di Nicola Cacace
da L'Unita'
Si può essere tra i primi al mondo per generosità e tra gli ultimi per competitività ? S� se si tratta dell'Italia di oggi così mal governata, NO se si tratta dei paesi scandinavi, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia, dove solidarietà ed efficienza sono valori coesistenti da tempo. Si può verificare questa doppia verità scorrendo la classifica annuale della Imd (Institute for Management Development, di Losanna) sulla competitività (pubblicata su vari quotidiani del 5.5.04), che ci proclama ultimi in Europa e leggendo la lettera dell'ambasciatore della Bielorussia a Roma in occasione del 18mo anniversario del disastro nucleare di Chernobyl (lettera sul Corsera, 5.5.04), che ci proclama primi per generosità :
«Il giorno della catastrofe di Chernobyl, 26 aprile 1986, nonostante la centrale nucleare si trovasse in Ucraina, il colpo principale del disastro è stato subito dalla popolazione della Bielorussia.
La Bielorussia ha avuto il 23% del territorio nazionale contaminato e 2,5 milioni di persone rimaste vittime, di cui circa 400mila bambini. Noi cerchiamo di fare il possibile per alleviare le sofferenze ma le conseguenze della catastrofe ci peseranno per centinaia di anni. Per me è particolarmente toccante notare che la tragedia di Chernobil ha colpito i cuori non solo bielorussi ma anche italiani. A fronte di una certa â??stanchezzaâ? dei donatori occidentali e di alcune Istituzioni internazionali verso le vittime di Chernobil non si esaurisce il flusso degli aiuti umanitari italiani alla popolazione colpita. L'Italia occupa un'incontestabile posizione di leadership tra i paesi del mondo per l'accoglienza, l'ospitalità e la cura ai bambini bielorussi. Quest'attività è portata avanti da centinaia di Organizzazioni umanitarie di volontari create in tutt'Italia. Negli ultimi 10 anni in Italia sono stati ospitati più di 300mila bambini bielorussi dalle zone di Chernobil e bambini orfani. In questo processo sono coinvolti più di 3 milioni di italiani. Il 26 marzo a Torino si è tenuta l'apertura solenne della Mostra bielorussa di pittura, scultura e disegni di bambini dal nome â??26 aprileâ?, giorno del disastroâ?¦..Nei disegni dei bambini di Chernobil sono rappresentate non solo la tristezza e la malinconia, ma anche la gioia e la speranza. A nome del popolo e del governo della Bielorussia vorrei esprimere sincera gratitudine ai volontari delle Organizzazioni umanitarie, a tutti gli italiani che partecipano alle azioni riguardanti Chernobil, per la generosità e nobiltà d'animo, per il fatto che essi con le proprie azioni reali rafforzano questa speranza». Aleksei Skripko, ambasciatore di Belarus nella Repubblica italiana.
A leggere questa lettera non ci si può non sentire orgogliosi di essere italiani! Ma anche un po' tristi nel vedersi, ciò malgrado, maglia nera di competitività internazionale.
� doveroso aggiungere che anche i paesi scandinavi sono stati tra i più generosi negli aiuti umanitari a Bielorussia ed Ukraina, secondo una antica tradizione di solidarietà internazionale di quei paesi. Ma veniamo alla competitività .
Nella classifica mondiale della competitività 2004 l'Italia ha avuto un crollo unico, mai accaduto prima a nessun paese, perdendo addirittura 10 posti in un solo anno, superata persino dalla Grecia, finendo ultima in Europa e 51ma nel mondo su 60 paesi considerati. L'indice di competitività dell'Imd è basato su 323 criteri ma il crollo dell'Italia è dovuto soprattutto a politica e finanza pubblica, efficienza e trasparenza aziendale, scuola ed Università . Nella graduatoria dell'efficienza aziendale l'Italia sta addirittura al 54mo posto (39mo nel 2003) mentre nella capacità di governo di creare competitività siamo al 56mo posto, precedendo solo Venezuela, Argentina, Polonia e Brasile. L'Italia è anche al penultimo posto in Europa nella percentuale di scuole con personal computer, il 16% appena contro il 34% della Spagna e quote vicine e superiori al 50% in tutta Europa, Grecia esclusa col 5%). Quanto ai nostri laureati è ben noto il â??paradosso dei laureatiâ?, per cui, pur essendo il paese con meno laureati, siamo anche quello con la più alta disoccupazione e sottoccupazione relativa rispetto agli altri paesi. Restando in Europa, il primo paese per competitività è la Danimarca, seguito dalla Finlandia e poi da Svezia e Norvegia. Ancora una volta i 4 paesi scandinavi guidano le classifiche della competitività europea, pur essendo paesi dove si pagano più tasse (52% di pressione fiscale contro il 42% europeo ed il 30% americano) e si danno più aiuti ai paesi del terzo mondo (2% del Pil contro meno dellâ??1% degli altri) A tutti i corifei di â??meno tasse per tuttiâ?, andrebbe sempre ricordato che i paesi più competitivi sono anche quelli con infrastrutture fisiche e sociali più efficienti ed efficaci, quindi con un governo più attivo nel crearle e finanziarle, e che meno tasse significa in realtà meno infrastrutture, meno servizi e meno sicurezza sociale, caratteristiche negative non solo sotto il profilo etico ma anche economico.
Il caso dei bambini di Chernobil accolti e assistiti da più di dieci anni, dalla solidarietà di milioni di italiani qualunque, riconferma la generosità di un popolo che non merita di essere così mal governato, con principi dove solidarietà ed efficienza sono contrapposti ad arte quando non calpestati sistematicamente. Ã? chiaro che equazioni berlusconiane del tipo â??meno tasse per tutti, soprattutto se ricchi = più competitività per il paeseâ?, â??meno Stato nel promuovere la società della conoscenza = più sviluppoâ?, sono insieme un danno per la competitività del paese ed un'offesa per la generosità degli italiani.