di Pino Finocchiaro per Rai News 24
Chi voleva chiudere nel limbo il film-inchiesta di Marco Amenta sui 43 anni di latitanza del boss dei boss Bernardo Provenzano, avrà modo di attaccare nuovamente Rai News 24. Il canale pubblico all news diretto da Roberto Morrione ha dato una nuova spallata al muro di gomma dietro il quale si vorrebbero nascondere i rapporti indicibili tra poteri legali e mafia.
Il programma Tempi Dispari, condotto da Carlo de Blasio, ha ospitato il regista siciliano, proponendo i brani più significativi del film, dal 30 marzo nelle sale cinematografiche.
Il film di Marco Amenta descrive un fantasma che da 42 anni vaga per la Sicilia, imprendibile? ??? possibile ?? si chiede il regista - che un uomo riesca a vivere nascosto su un??isola da 43 anni, braccato da centinaia di poliziotti, e continui ad essere il capo supremo di Cosa Nostra? In Sicilia, terra di misteri e di vulcani, è possibile?.
Bernardo Provenzano è vivo ma è come se fosse un fantasma. Nessuno conosce il suo volto, né la sua voce. Si sa soltanto che nacque a Corleone il 31 gennaio 1933. Ma è un fantasma che manda ordini attraverso i pizzini, protetto da una larga zona grigia di connivenze garantita dagli insospettabili. ??Insospettabili o insospettati?? suggerisce il procuratore aggiunto di Palermo, Guido Lo Forte.
??Caro amico, quel ragazzo non ha, come noi, una grande esperienza della vita malvagia? - si legge su un ??pizzino? di Provengano - insegnagli a restare calmo, corretto e coerente? Prima di parlare bisogna sempre conoscere la verità? Ora ti saluto e ti benedico?.
Perché Bernardo Provenzano resta imprendibile?
Per il colonnello dei carabinieri Michele Riccio ??Non si è voluto prenderlo? e Marco Amenta si chiede: ?? Come mai al Colonnello Riccio, grazie a preziose segnalazioni del pentito Luigi Ilardo (poi trucidato proprio per questo), mentre stava per catturarlo fu comandato di desistere da quella complessa operazione??
Mancano le risposte e l??angoscia monta con le parole di Nino Calderone, pentito di Cosa Nostra catanese: ??Andatevene in un altro posto, in un altro continente, in un altro mondo, il più distante possibile dalla Sicilia. Perché qui va a finire sempre allo stesso modo? Va a finire che si muore??.
Per Roberto Scarpinato procuratore aggiunto a Palermo, ??Giuseppe Provenzano come uomo non è mai esistito??. Mentre per Salvatore Traina, legale di Provenzano, se non viene arrestato ??probabilmente è perché lo si cerca tra i delinquenti? ma Provenzano non è un delinquente e non vive tra i delinquenti?.
Il programma di de Blasio ha proposto un??intervista sulla mafia che si infiltra nell'antimafia. Don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera, ha parlato del pentito Campanella che organizzava le commemorazioni per Falcone e di tre tentativi di cooperative legate a mafiosi di tornare in possesso di terreni confiscati alla mafia.
Il film sulla latitanza quarantennale di Bernardo Provenzano, sul Fantasma di Corleone, ci consegna un protagonista positivo, il capo della squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares. Un funzionario di polizia che ha dedicato gli anni migliori della sua vita nel tentativo di catturare i ricercati numero uno e due della lista nazionale dei ricercati: Provenzano e Matteo Messina Denaro.
Una caccia che costa sacrifici. Rinunce per la moglie che vive accanto le tensioni del cacciatore. Incomprensioni da parte dei genitori che vedono gli amici di famiglia, imprenditori, politici, compreso l??ex sindaco, con le manette strette ai polsi proprio dal loro stesso figlio.
Per Giuseppe Linares ??Per catturare un latitante bisogna studiare l??humus dove permane il latitante?, e don Luigi Ciotti, presidente di Libera, testimonia che Linares è un ottimo investigatore??soprattutto un uomo libero? perché non si è veramente liberi sin quando non si è capaci di staccarsi dal contesto.
Linares non perde la speranza e incita i suoi uomini: ??Mostrate ai mafiosi la luce abbagliante di cui siamo fatti!?. Perché Cosa Nostra prospera nell??ombra col voto di scambio, con le connivenze nelle zone grigie della società e della politica. Anche un piccolo fascio di luce può scompigliarne i piani, mandare a monte quel che di più caro hanno a cuore i nuovi mafiosi: gli affari.