di Ugo Gregoretti
La comica variante antropologica che caratterizza alcuni esponenti della nuova classe di governo è l'antipatia furiosa e insolente che manifestano verso quei gruppi sociali che al contrario dovrebbero rispettare, sostenere e rappresentare. Si pensi all'antropofagia del ministro Brunetta che macina e si sfama a pranzo e a cena con una pantagruelica "partare" di impiegati dello stato; si pensi all'ipocondria del ministro dei Beni culturali, che come gli spretati, gli ex fumatori e - nel suo caso - gli ex comunisti non riesce a sgrullarsi di dosso il rancore, retrospettivo e inesauribile per i suoi ex compagni di militanza, come egli ritiene che siano gli intellettuali "proni" e i teatranti "accattoni" ricevuti qualche giorno fa al Qurinale dal presidente (loro omologo?) Napolitano, alla presenza dello stesso ministro Bondi. E qui sorge un dubbio: non saranno l'invidia e il dispetto per la fiducia e l'ammirazione calorosa che i proni e gli accattoni hanno espresso nei riguardi del capo dello Stato a far perdere l'aplombe al ministro e a farlo reagire con tanta velenosità? Viene in mente lo specchio della matrigna di Biancaneve: "specchio" dice Bondi stringendo l'oggetto fra le mani, "servo delle mie brame, dimmi chi è il più bello del reame?" E lo specchio risponde: "tu sei bello o mio Sandrino, ma Napolitano è più bello di te".