di Vittorio Emiliani
Non câ??è tregua evidentemente per lâ??informazione ancora libera dentro la Rai sempre più occupata da dirigenti e da giornalisti schierati col governo e col suo presidente. Le dimissioni del presidente Annunziata e quelle minacciate dal consigliere Rumi avevano bloccato la decisione, già ventilata, di procedere alla sostituzione del direttore di Raitre, Paolo Ruffini. Ora si cerca di procedere contro il direttore del Tg3 Antonio Di Bella il quale ha garantito in questi anni e mesi una informazione libera, corretta, equilibrata, una cronaca completa e realmente pluralista, mentre altri Tg della Rai si segnalavano per omissioni, censure, dimenticanze . Nessuno può affermare di aver assistito alla riedizione di Telekabul. Certo, il Tg3 ha avuto il merito (che agli occhi di Berlusconi diventa un torto grave) di non tacere, riferendo fatti e notizie, sulla gravità della crisi aperta dallâ??intervento in Iraq, sulla perdurante stagnazione della nostra economia, sulle tensioni sociali e politiche del nostro Paese. Ma lâ??ha fatto informando in modo pacato e serio. Lo stesso si può dire per gli approfondimenti della testata come â??Primo pianoâ?. Ma tutto ciò evidentemente devâ??essere spazzato via in vista delle elezioni europee ed amministrative sul modello di certi Tg regionali (quello emiliano-romagnolo, per esempio) dove il centrosinistra e la sinistra non esistono più, cancellati dalla cronaca stessa. A questa â??guerra preventivaâ? contro lâ??informazione ancora autonoma dal governo e dal suo capo dobbiamo opporci con ogni energia prima che lâ??intero Paese venga, con Antonio Di Bella e la sua redazione, imbavagliato.