di Giorgio Santelli
di Giorgio Santelli
Il Festival va meglio. Meglio delle serate precedenti. Ma guai a fare i conti con lo scorso anno, perché a quel punto si vedrebbe che anche ieri sera cedeva 2 punti di share rispetto all'edizione flop 2003 di Pippo Baudo. Sbagliato, quindi, cantar vittoria. E' un po' come quel giocatore d'azzardo che perde un milione di euro al casinò per due sere consecutive e la terza si soddisfa per una vincita di 10mila. I conti, in tv, non si possono fare così. Ma visto che di soldi si parla e visto che ieri l'amerikano Tony Renis ne ha parlato (vi ricordate la storia dei cache degli ospiti promessi e mai venuti), facciamo proprio a lui una domanda. Ha detto che il suo cache è di mezzo milione di euro. Ma il suo compenso, in qualche modo, è legato alla promesse fatte? Spieghiamoci: doveva venire Clinton, mezza Hollywood, Hugh Grant. Insomma tutti gli amici del Tony che avrebbero trasformato il festival in evento internazionale non ci sono stati. Così eccetto Dustin Hoffman e Rupert Everett si sono dovute rispolverare quelle vecchie glorie del passato. Trombati alle selezioni (è il caso di Mino Reitano, Albano e Marcella Bella) ieri sera hanno salvato il Festival di Sanremo.
Infine. Pensiamo per un attimo ad un Festival che avesse dovuto fare a meno anche di Simona Ventura, Maurizio Crozza, Gene Gnocchi e Paola Cortellesi. A quel punto, forse, lo share sarebbe stato ai livelli del Tg2.
Insomma, quale è stato il ruolo giocato da Renis? Quali risultati positivi ha portato? E infine: riceve forse anche qualche compenso per i continui stacchetti (siamo sopra alle 8 battute in molti casi) che prendono spunto dall'unica suo vero successo?