di Monica Frassoni
La maglietta di Calderoli è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed il gruppo degli euroscettici, Indipendenza/Democrazia, già in sofferenza per la bagarre organizzata dai leghisti in occasione della visita di Ciampi al Parlamento europeo e per prese di posizione razziste passate e recenti, ha deciso di espellere i quattro eurodeputati della Lega (Bossi, Borghezio, Salvini, Speroni). Un'espulsione non facile, che ha richiesto più voti, essendo necessario un quorum di due terzi del gruppo per procedere e che alla fine ha visto il presidente danese del gruppo, Jens Peter Bonde, ricorrere ad una convocazione ad hoc per rifondare il gruppo in assenza della Lega. Tra le motivazioni ufficiali dell'espulsione il mancato rispetto da parte della Lega dei principi contenuti nella Convenzione europea sui diritti umani.
L'espulsione della Lega da parte di un gruppo parlamentare, che certo tutto si può definire tranne che di estrema sinistra, è l'ennesima conferma, oltre che del carattere di estrema destra della Lega stessa, con buona pace del trasversalismo proclamato a piè sospinto da Maroni, anche della gravità delle posizioni espresse dalla Lega in quanto partito di governo, una gravità percepita appieno dalla stampa estera, ma spesso ignorata o sminuita etichettandola come "folklore" da parte dei media italiani, i quali certo non sono del tutto incolpevoli, avendo scelto di concedere non poco spazio a chi gridava più forte o a chi proferiva le oscenità peggiori. L'espulsione della Lega rappresenta inoltre l'ennesima brutta figura del governo Berlusconi sulla scena europea, una brutta figura che si aggiunge a quella della lettera dei tre presidenti di gruppo, Schultz (socialisti), Watson (liberali) e Cohn-Bendit (Verdi/ALE) al capogruppo popolare Pöttering in cui si esprime preoccupazione per l'ingresso della lista di estrema destra di Alessandra Mussolini (Alternativa Sociale) nella stessa coalizione elettorale di cui fa parte Forza Italia (iscritto al gruppo dei popolari).