra, non fare Badoglio» E Saya: accordo con Berlusconi alla festa dell'ambasciata di Israele
Fabrizio Roncone

ROMA ?? Tipi che se perdono la pazienza, poi, non li tiene nessuno. Nemmeno Mussolini. Alessandra Mussolini. La nipote del Duce era per una linea diplomatica: «Per ora, tutti e tre zitti. D'accordo? Facciamo il silenzio stampa». Ma Adriano Tilgher e Roberto Fiore sono abituati a darli gli ordini, non a riceverli.
Tilgher subito ironico: «Silenzio stampa come i calciatori?». Tilgher è il protagonista di un lungo, tragico pezzo di storia dell'estrema destra italiana. Nel 1970 fu tra i fondatori di Avanguardia nazionale. Cinque anni dopo deve difendersi dall'accusa di «ricostituzione del partito fascista»: indagato nelle inchieste per la strage di Bologna e per quella del treno Italicus, rimase in carcere dal 1982 al 1987, ottenendo però, nel 1991, una piena assoluzione. «Sono sempre stato ingiustamente coinvolto solo in reati di opinione. E non accetto lezioni, o critiche, come sto sentendo in queste ore, da chi, al contrario, ha avuto e ancora ha problemi con la giustizia per reati comuni e, come dire? considerato il ruolo della persona in questione, infamanti».
Uno che parla sempre piano. «Alzare la voce è segno di debolezza». Squilla il cellulare: c'è Alessandra Mussolini che dice di aspettare, bisogna capire, riflettere. «Io di Alessandra mi fido completamente». Ma lo sa anche lui qual è il rischio: le ha lette le dichiarazioni di Berlusconi. Che, di fatto, lo considera già fuori. Non candidabile. «Ripeto: con Alessandra ho un accordo e...». Sospira. La storia, a volte, insegna. «Naturalmente, spero che Alessandra non faccia come Badoglio...».
Poi Tilgher telefona a Roberto Fiore, un altro che, a sentire gli ordini della Mussolini, dovrebbe starsene muto. E invece. «Ho sentito Berlusconi parlare di candidati discutibili. O addirittura impresentabili. Ma i fatti penali e politici che mi riguardano risalgono a 25 anni fa. Se però il clima è questo, allora noi facciamo una bella ricerca su tutti gli altri candidati...». Fiore, con il trascorrere delle ore, sembra diventare più nervoso.
«Dopo quel che accadde tanti anni fa, sono andato a Londra, ho lavorato sodo, ho messo su famiglia, adesso ho 9 figli». Quando gli si chiedono notizie del movimento di estrema destra che guida da anni, Forza Nuova, risponde seccato: «Io ho partecipato alle elezioni dal 1999 in poi. Qual è il punto?».
Il più interessante, forse, il settimo del programma politico del suo movimento. «Abolizione delle leggi Scelba e Mancino», che impongono lo scioglimento dei gruppi fascisti e razzisti. Basta andare sul sito www.Forzanuova.org. Per capirci: l'editoriale di apertura, dedicato all'omicidio di don Andrea Santoro, il sacerdote assassinato a Trebisonda, è titolato così: «Martirio in Turchia: è ora di reagire». Accanto, la foto di un crociato tratta dall'ultimo film di Ridley Scott.
«Comunque ?? conclude Fiore ?? l'accordo elettorale c'è. Se però ora qualcuno vuol tirarsi indietro...». Ecco, appunto. C'è da sentire Gaetano Saya, fondatore del Nuovo Msi-Destra nazionale ed ex gran capo del Dssa, il Dipartimento di studi strategici antiterrorismo, una sorta di polizia clandestina sgominata dai giudici a Genova nel luglio scorso. «Con Berlusconi l'accordo c'è. Ha incontrato me, personalmente, all'hotel Excelsior, il 12 maggio scorso, per l'anniversario della fondazione di Israele, e poi anche mia moglie a Palazzo Grazioli, come testimoniano le foto. Le sue promesse furono precise. Se però ora ha cambiato idea, allora Bertinotti ha ragione: è un uomo che dice bugie».

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