di Salamandra
I ??Campioni? della destra nostrana ( con Fini e Gasparri in testa) hanno tirato fuori i vecchi elmetti da guerra e si sono messi alla testa della falange govenrativa con l??intento di espugnare l??ultimo Forte Alamo, quello con dentro asserragliati i redattori e il direttore del TG3, rei di non aver ancora piegato la testa al regime censorio di Sua Emittenza. Colpevoli di aver squarciato, con interviste e servizi esclusivi, il velo di omertà sull??orrore delle torture contro i prigionieri iracheni da parte delle truppe alleate anglo-americane.
Mandati avanti allo scoperto dal loro ??padre-padrone? Berlusconi, i due epigoni della destra nostalgica al doppiopetto hanno asserragliato i resistenti del TG3/Forte Alamo con dichiarazioni, apparizioni televisive e con l??ausilio delle ??truppe cammellate? degli altri telegiornali e giornaliradio (TG5, TG4, Studio Aperto, TG1, TG2, Giornaleradio RAI), nella battaglia di disinformazione mediatica e di spariglio delle carte.
E così, la ??libera stampa? (tranne degni esempi di parte della carta stampata indipendente) invece di mettere sotto accusa il governo e chieder conto di quanto sapessero veramente ai vari livelli, civili e militari (come sta accadendo negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Australia), ha messo sul banco degli imputati il ??rosso? TG3, paragonata alla vecchia ??Telekabul? dei tempi di Curzi.
Che spettacolo orrendo! Quale società occidentale, libera e democratica, si merita questo regime di censura preventiva e di occultamento delle verità, solo per compiacere al padrone unico di tutte le televisioni, ??l??amico più fedele che ci sia di Bush??
Negli Stati Uniti la verità sulle torture è emersa dai servizi esclusivi, mandati onda dall??autorevole CBS e, poi, via via dalle altre catene televisive, dai quotidiani e dai siti Internet. Alla loro denuncia hanno fatto seguito, senza strilli né orpelli propagandistici, le indagini parlamentari con l??audizione dei massimi responsabili della politica militare americana, Rumsfeld compreso ( ed uscitone piuttosto malconcio mediaticamente). E negli Stati Uniti si sta svolgendo la campagna elettorale per il rinnovo della Presidenza!
In Gran Bretagna, stesso copione: la libera stampa ha dato il là allo squarcio del velo di omertà e, quindi, sono iniziate le audizioni del ministro della Difesa Hoon e del premier Blair. E questo a meno di un anno dalle elezioni politiche generali del 2005!
A ruota, anche in Australia ci si è comportati di conseguenza. Qui, addirittura, il governo ha ammesso che i documenti della Croce rossa internazionale erano noti a tutti i componenti dell??organizzazione, oltre che ai vertici militari alleati presenti in Iraq e ai componenti del governo provvisorio, guidato dall??americano Bremer, di cui fanno parte anche esponenti italiani.
Le autorità italiane, insomma, ??non potevano non sapere? da mesi, come avevamo già denunciato sul nostro sito di Articolo 21!
Ma l??Italia è un paese ben strano, dove il senso dell??amicizia, dell??appartenenza al gruppo, della difesa degli interessi ??sensibili?, spinge anche coloro che cercano da anni di rifarsi una verginità politica e ideale ad abbandonare qualsiasi mediazione e rispondere al ??richiamo della foresta?.
La destra tutta, anche quella che spesso mette dei distinguo, che cerca nel segreto dell??urna parlamentare di far mancare qualche voto alla propria maggioranza, si è ricompattata appena ha visto mettere in pericolo non solo i consensi ( che ormai sono in caduta libera!), ma anche sentendosi abbandonata dall??ingombrante alleato-amico americano, quello che finora l??ha legittimata a livello internazionale.
Ed ecco, così, che come un'unica voce, i telegiornali tutti, pubblici e privati, mettono in mora il TG3, insinuano dubbi, fanno da grancassa alle accuse belluine dei ??Campioni? governativi, organizzano servizi di approfondimento al solo scopo di confutare le interviste dei coraggiosi colleghi del TG3; confutano la lealtà professionale dei loro colleghi ancora liberi.
Ma la notizia che delle torture in Iraq qualcuno in Italia sapeva, è vera o no?
Questo non interessa, invece, per nulla i nostri tanti colleghi ??allineati e coperti?. Importante è gettare fumo mediatico negli occhi della pubblica opinione, magari rafforzandolo con servizi schoccanti sulle ultime nefandezze commesse dai gruppi terroristici in Iraq e in Palestina.
??Tutto fa brodo, madama la marchesa!?, recitava un fortunato Carosello degli anni andati, a cui sembrano ancora ispirarsi Berlusconi e soci.
Basta non seguire l??esempio della libera stampa anglosassone, statunitense e australiana, né fare come i loro governanti e le istituzioni di quei paesi che stanno onorando i dettami della democrazia liberale e occidentale: commissioni di inchiesta, audizioni di vertici militari e governativi, libertà di informazione al massimo livello.
Sono più che veri, quindi, tutti gli avvertimenti e ammonimenti che sono stati lanciati dalle istituzioni internazionali sulla ??ridotta libertà di stampa? in vigore in Italia, provenienti dall??OSCE, dal Parlamento Europeo, da Reporters sans frontieres, Freedom House.
Non possiamo credere che nel mondo del giornalismo italiano sia passata la bacchetta magica del ??bianconiglio? e la stragrande maggioranza dei colleghi si siano trasformati in tante scimmiette del tipo ??non sento, non vedo, non parlo?!
Quello che sta accadendo contro il TG3 oggi, potrà avvenire in seguito ( se il panorama politico e mediatico resta fermo allo stato di degrado attuale) anche nei confronti delle altre grandi testate. E allora, magari, non sarà per grandi questioni etiche di libertà negate, ma per semplici ??capricci? di chi sta al potere.
Oggi più che mai, i giornalisti devono alzare la testa e dimostrare contro questo imbarbarimento, con la difesa della loro professionalità, autonomia e libertà. Ne va dello stesso ruolo della nostra democrazia e del futuro delle nuove generazioni, che hanno il diritto di vivere in una società libera e che tutela i principi sanciti dalla Costituzione. Come avviene negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Australia, d'altronde. Come accade nel resto dell??Unione europea. Tranne che, purtroppo, nell??Italia berlusconizzata!