di Redazione
''Rispetto le pronunce dell'Autorita'
per le garanzie nelle Comunicazioni e rispettero' le decisioni
dell'azienda se decidera' di sanzionarmi. Ma credo che siamo
'innocenti' e che abbiamo fatto soltanto il nostro lavoro, nel
rispetto dei telespettatori''. E' il commento di Loris Mazzetti,
dirigente responsabile di 'Che tempo che fa', alla decisione
dell' organismo di garanzia che ha accertato la violazione, da
parte della trasmissione, dell'atto di indirizzo della Vigilanza
Rai sul pluralismo.
''Anche la commissione di Vigilanza - sottolinea Mazzetti -
ha riconosciuto 'Che tempo che fa' come un talk show e ha
spiegato che si possono aprire spazi informativi nelle
trasmissioni di intrattenimento che siano ascrivibili appunto al
genere talk show. A sua volta il presidente Rai Petruccioli ha
invitato le strutture dell'azienda a segnalare queste aperture
di carattere informativo alla direzione di rete: e' quanto
abbiamo fatto ogni volta che e' venuto un politico a 'Che tempo
che fa'''.
Premesso che ''a tutti i talk show del mondo partecipano
ospiti politici'' e che nella formula one-to-one ''non esiste il
contraddittorio'', Mazzetti ricorda che ''l'equilibrio deve
essere garantito nel ciclo del programma: non a caso, abbiamo
avuto ospiti cinque esponenti del centrodestra e cinque del
centrosinistra''. Ospiti che hanno discusso sempre, secondo il
dirigente, di temi di attualita' che li vedevano in qualche modo
'competenti': ''Veltroni e' venuto a parlare delle polemiche su
Unipol, che coinvolgevano i Ds; Fassino del dibattito sulle
intercettazioni telefoniche di cui era sostanzialmente uno dei
protagonisti; Storace dell'aviaria; Prodi e' venuto a presentare
il suo libro, 'Insieme', con la moglie Flavia; Fini a discutere
della legge sulla droga; Casini a discutere della Cdl 'a tre
punte' quando ha deciso di tornare direttamente in politica;
Follini a parlare delle sue dimissioni da vicepresidente del
governo; Tremonti a presentare il suo libro e soprattutto a
lanciare l'allarme Cina, che avrebbe riproposto il giorno dopo
davanti al Parlamento europeo; Cofferati a discutere di
legalita'; Rutelli dei Pacs e del rapporto con la chiesa''.
Anche al di fuori degli ospiti piu' propriamente politici,
'Che tempo che fa' - insiste Mazzetti - ha rispettato l'
equilibrio: ''Dopo la grossa invettiva di Furio Colombo contro
il presidente del Consiglio, nella puntata successiva invitammo
Stefania Craxi che fece una grossa invettiva contro il
centrosinistra''.
Pur nel rispetto delle decisioni dell'Authority e della Rai,
''la mia sensazione - conclude Mazzetti - e' che si tratti di
una delibera 'politica': se fosse stato un programma da 2
milioni di spettatori, come qualche anno fa, e non da 5 milioni
e oltre di media, forse non avremmo avuto questo problema''.