di Emidio Greco
Giovani e meno giovani, autori famosi, affermati o poco conosciuti, registi cinematografici e televisivi, documentaristi, sceneggiatori di cinema e di televisione si sono uniti (azzerando e superando dâ??un colpo antichi, anacronistici e peculiari steccati ),dando vita alla FACT ( Federazione autori cinematografici e televisivi ).
Se ciò è potuto accadere, lo si deve non solo alla consapevolezza di come i tempi e le cose sono cambiati, ma, soprattutto, alla naturale e inevitabile presa dâ??atto della drammatica situazione nella quale si trovano il cinema italiano e, più in generale, la produzione audiovisiva in Italia.
Nel documento di presentazione sono indicati i punti ( strettamente e logicamente connessi ) da affrontare e risolvere per uscire dalla precaria condizione che viene denunciata.
Per la parte che più mi riguarda e mi compete ( il cinema ), mi soffermerò brevemente su alcuni punti:
1) Immediato ripristino del FUS a livello( almeno ) di quello del 2oo1 (516 milioni di euro ).
Eâ?? un provvedimento indispensabile per assicurare una continuità di servizio meno asfittica.
2) Reperimento di nuove risorse attraverso un prelievo da effettuare su tutti i soggetti che a vario titolo e forma utilizzano il cinema ( televisioni generaliste, televisioni satellitari, telefonia mobile, internet e quantâ??altro ). A seconda delle percentuali del prelievo e dei soggetti interessati, si calcola di ottenere risorse tra i 300 e i 500 milioni di euro. Da riversare in un fondo appositamente creato e autonomamente gestito. Va da sé che queste nuove risorse non andrebbero a sostituire il FUS ma, bensì, ad aggiungersi. E, allo stesso modo, con riferimento al sistema televisivo, non dovranno eliminare la 122, che, al contrario, dovrà essere più correttamente riscritta e applicata.
3) Creazione di un Centro Nazionale Cinematografico sulla falsariga di quello francese. La sua configurazione giuridica ( per es. una fondazione ) e la designazione democratica degli organi direttivi e di gestione contribuirebbero fortemente allâ??emancipazione del cinema dal condizionamento politico.
4) Una legge antitrust che spezzi la catena produzione-distribuzione-esercizio-trasmissione televisiva.
5)Provvedimenti legislativi che regolino il mercato. In realtà , in Italia, è più corretto dire che creino il mercato, dal momento che il cosiddetto mercato cinematografico italiano è tale solo di nome, distorto e ingessato comâ??è da anni. Insomma, tanto per essere chiari: il problema mai strutturalmente affrontato della visibilità del cinema italiano.
Fermiamoci qui. Vediamo che succede fra qualche giorno.