Articolo 21 - Editoriali
Il sondaggio incappucciato
di Giuseppe Giulietti
da l'Unita'
«Al Senato siamo già in vantaggio, alla Camera lo saremo...», «Siamo in parità , ma presto saremo in testa...», «Siamo leggermente sotto, ma vinceremo alla grande...», più o meno così, a giorni alterni, il novello Gesù (la citazione blasfema ovviamente è del religiosissimo Silvio) ci regala le sue previsioni elettorali. Più che un premier di una grande nazione moderna sembra un cartomante, uno dei tanti maghi che, dagli schermi della tv, promettono felicità salute e grandiose vincite al gioco del lotto. Qualche «coraggioso giornalista» ha persino provato a chiedergli la fonte di tali previsioni, ma il presidente Napoleone ha reagito stoicamente, per giorni e giorni, si è rifiutato di rispondere, quasi fosse davanti al tribunale di Milano.
Lâ??unica concessione che il presidente Churchill ha fatto alla pubblica opinione è stata quella di attribuire i misteriosi e mutevoli risultati dei sondaggi ad un importante istituto di ricerca americano. Di tale istituto, tuttavia il presidente ha omesso di indicare, per settimane e settimane, il nome e di elencarne i meriti e le referenze scientifiche.
Non si tratta di affari suoi, ma di affari nostri, perché in Italia dal 2000 esiste la legge 28 che regola la materia dei sondaggi e le modalità della loro diffusione. Tale legge prevede, tra lâ??altro, lâ??obbligo per ogni cittadino, dunque compreso Berlusconi, di indicare sempre la fonte del sondaggio, la metodologia della ricerca, il campione utilizzato e di rendere trasparente e identificabile lâ??autore. Nulla di tutto questo è accaduto e così, sino a poche ore fa abbiamo assistito al giallo del «sondaggista incappucciato».
Per questa ragione, insieme allâ??associazione Articolo 21, abbiamo presentato un esposto e lâ??autorità di garanzia delle comunicazioni ha aperto unâ??istruttoria. Come dâ??incanto il presidente del Consiglio ha ritrovato la memoria e ha indicato nella Psb (Piersilvio Berlusconi in americano?) la fonte del misterioso sondaggio. Ma era proprio necessario arrivare a una denuncia e a un intervento dellâ??autorità di garanzia per costringere un premier a rispettare le regole? Non si tratta di perseguitare qualcuno, in questo caso il povero Silvio come avrebbe detto Antonio Cornacchione, ma più semplicemente di impedire che un cittadino possa essere considerato o peggio autoconsiderarsi esentato dal rispetto delle leggi e dei regolamenti. Qualsiasi forma di broglio mediatico, soprattutto durante i periodi elettorali, può diventare la premessa di brogli ben più inquietanti capaci di inquinare il libero e sereno esercizio del voto.
Chiunque volesse segnalarci i tanti brogli mediatici di questi giorni potrà scriverci a lâ??Unità o al sito di Articolo 21 (www.articolo21.info). Siamo certi che questo diario dedicato alla «impar condicio» potrà contare sulla vostra appassionata e intelligente collaborazione.
«Al Senato siamo già in vantaggio, alla Camera lo saremo...», «Siamo in parità , ma presto saremo in testa...», «Siamo leggermente sotto, ma vinceremo alla grande...», più o meno così, a giorni alterni, il novello Gesù (la citazione blasfema ovviamente è del religiosissimo Silvio) ci regala le sue previsioni elettorali. Più che un premier di una grande nazione moderna sembra un cartomante, uno dei tanti maghi che, dagli schermi della tv, promettono felicità salute e grandiose vincite al gioco del lotto. Qualche «coraggioso giornalista» ha persino provato a chiedergli la fonte di tali previsioni, ma il presidente Napoleone ha reagito stoicamente, per giorni e giorni, si è rifiutato di rispondere, quasi fosse davanti al tribunale di Milano.
Lâ??unica concessione che il presidente Churchill ha fatto alla pubblica opinione è stata quella di attribuire i misteriosi e mutevoli risultati dei sondaggi ad un importante istituto di ricerca americano. Di tale istituto, tuttavia il presidente ha omesso di indicare, per settimane e settimane, il nome e di elencarne i meriti e le referenze scientifiche.
Non si tratta di affari suoi, ma di affari nostri, perché in Italia dal 2000 esiste la legge 28 che regola la materia dei sondaggi e le modalità della loro diffusione. Tale legge prevede, tra lâ??altro, lâ??obbligo per ogni cittadino, dunque compreso Berlusconi, di indicare sempre la fonte del sondaggio, la metodologia della ricerca, il campione utilizzato e di rendere trasparente e identificabile lâ??autore. Nulla di tutto questo è accaduto e così, sino a poche ore fa abbiamo assistito al giallo del «sondaggista incappucciato».
Per questa ragione, insieme allâ??associazione Articolo 21, abbiamo presentato un esposto e lâ??autorità di garanzia delle comunicazioni ha aperto unâ??istruttoria. Come dâ??incanto il presidente del Consiglio ha ritrovato la memoria e ha indicato nella Psb (Piersilvio Berlusconi in americano?) la fonte del misterioso sondaggio. Ma era proprio necessario arrivare a una denuncia e a un intervento dellâ??autorità di garanzia per costringere un premier a rispettare le regole? Non si tratta di perseguitare qualcuno, in questo caso il povero Silvio come avrebbe detto Antonio Cornacchione, ma più semplicemente di impedire che un cittadino possa essere considerato o peggio autoconsiderarsi esentato dal rispetto delle leggi e dei regolamenti. Qualsiasi forma di broglio mediatico, soprattutto durante i periodi elettorali, può diventare la premessa di brogli ben più inquietanti capaci di inquinare il libero e sereno esercizio del voto.
Chiunque volesse segnalarci i tanti brogli mediatici di questi giorni potrà scriverci a lâ??Unità o al sito di Articolo 21 (www.articolo21.info). Siamo certi che questo diario dedicato alla «impar condicio» potrà contare sulla vostra appassionata e intelligente collaborazione.
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