Articolo 21 - Editoriali
Uranio impoverito: atto finale?
di Bruna Iacopino
Il caso uranio impoverito è giunto al suo atto finale: oggi, la commissione di inchiesta, dovrebbe chiudere i lavori presentando la relazione che verrà votata nel pomeriggio. Dalle 9.30 di stamane era previsto il sit-in dei militari malati e delle famiglie delle vittime di fronte a Palazzo Chigi, e non è un caso, che, sempre oggi, il portale www.osservatoriomilitare.it prometta di mandare on-line un reportage girato da una troupe giapponese relativo allâ??uso di Uranio impoverito durante questâ??ultimo conflitto iracheno.
Secondo le indiscrezioni trapelate già sul Manifesto del 24 febbraio, il video documenta la presenza di forti radiazioni proprio nei pressi di Nassirya., molto vicino a dove si trovano i nostri militari.
Un altro dato allarmante è stato il ritorno di ben 15 soldati dal fronte iracheno per cattive condizioni di salute. Difficile valutare se sia stato determinante il contatto con quellâ??ambiente oppure se abbiano influito, piuttosto, le missioni precedentemente compiute nei Balcani e in Afghanistan, dove, è ormai certo, questo tipo di arma, è stata ampiamente utilizzata, nonostante la risoluzione ONU del 1978, che la vieta e che gli Stati Uniti non hanno mai firmato e nonostante le istituzioni continuino a smentire.
A dimostrazione del dato di fatto esistono le testimonianze fotografiche e non, di civili e militari che hanno subito le conseguenze dirette di quella barbarie. Molti dei reduci della prima guerra del Golfo hanno perso la vita proprio a causa di malattie tumorali, altri hanno visto il proprio figlio nascere malato o malformato; ma, quelli che ne porteranno i segni ancora per molte generazioni sono i civili costretti a vivere su un terreno completamente contaminato (sono necessari milioni di anni affinchè le radiazioni cessino di essere nocive).
Secondo il portavoce dellâ??Osservatorio militare, il maresciallo Domenico Leggiero, il Ministero della Difesa ha continuato a smentire la realtà dei fatti, affidando ad una commissione di inchiesta, dichiaratamente legata al ministero stesso, la responsabilità di indagare sui 43 decessi che, fino ad oggi, hanno visto protagonisti militari italiani e sui 300 casi di soldati malati. A questo bisogna aggiungere, che, in seguito allâ??uso massiccio di DU (uranio impoverito) nei Balcani, lâ??incidenza della malattia sulla popolazione infantile ha raggiunto livelli spropositati, si parla addirittura del 700% rispetto ad altri mali. Molti di questi bambini giungono negli ospedali italiani per essere curati, la responsabilità , anche da parte del nostro governo è altissima.
Sempre Domenico Leggiero condanna lâ??atteggiamento assunto, sin dalla prima guerra del Golfo, dalla difesa italiana, arroccata su posizioni di assoluta chiusura, seguita dallâ??attuale Ministro.
Stando alle dichiarazioni di Leggiero, molti di questi ragazzi vengono mandati allâ??ospedale di Siena per essere assistiti da un certo Prof. Nobile, il quale è autore di un libro sulla sindrome dei Balcani. La tesi del professore è che questi ragazzi si siano ammalati a causa dellâ??abuso di alcol e sigarette e per le cattive abitudini: quindi, niente a che vedere con lâ??Uranio.
Le posizioni assunte dal professore rispecchiano a pieno quelle ufficiali, convalidandole.
La commissione di inchiesta del Ministero della difesa, nella relazione conclusiva del 2002, aveva, si ammesso la maggiore incidenza di malattie tumorali riscontrate sui ragazzi che erano stati in missione, ma, non attribuiva tale fenomeno allâ??uranio impoverito.
A questo silenzio assordante, si unisce la grave responsabilità , da parte degli alti vertici, di non aver fornito ai militari lâ??equipaggiamento adatto per agire in presenza di radiazioni, perchè questo avrebbe reso evidente lâ??uso di armi non convenzionali, ed il totale disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti di queste vittime inconsapevoli e delle rispettive famiglie.
Lâ??ultima speranza perchè si faccia chiarezza sulla vicenda è affidata alla commissione scientifica del Ministero della Sanità , presieduta dal Dott. Donato Greco, la quale ha sta vagliando, proprio in questi giorni, la relazione stilata da Leggiero.
La battaglia non è ancora persa.
Secondo le indiscrezioni trapelate già sul Manifesto del 24 febbraio, il video documenta la presenza di forti radiazioni proprio nei pressi di Nassirya., molto vicino a dove si trovano i nostri militari.
Un altro dato allarmante è stato il ritorno di ben 15 soldati dal fronte iracheno per cattive condizioni di salute. Difficile valutare se sia stato determinante il contatto con quellâ??ambiente oppure se abbiano influito, piuttosto, le missioni precedentemente compiute nei Balcani e in Afghanistan, dove, è ormai certo, questo tipo di arma, è stata ampiamente utilizzata, nonostante la risoluzione ONU del 1978, che la vieta e che gli Stati Uniti non hanno mai firmato e nonostante le istituzioni continuino a smentire.
A dimostrazione del dato di fatto esistono le testimonianze fotografiche e non, di civili e militari che hanno subito le conseguenze dirette di quella barbarie. Molti dei reduci della prima guerra del Golfo hanno perso la vita proprio a causa di malattie tumorali, altri hanno visto il proprio figlio nascere malato o malformato; ma, quelli che ne porteranno i segni ancora per molte generazioni sono i civili costretti a vivere su un terreno completamente contaminato (sono necessari milioni di anni affinchè le radiazioni cessino di essere nocive).
Secondo il portavoce dellâ??Osservatorio militare, il maresciallo Domenico Leggiero, il Ministero della Difesa ha continuato a smentire la realtà dei fatti, affidando ad una commissione di inchiesta, dichiaratamente legata al ministero stesso, la responsabilità di indagare sui 43 decessi che, fino ad oggi, hanno visto protagonisti militari italiani e sui 300 casi di soldati malati. A questo bisogna aggiungere, che, in seguito allâ??uso massiccio di DU (uranio impoverito) nei Balcani, lâ??incidenza della malattia sulla popolazione infantile ha raggiunto livelli spropositati, si parla addirittura del 700% rispetto ad altri mali. Molti di questi bambini giungono negli ospedali italiani per essere curati, la responsabilità , anche da parte del nostro governo è altissima.
Sempre Domenico Leggiero condanna lâ??atteggiamento assunto, sin dalla prima guerra del Golfo, dalla difesa italiana, arroccata su posizioni di assoluta chiusura, seguita dallâ??attuale Ministro.
Stando alle dichiarazioni di Leggiero, molti di questi ragazzi vengono mandati allâ??ospedale di Siena per essere assistiti da un certo Prof. Nobile, il quale è autore di un libro sulla sindrome dei Balcani. La tesi del professore è che questi ragazzi si siano ammalati a causa dellâ??abuso di alcol e sigarette e per le cattive abitudini: quindi, niente a che vedere con lâ??Uranio.
Le posizioni assunte dal professore rispecchiano a pieno quelle ufficiali, convalidandole.
La commissione di inchiesta del Ministero della difesa, nella relazione conclusiva del 2002, aveva, si ammesso la maggiore incidenza di malattie tumorali riscontrate sui ragazzi che erano stati in missione, ma, non attribuiva tale fenomeno allâ??uranio impoverito.
A questo silenzio assordante, si unisce la grave responsabilità , da parte degli alti vertici, di non aver fornito ai militari lâ??equipaggiamento adatto per agire in presenza di radiazioni, perchè questo avrebbe reso evidente lâ??uso di armi non convenzionali, ed il totale disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti di queste vittime inconsapevoli e delle rispettive famiglie.
Lâ??ultima speranza perchè si faccia chiarezza sulla vicenda è affidata alla commissione scientifica del Ministero della Sanità , presieduta dal Dott. Donato Greco, la quale ha sta vagliando, proprio in questi giorni, la relazione stilata da Leggiero.
La battaglia non è ancora persa.
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