di
da L'UnitĂ
E ora "Cattaneo ha il dovere di comunicare data e ora del rientro di Raiot e di Sabina Guzzanti su Rai3, e di ritirare i gravi provvedimenti disciplinari ai dirigenti Rai Andrea Salerno e Paolo Ruffini". Lo chiedono il presidente di Art. 21 Federico Orlando e il portavoce Giuseppe Giulietti: "La Rai di Berlusconi e Cattaneo ha cacciato Sabina Guzzanti e chiuso Raiot invocando pretesti legali ora definitivamente respinti dal tribunale di Milano. Il dg Cattaneo, che sicuramente manderà un mazzo di fiori a Sabina Guzzanti e renderà pubbliche le sue scuse", reintegri il suo programma. A sostegno di "Raiot" Art.21 tornerà a raccogliere le firme durante la manifestazione di oggi pomeriggio a Milano, davanti alla sede Rai. "E la Commissione di Vigilanza - conclude Giulietti - va riconvocata per acquisire tutti gli atti relativi a questa vicenda e per sollecitare la fine di quello che si dimostra nient'altro che l'ennesimo provvedimento censorio". Mediaset e Fedele Confalonieri al servizio di Silvio Berlusconi per bloccare la satira anti-premier: è questo il senso della decisione del giudice su Raiot, secondo l'avvocato Domenico D'Amati del Comitato scientifico di Articolo 21. "L'archiviazione del Giudice penale di Milano sul caso Raiot ha detto, in sostanza, quello che i telespettatori avevano percepito - sostiene D'Amati - la querela contro Sabina Guzzanti è stata presentata dalla Mediaset nell'interesse del suo padrone, di cui Raiot ha lecitamente evidenziato, con la sua satira, il gigantesco conflitto di interessi, rilevato anche dal Parlamento europeo". Per D'Amati il gioco delle parti è stato chiaro. Se Berlusconi e Gasparri avessero avito in proprio, il prezzo politico da pagare sarebbe stato troppo alto. Ecco intervenire Confalonieri - che è arrivato a sostenere che Raiot aveva addirittura causato il ribasso del titoloMediaset - con una querela penale e civile, e la richiesta di 22 milioni di euro di danni. La Rai ha cosÏ cancellato Raiot: "Ora però che a Viale Mazzini, nella buca della lettere efficacemente evocata da Lucia Annunziata, è arrivata anche la decisione del Giudice di Milano, la strategia antisatira dovrà formare oggetto di un ripensamento".