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Palermo, tornano le minacce mafiose
di redazione
Palermo, la mafia non tace, minaccia. Dopo la notizia trapelata oggi rispetto alle minacce indirizzate alla moglie di uno degli agenti della squadra catturandi, una nuova intimidazione viene indirizzata al senatore PD Beppe Lumia e al sindacalista Cgil Vincenzo Liarda. Una busta anonima diretta ai due, è stata consegnata stamani alla Camera del Lavoro di Petralia. Dei bossoli di proiettile calibro 38 accompagnati da una scritta: "Questi sono veri e bastano per farvi stare zitti per sempre. Non siete cosi' importanti ma solo mezze cartucce, ma vi finira' peggio di loro". Il riferimento è ai giudici Falcone e Borsellino, le cui foto erano contenute nella medesima busta insieme a quelle di Lumia e Liarda, tutte segnate con delle croci. La minaccia ha però un riferimento molto concreto, contenuto in un’altra foto: il feudo di Verbumcaudo, confiscato al boss Michele Greco 'il papa' e per il cui uso sociale Liarda si batte da anni.
Non è però la prima volta che la Cgil di Petralia ( Palermo) è oggetto di minacce di stampo mafioso. In precedenza erano arrivate tre lettere dello stesso tenore. "E' l'ennesimo atto intimidatorio nei confronti di chi in questi anni si e' battuto contro la mafia e per evitare che i beni confiscati ritornino nelle mani dei mafiosi -dice il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Cala' all’AGI- I mafiosi sappiano che ne' la Cgil ne' i suoi dirigenti sindacali si faranno intimidire o fermare da questi atti vili. Questa ennesima lettera conferma un'inquietante presenza mafiosa sulle alte Madonie e ci spinge a rafforzare le iniziative della politica, del sindacato e delle associazioni democratiche contro la mafia e a chiedere un controllo ancora piu' ferreo del territorio da parte della magistratura e delle forze ordine". Numerosi gli attestati di solidarietà da parte del mondo politico.
Non è però la prima volta che la Cgil di Petralia ( Palermo) è oggetto di minacce di stampo mafioso. In precedenza erano arrivate tre lettere dello stesso tenore. "E' l'ennesimo atto intimidatorio nei confronti di chi in questi anni si e' battuto contro la mafia e per evitare che i beni confiscati ritornino nelle mani dei mafiosi -dice il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Cala' all’AGI- I mafiosi sappiano che ne' la Cgil ne' i suoi dirigenti sindacali si faranno intimidire o fermare da questi atti vili. Questa ennesima lettera conferma un'inquietante presenza mafiosa sulle alte Madonie e ci spinge a rafforzare le iniziative della politica, del sindacato e delle associazioni democratiche contro la mafia e a chiedere un controllo ancora piu' ferreo del territorio da parte della magistratura e delle forze ordine". Numerosi gli attestati di solidarietà da parte del mondo politico.
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