di Sandro Ruotolo
dal Blog di Sandro Ruotolo
Ma che idea hanno dell'indipendenza di un giornale i peones e i leader del centrodestra? Sono sconcertato dalle loro reazioni alla dichiarazione di voto del direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, che si è schierato con Romano Prodi e l'Unione. Essere indipendenti non vuol dire non avere un'opinione ma significa, come felicemente ha detto Enzo Biagi, avere "la capacità di esprimere giudizi, quando non si cavalca la cresta dell'onda o addirittura contro l'onda". Non penso che, con l'editoriale di ieri di Paolo Mieli, il quotidiano di via Solferino perda autorevolezza. Anzi, secondo me, l'amplifica perchè avverte i suoi lettori della scelta editoriale compiuta Un altro quotidiano indipendente, La Stampa, sta per compiere lo stesso passo. Lo ha annunciato il suo direttore, Giulio Anselmi, che non ha mai nascosto la sua propensione per la vittoria del centrosinistra. Prima del voto schiererà il suo giornale. Viva la trasparenza! Quello che qui crea scandalo altrove è prassi consolidata. Quello che qui non crea scandalo altrove sarebbe scandalo. Questo centrodestra, da quando è nato, purtroppo, delegittima l'informazione. Espone giiornalisti e artisti al pubblico ludibrio. Altrove non sarebbe permesso. Da sempre, nei paesi anglosassoni e liberali, i giornali criticano il potere e si pronunciano alla vigilia del voto. Ma non credo che spostano voti più di tanto. Ricordo che Kerry aveva l'appoggio di 122 giornali e Bush di 69. Sappiamo come è andata a finire. Bush ha vinto perchè dalla sua aveva radio e tv. Romano Prodi se vincerà non vincerà perchè i quotidiani della borghesia illuminata sono scesi al suo fianco. Vincerà perchè è entrato in crisi il berlusconismo, quel blocco sociale composto dal popolo della partita Iva, dal pubblico televisivo, dall'assemblea di Parma della Confindustria, che non crede più nelle promesse di Silvio Berlusconi. Adesso l'attenzione è tutta spostata sul match televisivo dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi che si è arreso rinunciando alla conferenza stampa finale da tenere in piena solitudine. Secondo regole condivise sulle quali stanno già lavorando i consiglieri dei due sfidanti. In tanti, nell'Unione, temono il faccia a faccia. Sbagliano. Se il confronto sarà ad armi pari ne guadagnerà la democrazia. La gente ha il diritto ad essere informata.
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