di Hari Seldon
Questione Iraq. Il dibattito in Italia pare avvitato su se stesso: la realtà delle cose risucchiata dalle polemiche interne, sempre più interne e incomprensibili. E allora che consiglio dare? Ne lanciamo due, legati fra loro. Il primo è scendere in edicola e comprare lâ??Herald Tribune, quotidiano legato al New York Times. La redazione è a Parigi, per lâ??Italia lo stampano a Bologna e nelle edicole delle grandi città arriva proprio come i nostri giornali. Due i titoli da leggere. Cominciamo dalla prima pagina: â??Kerry attacca Bush sulla Politica Esteraâ?. Nella sostanza il possibile futuro Presidente Democratico dice di non condividere proprio nulla di quello che fa Bush. Dove bisognerebbe sostenere un presidente eletto democraticamente ( leggi Haiti) non si fa nulla. Non solo ma gli uomini più ragionevoli come il segretario di stato Powell sono stati continuamente messi in secondo piano. Morale? I democratici, se vinceranno ( un sondaggio dà vincente Kerry in uno stato chiave come la Florida) cambieranno tutto. Forse in Italia converrebbe tenerne conto.
Lâ??altro titolo è a pagina cinque. Nella giornata della firma della nuova â??costituzioneâ? irachena , lâ??Herald ci ricorda che la strada per la democrazia è lunga e pericolosa. Non solo ma subito sotto il giornale ci ricorda che 10mila iracheni sono scomparsi a seguito dei raid americani, le famiglie implorano notizie su questa â??generazioneâ? di scomparsi nei luoghi di detenzione Usa. Perché non se ne parla anche da noi?
Secondo consiglio. Leggere online il Washington Post di ieri. Lâ??articolo è di James Mann autore del libro â?? Lâ??origine dei vulcani: la storia del gabinetto di Guerra del Presidente Bushâ?. Spiega in modo dettagliato e ricchissimo che la teoria della guerra preventiva nasce ben prima del terrorismo di Al Qaeda. Eâ?? una risposta elaborata dai falchi subito dopo la caduta dellâ??Unione Sovietica. I documenti da leggere sono di dodici anni fa. Lâ??idea era quella di riempire il vuoto lasciato dalla fine della guerra fredda dando forma a un mondo â??dominato ora e in futuro dal potere militare degli Stati Unitiâ?. Proprio quello che Kerry contrasta e che è allâ??origine di tante bugie tese soltanto a mascherare questa realtà . I soldati a Nassirya sono solo un piccolissimo anello di una catena ben più complessa. Basterebbe partire da qui per dare a tutte le nostre discussioni ben altro respiro.